Chi non l’ha mai vista, l’enorme mano gialla sul lato nord del palazzo del sindacato IG BCE, a destra scendendo il Bremer Damm? “È stata una mia idea metterla”, sottolinea soddisfatto. “Cinque metri per 6,50. Impossibile da non notare”. Giovanni Pollice, 60 anni, italiano del piccolo Molise emigrato in Germania già a dodici anni con la famiglia, lavora alla IG BCE dal 1998: prima come segretario, poi come direttore della sezione Migrazione e Integrazione, dopo un apprendistato da meccanico aziendale e una lunga carriera sindacale, iniziata al direttivo federale della federazione dei sindacati tedeschi, il DGB, a Düsseldorf. Chi lo conosce sa che Giovanni Pollice è un instancabile ed abile tessitore di relazioni. È raro che gli esponenti della politica e dell’economia non lo conoscano, o che lui non ne conosca alcuni. Un intervista su alcuni dei suoi progetti e delle sue iniziative.

“Prima di parlare della Gelbe Hand fammi dire qualche parola sulle Internationale Wochen gegen Rassismus, le Settimane Internazionali contro il Razzismo”, che quest’anno hanno avuto luogo dal 10 al 23 marzo. “Fino a dieci anni fa nessuno le conosceva. Come Interkultureller Rat (IR), ‚Consiglio interculturale tedesco‘, di cui sono membro fondatore e copresidente, vogliamo sensibilizzare la società tedesca a questo problema. Il razzismo c’è più o meno dappertutto, ma viene considerevolmente sottovalutato, minimizzato. Ma è una minaccia per la società civile e lo Stato democratico. Noi tutti siamo chiamati a combatterlo. Simbolo delle Settimane Internazionali è un guanto colorato, ormai noto a molti, insieme allo slogan ‚Alle anders, alle gleich‘ (‚Tutti diversi, tutti uguali‘). E simbolica è anche la data di riferimento, il 21 marzo: fu in questo giorno che la polizia, nel 1960 in Sudafrica, sparò indiscriminatamente sulla folla durante una manifestazione pacifica di cittadini neri, uccidendo 69 persone e ferendone molte altre. Alcuni anni più tardi è stata proclamata dall’ONU Giornata Internazionale contro il Razzismo. “Abbiamo – prosegue – moltissimi sponsor economici e sostenitori morali, e diventano sempre di più.

Quest‘anno si sono svolte 1300 manifestazioni a livello nazionale. Madrina è stata per lungo tempo Rita Süßmuth, ex presidente del Bundestag, poi il testimonial è stato fino a quest‘anno Theo Zwanziger, il presidente del DFB, la Federcalcio tedesca. Il prossimo sarà l‘ex-direttore della rete televisiva WDR, Fritz Pleitgen, pioniere della multiculturalità in televisione. È stato proprio Theo Zwanziger a proporci di istituire una fondazione, versando di tasca sua allo scopo una somma considerevole. Adesso la fondazione, da lui presieduta – con vicepresidente Claudia Roth, vicepresidente del Bundestag, e me come membro del Consiglio Direttivo – è dallo scorso 14 settembre una realtà, e vi sono coinvolti l’Interkultureller Rat, il DGB, Pro Asyl, la Evangelische Kirche Hessen und Nassau, il mio sindacato e altre associazioni. L‘IR è una associazione riconosciuta a tutti gli effetti e non a scopo di lucro; la sicurezza di avere una fondazione dietro le spalle è importante, anche dal punto di vista economico, visto che ogni anno nuovi e vecchi potenziali sostenitori vanno coinvolti ex novo.”
Anche Hannover è coinvolta in questa iniziativa?

Certamente. Tutti gli anni c‘è una manifestazione da me organizzata qui alla sede della IG BCE, con la partecipazione di oltre un centinaio di persone, rivolta in particolare a chi lavora nelle aziende, grandi o piccole che siano: funzionari sindacali, membri dei consigli aziendali, fiduciari sindacali. La porta è aperta ovviamente a tutti gli interessati. E chiaro che collaboriamo con altre organizzazioni ed associazioni, come ad esempio il movimento „Hannover gegen Rechts”, Hannover contro l’estremismo di destra, che durante le settimane contro il razzismo sono molto attive.

Che città è Hannover da questo punto di vista?

