È per l’Italia il secondo avvertimento da parte della Commissione Europea in merito all’adeguamento alla normativa che regolarizza l’uso dei sacchetti di plastica nell’Ue. Nella lettera di richiamo viene ribadito come l’Italia non abbia notificato alla Commissione la messa al bando dei sacchetti non biodegradabili, come già indicato in una precedente lettera di messa in mora del luglio 2011.
In aggiunta, l’Italia avrebbe violato la Direttiva Imballaggi per aver mantenuto, nel decreto convertito a marzo nella Legge 28/2012, il divieto alla vendita di sacchetti di plastica non biodegradabili. Secondo questa direttiva infatti, gli Stati membri ne devono autorizzare l’immissione se soddisfano i requisiti essenziali della direttiva Ue, e poiché tra questi requisiti non è prevista la biodegradabilità, il divieto italiano si scontrerebbe con la direttiva europea.
In ogni caso, i sacchetti di plastica potranno essere commercializzati in Italia sino al 31 dicembre 2012, termine entro cui il governo dovrà emanare un decreto per regolamentare le buste monouso ecologiche, stabilito dalla commissione Ambiente della Camera in un emendamento al decreto sui rifiuti in Campania. Nello stesso è stata spostata al 31 dicembre 2013 la data in cui scatteranno le sanzioni contro chi contravviene a questi divieti.
Fino a quel giorno dunque niente multe per chi viola la legge. Inoltre niente paura per i posti di lavoro della filiera: la commissione ha introdotto una misura per aiutare le industrie che producono i sacchetti di plastica. Sono state infatti previste «forme di promozione della riconversione degli impianti esistenti», con risorse da attingere dal cosiddetto Fondo Kyoto. Ricordiamo, per finire, come le buste di plastica sono pericolose per i pesci e per gli animali che cercherebbero di cibarsene.