Angelino Alfano? E chi è?
Ma come, chi è? Angelino Alfano, quello che si è mangiato tutti i rospi di questo mondo per stare dietro al capo; lui, Angelino, che ha fatto dell’ubbidienza una professione nobile; lui, Angelino, che ha rievocato lo sbattere dei tacchi; lui, Angelino, più ubbidiente di una scimmia ammaestrata; lui, Angelino, che chiede il permesso anche per andare in bagno alzando l’indice e il medio a V; lui, Angelino, che se il capo glielo chiedesse, laverebbe con lo spazzolino da denti tutti i gabinetti pubblici della stazione Termini; ebbene lui, Angelino, per avere una stanza nella nuova sede deve chiedere alla Santacchè? Ma non è lui il segretario?
Sì, è (ancora) lui!. Ma nessuno se ne accorge. Nessuno se ne ricorda. Passano Denis Verdini e Daniele Capezzone. Dov’è Daniela? Chi ha visto Daniela? Arriva anche la Biancofiore? E Daniela? Ma nessuno, dico nessuno, ha chiesto di Angelino. Nessuno si è ricordato di Angelino, i cui occhioni umidi sono prossimi ormai ad un pianto liberatore.
Mio Dio, Angelino, che ti hanno fatto? Tutto quel servire, tutto quel leccare, tutto quell’inchinarsi … per nulla? Che ti hanno fatto? A te, Angelino, che preferiresti un calcio in culo piuttosto che una parola scortese. E alla fine li prendi tutti e due!
Intanto i facchini arrivano, portano pacchi. Dov’è la signora Santaché che non sappiamo dove appoggiare questa roba? Non ti vedono neppure, Angelino! Soltanto uno dei facchini infine ti vede e ti mette un pacco in mano. E ti dice di muoverti e di non startene imbambolato come un cretino!
A te! Ad Angelino Alfano. Parlare in quel modo! A te che hai fatto del prostrarsi un’arte. A te che hai dato al leccare le scarpe piena dignità politica. A te che hai trovato il punto più basso possibile dove mettere la faccia. Questo torto non te lo dovevano fare. Ed eccoli lì, tutti i tuoi amici a correre dietro a Daniela. E già non si sa se ce l’avrai una stanza nella nuova bellissima sede di tremila metri quadrati, che costerà 80.000 euro al mese al contribuente italiano. È probabile che per te ci sia soltanto un sottoscala, come per Fantozzi!
Il fatto è, caro Angelino, che il capo non sopporta gli uomini, soprattutto quelli che vogliono prendere il suo posto. Ha dovuto accorgersene troppo tardi anche Fini. Certo, tu pensavi che, prostrandoti oltre il limite della fisica euclidea, avresti scansato l’inconveniente. Invece eccoti là, col tuo pacchetto in mano, pronto per la grande pedata. Il capo vuole soltanto femmine. E carine. E tu invece sei maschio. E brutto.
Che tristezza per la tua mamma, per il tuo papà che si vantavano con gli amici di avere un figlio „come Berlusconi“; Ministro. Vicepresidente del Coniglio… A proposito di coniglio. Te l’hanno raccontata la barzelletta della pitonessa e del coniglio? Si adatta a te come un paio di mocassini nuovi. Fattela raccontare da qualcuno. Lì la conoscono tutti. Se lo faccio io mi licenziano!