Quando il falso senatore Nicola Di Girolamo sarà uscito definitivamente da Palazzo Madama, a rappresentare gli italiani che vivono in Europa sarà un ministeriale, stabilmente a Roma da anni. Perché questo è, non da oggi, Raffaele Fantetti, classe 1966, primo dei non eletti nel 2008. Un funzionario del ministero per lo Sviluppo economico con tanto di telefono fisso, arrivato ottantasettesimo, con 44 centesimi, al concorso da dirigente il 12 ottobre del 2009.
Si occupa di scambi commerciali, nella struttura dell’ex Commercio con l’Estero oggi guidata da Alfonso Urso, ma della quale fa parte, almeno dal 2007, dato che un comunicato del 27 luglio di quell’anno lo segnala a convegno come rappresentante del ministero per l’area Europa e come “D.G. per la promozione degli scambi”. Da allora, Fantetti ha girato – soprattutto Kazakistan, Russia, Bielorussia – in lungo e largo. Ma del suo radicamento a Londra, dove dichiara di essere “emigrato sin dal 1992” non si riesce più a trovare traccia.
Ha un curriculum sorprendente l’avvocato Fantetti, niente a che vedere con un Di Girolamo qualsiasi. Un cursus honorum di cinque cartelle, perfino un matrimonio nell’abbazia di Westminster, dove in genere i pronubi sono eredi al trono di San Giacomo, grazie ai buoni uffici “del mio parroco, oggi vescovo ausiliario di Roma Sud” e cioè un vice-Papa.
La vita di Raffaele Fantetti scritta da se medesimo è quella di un “esperto tecnico-legale di operazioni di finanza di progetto e di procedure di appalto”, oltre un anno come “procurement advisor di Finmeccanica S.p.a. a Washington per i rapporti con le banche di sviluppo”, e prima ancora “assistente commerciale del direttore esecutivo per l’Italia” della Bers, addirittura. Fantetti è uno che il Fondo Internazionale Monetario può invitare a un panel. Uno che elenca dettagliatamente, nel curriculum, tutte le associazioni cui appartiene, dal Rotary ai Giuristi Cattolici, ma dimentica che è rappresentante italiano del Registro Marittimo Dominicano, ufficio a Roma in via Bissolati 54, vicinissimo al ministero ma non propriamente adatto a un dipendente dello Sviluppo Economico.
La carriera parlamentare è meno fortunata. Fantetti si candida per la prima volta alla Camera nel 2006 per la circoscrizione Europa. Dario Rivolta lo mette sesto in lista, e non passa: solo 4.858 voti. Nel 2008 ci riprova, ma nonostante si tratti di un ammiratore di Berlusconi, An riesce a piazzare al primo posto Di Girolamo. Lo sottovalutano, nessuno nessuno ne ha mai sentito parlare, in fondo si tratta “soltanto” dell’avvocato di Stefano Andrini. Stavolta, l’elezione sembra sicura. Invece va diversamente, Fantetti fa ricorso, alla Giunta del Senato e alla Magistratura assistito da Giovanna Mazza, dello studio dell’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, noto per essere un avvocatone della destra romana. Adesso, nel giro di un paio di settimane o forse meno, sarà cosa fatta. Ma a Palazzo Madama arriverà un dipendente pubblico. Perché dei motivi che l’avranno portato in Senato a rappresentare gli italiani d’Europa non sembra sussisterne più neanche uno.
La rivista Pensiero londinese, un bimestrale che nell’elenco della Farnesina risulta a “uscite irregolari”, ultima nota nel 2005, ha cambiato quattro sedi diverse, tra St. George, King Street e Whitchurch road, e tutti i numeri telefonici risultano staccati. Il suo sito web è stato cancellato. Lo stesso dicasi della fondazione no-profit Phoenix: ultima uscita del 2005, e più nessuna traccia. Fantetti ha rifiutato di rispondere personalmente e anche attraverso il suo avvocato alle domande che riguardano la sua vita londinese. Però, su Di Girolamo, nel 2008 aveva commentato che “gli italiani all’estero meritano maggiore serietà”. E i contribuenti non risparmieranno nemmeno i 35mila euro di diaria annua, che spettano per legge ai parlamentari delle circoscrizioni estere.