La Monsanto ha detto sì al matrimonio con la Bayer: nascerà così il colosso che avrà in pugno sementi e pesticidi. La multinazionale americana alla fine ha ceduto dopo un’offerta della casa tedesca di 66 miliardi di dollari.
Il corteggiamento tra i due giganti dell’agrochimica risale a maggio scorso, quando la Bayer aveva offerto 62 miliardi di dollari, pari a 122 dollari ad azione, ricevendo in risposta un netto “no”. A Luglio la Bayer aveva rilanciato a 64 miliardi (125 dollari ad azione,ndr. ) ricevendo però l’ennesimo rifiuto.
Per gli azionisti di Monsanto, 128 dollari ad azione (questo il valore delle azioni con l’offerta vincente ) corrispondono a un premio del 44% rispetto alla chiusura del titolo dello scorso 9 maggio, alla vigilia delle trattative.
Alla luce di questa fusione, quale sarà ora il futuro dell’economia agricola mondiale? Secondo gli esperti questo colosso finirà per stravolgere il mondo, ormai alle corde, dell’agricoltura. Basti pensare che da sola, questa unione controllerà il 24% del mercato globale di pesticidi e il 29% di quello dei semi. Si tratta di cifre spaventose se si pensa che sono in arrivo altre due fusioni importanti come quelle tra Dow Chemical-DuPont e Syngenta-Chemchina. Il tutto si traduce così: l’agricoltura in mano a 3 soggetti, aumento dei prezzi sia per consumatori che per produttori e calo dell’offerta.
Chi è Monsanto?
Non è la prima volta che noi di Bioecogeo scriviamo della multinazionale americana. Nell’ultimo articolo abbiamo parlato dei danni provocati alla popolazione argentina dal Roundup (il pesticida a base di glifosato prodotto proprio dalla Monsanto) come l’aumento del 400% di casi di malformazioni nei neonati e la crescita di casi di malattie delle vie respiratorie e della pelle sia tra i giovani che tra gli adulti.
Nata nel 1901, la Monsanto è sempre stata al centro delle cronache mondiali, basti pensare che è stata la prima a produrre l’Agent Orange (l’agente arancio) il defoliante a base di diossina utilizzato dall’esercito statunitense durante la guerra in Vietnam responsabile di numerosi casi di neoplasie e teratogenesi (sviluppo anormale dei feti durante la gestazione) tra la popolazione locale. La Monsanto è riuscita con gli anni a muoversi e a mescolarsi sempre di più nella politica statunitense. Il colosso dell’agrochimica è stato tra i grandi sostenitori della bocciatura di un referendum in California per etichettare gli alimenti frutto di sementi hi-tech.
Il passato dell’azienda di St. Louis è talmente controverso che un collettivo di avvocati e ONG ha anche presentato alla fine del 2015, un’istanza presso il tribunale internazionale per i crimini praticati dalla multinazionale americana nel campo dell’ambiente e della salute e contribuire al riconoscimento del reato di ecocidio nel diritto internazionale.