Capodanno in Germania. Dopo una notte di terrore, con molestie sessuali, furti, violenze e insulti, poco prima della chiusura redazionale siamo arrivati ad un numero elevato di denunce per violenza contro la donna, ben 379. Non è un caso singolo che riguarda solo la Germania, ma dalle ultime agenzie sembra che ci siano state situazioni simili in gran parte d’Europa.
La maggior parte delle aggressioni è avvenuta a Colonia seguita da Amburgo, Stoccarda e altre città. Le denunce da parte delle donne aggredite parlano di uomini ubriachi e apparentemente di origine nordafricana e mediorientale. I politici parlano di una nuova dimensione di criminalità organizzata. Ma in fin dei conti si tratta solo di violenza contro le donne che si è cercato di nascondere per diversi giorni.
Ma perché?
Da quanto raccontato dalla polizia è stato dato ordine di non rendere pubblici i crimini commessi dagli immigrati e profughi per evitare strumentalizzazioni da parte dei partiti anti immigrazione.
Bene, ma di certo non è cercando di nascondere un fatto così grave che si risolve il problema e tanto meno dando la colpa ai soli immigrati. La colpa è di tutti. L’escalazione avvenuta a Colonia è un problema strisciante che dura già da vari mesi in Germania. Si può parlare di una vera e propria “epidemia” di stupri. Già a giugno vari giornali locali tedeschi avevano pubblicato articoli su donne che venivano molestate o violentate nei centri di accoglienza per i rifugiati. A Mering, dove una ragazza di 16 anni è stata violentata, il consiglio che ha dato la polizia ai genitori è stato quello di non far uscire più i figli da soli. Mentre gli amministratori di un Liceo di Pocking, dove nelle vicinanze si trova un centro di rifugiati, hanno avvertito i genitori di non far indossare abiti succinti alle proprie figlie per evitare malintesi. Cosa? Tanto vale la pena di chiudere le proprie figlie in casa e così siamo sicuri che non succede niente di pericoloso.
Le molestie sessuali in Germania non sono una novità
In Germania il problema degli stupri e delle molestie sessuali è un problema a livello nazionale. Anche se molti lo negano e non lo vogliono ammettere, bisogna dire che in Germania, in tutte le grandi manifestazioni, le donne molte volte devono affrontare una triste realtà, e cioè quella di essere toccate contro la propria volontà. Per molti uomini tedeschi e non, per es. il carnevale o l’Oktoberfest non sono divertenti se non hanno la possibilità di importunare una donna.
Quello che ripetutamente si sente dire è sempre lo stesso: “Di sicuro hanno provocato”, “Come erano vestite queste donne?” e, per quanto riguarda i fatti di Colonia “Ma che ci facevano queste donne a mezzanotte alla stazione?”.
La domanda, invece, che pongo al mondo maschile è perché si cerca sempre di giustificare l’aggressore? Perché quando si parla di violenza contro le donne, quest’ultime sono sempre le colpevoli? Come se una maglietta scollata o una minigonna possa rappresentare un alibi per molestare o violentare una donna.
E poi, ci si mette anche il sindaco di Colonia, Henriette Rekers, con la sua guida on-line di “Come si deve comportare la donna” a rendere la situazione ancora più ridicola. “La donna deve camminare con lo sguardo rivolto verso terra” oppure “La donna deve mantenere la distanza di un braccio con gli stranieri”. Parole deliranti. Dette poi da una donna peggio ancora.
Quindi dobbiamo essere noi donne a dover cambiare il nostro modo di vivere? Non riesco proprio a capire il modo di fare e di dire di molta gente, specialmente dei politici. Non si tratta di sciocchezze ma di violenza contro le donne e non deve interessare chi sia, da dove provenga o a quale religione appartenga il molestatore/violentatore.
La violenza da qualsiasi fonte arriva è sempre violenza, che sia culturale, mafiosa, o di altro tipo, è sempre violenza. Quante sono le ingiustizie che devono sopportare ancora le donne? Cosa dobbiamo aspettarci dai nostri politici?
In rete non si leggono altro che commenti estremi. O si cerca di minimizzare il tutto, come già detto, dando consigli alla donna su come vestirsi o come non provocare. O ci si scaglia contro gli immigrati, e se qualche donna cerca di difenderli si deve sentir dire “Peccato che non è successo a te!”. Cose da matti!
Ma che senso ha tutto questo? Dove sono le soluzioni?
Per il momento nessuna soluzione. Forse si può pensare che la violenza contro le donne sia soltanto lo stupro consumato, ma non è così. La violenza ad una donna non è solo l’aggressione fisica di un uomo, ma include anche vessazioni psicologiche, minacce, molestie sessuali, persecuzioni, tutti quei comportamenti che non tengono conto della volontà della donna, che ha diritto a dire SÌ e NO a qualsiasi idea o proposta come qualunque essere umano dotato di diritti e dignità.
Non deve essere rilevante se l’aggressore fosse ubriaco, drogato o di sembianze nordafricane o arabe. Non deve interessare se la donna ha provocato o indossasse dei pantaloncini. Quello che deve interessare è la tutela e la dignità dell’essere umano, di cui fa parte anche la donna. Bisogna tenere in mente che gli uomini che molestano o violentano sono uguali in tutto il mondo. Senza eccezione di razza. E non è certo nascondendo o chiudendo gli occhi o facendo finta di niente, che si risolve un caso così grave. Ma con leggi più severe, con leggi che tutelino veramente la dignità della donna.
Infine mi chiedo, perché i politici, così come anche i media, non abbiano fatto uno slogan come dopo gli attentati di Parigi? Il “Je suis …” per la donna non esiste? I casi di violenza a Capodanno non sono forse anche degli atti terroristici nei confronti di noi donne? Concludo dicendo “Ich bin Frau!”.