Hannover è una città aperta, dinamica, tollerante. All‘amministrazione comunale e a quella regionale il problema sta molto a cuore. Conosco bene sia il sindaco attuale, Stefan Schostok, che il Ministerpräsident Stephan Weil da quando era a sua volta sindaco. Ero nel Migrationsausschuss, la commissione che si occupa di politiche migratorie e di integrazione. E conosco bene anche l’incaricata alle politiche migratorie e di integrazione del Governo Regionale della Bassa Sassonia,Doris Schröder- Köpf, con cui collaboro strettamente. Bisogna dire che le istituzioni sono molto sensibili. Non a caso la manifestazione di apertura delle Internationale Wochen di quest’anno l‘abbiamo fatta qui ad Hannover. Il colore politico è secondario: tutti i partiti sono molto attivi nella difesa dei diritti umani e della democrazia. Qui le porte, per così dire, sono non solo aperte, ma spalancate!

Ma come si manifesta, o meglio, sotto che vesti si nasconde il razzismo?

Nella discriminazione. Nella scarsa possibilità di far carriera nelle aziende per i non tedeschi, soprattutto le donne. Le persone di origini migratorie sono strutturalmente svantaggiate. È una forma ovviamente sottile di discriminazione: spesso resta a livello di pensiero, inespressa. Ad esempio quando si tratta di assumere: un nome che suona straniero, e il curriculum è già finito nel cestino. Ecco perché abbiamo lottato per introdurre la domanda di lavoro anonimizzata, che evidentemente aumenta le chance e rende più giusta la concorrenza. Ripeto, la sensibilizzazione è il mio, il nostro compito principale. Discriminare esplicitamente ed essere xenofobi, nelle aziende dove c’è una forte rappresentanza dei lavoratori, può avere forti ripercussioni, fino al licenziamento.”

E la mano gialla, l‘associazione “Mach meinen Kumpel nich an! e.V.”, come si inserisce nelle attività antirazziste?

“La Gelbe Hand è un’associazione nazionale per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e l’estremismo di destra che si adopera a tutti i livelli ma con il vantaggio che tramite le strutture sindacali arriva anche nel mondo del lavoro. È nata nel 1986 grazie al movimento giovanile della Confederazione dei Sindacati Tedeschi (DGB), ispirandosi al francese ‚SOS racisme‘, e viene supportata sia dal DGB che dai singoli sindacati di categoria che vi appartengono. La presiedo da sei anni. Quando mi sono insediato avevamo solo 14 soci sostenitori. Adesso ne sono 850. Ho preso a cuore la questione: giro molto, vedo molte persone, ho diversi contatti e mi adopero affinchè i soci sostenitori diventino sempre più numerosi. Tra i sostenitori abbiamo ora ad esempio il Ministro degli Esteri Tedesco, Frank-Walter Steinmeier, Olaf Lies, Ministro del Lavoro e dell’Economia della Bassa Sassonia, Edelgard Bulmahn, Viceprersidente del Bundestag, Doris Schröder- Köpf,Consigliere Regionale, Filiz Polat, Consigliere Regionale, Matthias Miersch, Deputato al Bundestag, Stefan Schostock, Sindaco di Hannover, Michael Rüter, Sottosegratario della Cancelleria Regionale, Bassa Sassonia e molti altri. Sono molto orgoglioso di come l’associazione ‚Mach meinen Kumpel nicht an!” sie è evoluta negli ultimi anni e soprattutto dei risultati ottenuti. Il nostro bollettino, ‚Aktiv+Gleichbereichtigt‘, che esce dieci volte all’anno, oltre che ad essere inviato via Mail a tanti moltiplicatori, in forma cartacea viene inviato a tutti i soci ed è distribuito anche in numerose aziende, il che ci consente di raggiungere migliaia di persone. Da non dimenticare è infine il nostro concorso annuale rivolto a scolari e apprendisti (www.gelbehand.de/wettbewerb). Ne festeggeremo la conclusione nel marzo 2015 ad Hannover con la consegna dei premi da parte mia e dei nostri due testimonial, il presidente del Consiglio dei Ministri del Land Bassa Sassonia (Niedersachsen), Weil e la presidente del Sindacato Scuola (GEW) Marlies Tepe.

Foto: Giovanni Pollice (IG BCE)