Con queste parole l’on. Gino Bucchino commenta la risposta data dal Sottosegretario sen. Alfredo Mantica a nome del Governo ad un’interrogazione presentata dai deputati del Pd il 26 giugno scorso.
“Io e gli altri colleghi del Pd eletti all’estero” – ha proseguito l’on. Bucchino – “avevamo chiesto alla Presidenza del Consiglio tre cose precise:
1) se il Governo intendesse recuperare prima possibile, in tutto o in parte, le risorse destinate alla stampa italiana all’estero, dimezzate con il provvedimento “Mille proroghe”;
2) se si pensasse finalmente di mettere mano ai criteri di distribuzione dei contributi, che con l’andare del tempo si sono sbrindellati e hanno permesso distorsioni e irregolarità da varie parti denunciate;
3) se il Mae e la Presidenza del Consiglio non avessero intenzione di esercitare un doveroso controllo sulla situazione relativa ai finanziamenti avuti da “Il Cittadino italo-canadese” a seguito delle posizioni critiche assunte dal Comites di Montreal.
Ebbene, su nessuna di queste cose il Governo ha ritenuto di dare una qualche risposta e, soprattutto, di fornire non a noi ma ai molti che l’aspettano un qualche concreto riferimento.
Il sottosegretario Mantica, che ha firmato la risposta governativa, ha dato un’altra sublime prova di “pilatismo”, che tradisce il distacco e la noncuranza di questo esecutivo rispetto agli italiani all’estero. Egli infatti si è limitato a descrivere le procedure di richiesta e di concessione dei contributi per la stampa, concludendo che la pratica è stata trasmessa con tutti gli allegati alla Presidenza del Consiglio. Ma che sforzo! Sì perché solitamente le risposte alle interrogazioni “scritte” o non arrivano mai o arrivano in tempi biblici, quasi sempre fuori tempo massimo. Invece questa volta – bello sforzo appunto – non sono passati nemmeno due mesi ed ecco che arriva la risposta.
Ci voleva infatti ben poco per ribadire che la politica di questo governo verso le nostre comunità resta quella che abbiamo sperimentato in questi due orribili anni: non sento, non parlo, non vedo e, aggiungerei “me ne frego” nostalgica versione del più moderno “mostrare il dito medio”, che piace tanto al padano Umberto Bossi”.