Interrogazione a risposta scritta 4-09392, presentata da Garavini Laura, 9 giugno 2015, seduta n. 438. L’on. Garavini si rivolge al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere “se non intendano prendere urgenti provvedimenti in modo da sollecitare la predisposizione di un collegamento fra la Chiesa San Pietro Apostolo a Onna, la rete stradale e quella del gas e da consentire così che i restauri della Chiesa terminino quanto prima, con beneficio di tutta la comunità interessata, del turismo locale e dei rapporti di buon vicinato fra l’Italia e la Germania, che ha generosamente messo a disposizione i fondi necessari per il restauro della Chiesa!”.
Ecco uno degli ultimi esempi d’interrogazione parlamentare presentata da una deputata eletta dagli italiani all’estero. Ovviamente, lo strumento dell’interrogazione è utilissimo per la partecipazione parlamentare e per il controllo sul governo. Solitamente, per il tramite dell’interrogazione parlamentare l’interrogante punta il dito su temi e argomenti che sfuggono all’attenzione del governo o in cui il governo stesso si sia mostrato inadempiente. Anche per questo l’Interrogazione parlamentare è uno strumento utilizzato volentieri dai partiti in opposizione. Ma, con tutto il rispetto per il destino della Chiesa di San Pietro Apostolo a Onna, appare strano che una deputata eletta all’estero, si rivolga ai propri compagni di partito al governo con una questione poco aderente alle esigenze dei propri elettori, che, sicuramente, in quella chiesa non ci metteranno mai piede.
Vediamone un’altra.
L’On. Alessio Tacconi (PD), insieme ad altri colleghi eletti all’estero, ha chiesto al MAECI di “potenziare le “presenze consolari” e l’istituzione di nuovi consolati onorari, ampliandone contestualmente le funzioni, nelle città recentemente private di una rappresentanza consolare, con particolare riferimento al Regno Unito”. Anche in questo caso la richiesta appare bizzarra. Consoli onorari? Perché chiedere al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ancora consoli onorari e presenze consolari saltuarie? Mentre gli elettori italiani di Manchester si sono visti chiudere sotto il naso il loro sportello consolare e ora devono andare a Londra per un qualsiasi documento, l’onorevole Tacconi non chiede ai propri compagni di partito, che sono al governo, l’immediata riapertura a beneficio della collettività. No. Lui chiede più consoli onorari mentre tutti sanno che questi servono a poco per soddisfare le esigenze degli utenti nei bacini di grossa emigrazione. Alla richiesta poco opportuna di Tacconi è poi seguita la stramba risposta del sottosegretario agli esteri Della Valle, il quale dice che non può garantire più presenze consolari poiché gli impiegati a contratto che solitamente sono adibiti a fare questo lavoro non possono “perfezionare gli atti”. E sì! Il Sottosegretario sembra ignorare la norma che conferisce a tutti i consoli la facoltà di delegare anche il personale a contratto alle funzioni consolari. Centinaia d’impiegati a contratto, titolari di delega alle funzioni consolari, quotidianamente “perfezionano” atti amministrativi di ogni genere nei suoi stessi consolati. Ma questo, il sottosegretario, sembra non saperlo.
Ancora interrogazioni.
Anche le richieste giuste e motivate, che non si occupano di chiesette storiche, sono spesso confrontate con risposte, diciamo così, poco aderenti.
Il Senatore Di Biagio e il Senatore Micheloni, per esempio, si sono rivolti al Ministero degli affari esteri chiedendo quali siano i motivi che impediscono di lasciare in pace lo sportello consolare a Saarbrücken, visto che è e efficiente e non costa nulla a seguito dell’offerta gratuita dei locali da parte del governo di quel Bundesland. La risposta del sottosegretario agli esteri Mario Giro non tarda a venire. Il Sottosegretario risponde, più o meno, così: Abbiamo chiuso lo sportello consolare ma ora nomiamo un console onorario, e tutto questo corrisponde a un’esigenza fortemente sentita dalla collettività italiana del Saarland.
Si vede che gli italiani del Saarland -che sono scesi in piazza varie volte e che hanno anche occupato lo sportello consolare di Saarbrücken per impedirne la chiusura- e il sottosegretario Giro si sono capiti male.
Insomma è l’eterno dilemma. Gli uni prendono le decisioni e gli altri si chiedono ma che cosa stanno facendo? Gli elettori all’estero chiedono di fermare la chiusura dei consolati, di creare piccole unità amministrative periferiche, vicine alle collettività, con l’appoggio logistico delle Autorità del posto, a compensazione delle chiusure già perpetrate e di bloccare le nomine di Consoli onorari poiché perfettamente inidonei ad affrontare i problemi della vecchia e della nuova emigrazione. Qualche deputato eletto all’estero chiede invece Consoli onorari o il restauro di qualche chiesetta di campagna. Forse si tratta solo di un grande tragicomico equivoco.