Per il momento la stampa nazionale tedesca è ancora indecisa se continuare ad appioppare a questo nuovo colore politico tedesco, l’arancione, l’appellativo di fenomeno (quindi passeggero) o se parlare della nascita di un vero e proprio nuovo movimento partitico con un posto stabile nell’arco costituzionale della Germania federale. Un fatto è si da ora da tutti riconosciuto: i Pirati stanno mettendo in difficoltà i partiti affermati e ricordano sempre più la nascita dei Grüne, i Verdi, negli anni settanta. Mentre i Verdi facevano dell’ecologia il loro cavallo di battaglia, i Pirati hanno scritto sul loro programma l’esigenza ad ogni costo di una radicale trasparenza politica.
Il loro mezzo di comunicazione è l’Internet. Ecco, è nato il partito dell’Internet e al momento nessuno è in grado di dargli una giusta e ponderata valutazione. Per la Ludwigsburger Kreiszeitung le cose sono abbastanza chiare: “ I Pirati hanno superato la fase del fenomeno, affermando la loro forza nella debolezza dei partiti classici”. Qualche altro giornale, come il Kölner Stadt- Anzeiger, vede con simpatia nei Pirati la reale Chance per creare tra i partiti affermati “una costruttiva tensione e irrequietezza”. Si parla anche del piacere della novità, destinata a fallire al momento in cui questo partito sarà chiamato a fornire una propria cognizione realizzabile della politica quotidiana. Fatto sta che tutti, sia la stampa dedicata alla politica sia gli stessi studiosi dei fenomeni di costume politico, sono molto cauti nell’usare termini come “apparizione passeggera”. Troppo vivo è il ricordo della carriera dei verdi quando furono definiti “un fenomeno temporaneo”.
Sulla stampa tedesca si legge, infatti, che i Pirati sono i nuovi Verdi. Il loro bacino elettorale è giovane. La loro richiesta carica di simpatia: la partecipazione democratica radicale e garantita dall’uso dell’internet e, perché no, un introito base per tutti! La loro novità consiste nell’offerta di un dibattito perenne online. La ricerca dell’orientamento politico diventa per i Pirati l’orientamento politico fine a se stesso, scardinando così i vecchi punti di riferimento come la destra e la sinistra. Ma sarà sufficiente per sopravvivere?
Interessanti sono le speculazioni del Nürnberger Nachrichten che vedono proprio nel fallimento dei liberali della Fdp il motivo della nascita dei Pirati. Insomma, sarebbero i Pirati i veri liberali del futuro politico in Germania. È comunque scontato che i Liberali sono agonizzanti perché hanno tradito i principi delle proprie fondamenta politiche come i diritti civili e la libertà dell’individuo senza frontiere e limiti di sorta. Le idee dei Pirati sono a tratti identiche con il pensiero liberale. Anche la cancelliera Merkel non ha potuto fare a meno di accorgersi dei Pirati, definendo il loro successo “L’espressione di un potenziale malcontento”.
La Cancelliera ha subito annunciato conseguenze per il suo partito come il potenziamento delle competenze democristiane nel campo della comunicazione telematica. “Il tema Internet è un altro elemento che giuocherà un ruolo maggiore nelle prossime campagne elettorali”. Così la Cancelliera che ha quindi intuito il deficit della Cdu nella scelta dei mezzi di comunicazione. Ma avrà anche intuito i deficit nei contenuti della comunicazione del suo partito verso i giovani elettori? I politologi non hanno ancora un’opinione comune. Il Niedermayer è stato il primo ad avvisare che i Pirati non sono un fenomeno urbano ed esclusivamente berlinese e il successo nel Saarland gli ha dato subito ragione.
Il tema della trasparenza esasperata sembra essere un nucleo sufficiente, come la difesa dell’ambiente lo fu per Verdi, per garantire la sopravvivenza di questo nuovo partito a livello nazionale. Una cosa è certa: i Pirati hanno scosso le elezioni del Saarland con il 7,4 % dei consensi. Basti pensare che i Verdi abbiano appena sfiorato in quel Bundesland l’ostacolo del 5%, entrando nel parlamento regionale per un pelo. I Liberali, che erano al governo insieme alla Cdu e ai Verdi, hanno raccattato un miserabile 1,5% dei voti.
Oskar Lafontaine è stato il primo a fare i conti con i Pirati che nel Saarland gli hanno portato via una bella fetta di voti, scardinando gli schemi della destra e della sinistra e assorbendo un potenziale di giovani elettori che altrimenti si sarebbero dichiarati nettamente di sinistra, almeno per il gusto di protestare contro la classe dirigente. L’arancione dei Pirati è destinato a sparire dalla tavolozza politica tedesca? Boh, e chi lo sa? Un posto nella storia dei partiti tedeschi se lo sono però già assicurati, questo è certo. È certo anche che costringeranno tutti a frequentare un corso accelerato d’Internet se vogliono vincere le elezioni future. Perché una cosa i Pirati l’hanno già dimostrata: la politica del futuro si fará su Facebook.