Il Paese diventerà una sorta di "laboratorio" in cui faremo alcune valutazioni, visto che non c’è una formula matematica certa di come andranno le cose. Quindi abbiamo pensato di fare quattro "esperimenti" per ciascuna delle quattro sedi: se a Saarbrücken rimarremo con uno sportello consolare, a Mannheim chiudiamo senza lasciare nessuna struttura, a partire da ottobre 2010. (sen. Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo).
Le sconcertanti parole del sottosegretario Mantica da leggere in un comunicato stampa apparso oggi online su Aise , non solo ci lasciano allibiti, ma confermano un’ipotesi che il nostro Sindacato ha avanzato dall’inizio dell’annunciata razionalizzazione della rete consolare, cioè dietro al progetto il nulla! Quali sono i parametri della razionalizzazione ci stiamo chiedendo dal giugno 2009 ad oggi, 23 febbraio 2010, giornata dell’audizione del sottosegretario Mantica in Parlamento? Un’ipotesi di risparmio?
Ora la risposta è chiarissima e alla portata di tutti: nessun progetto ragionato e strutturato per garantire parametri di efficienza, funzionalità gestionale e semplificazione delle procedure burocratiche! Chiusure per diletto, per pura voglia di sperimentare nuove formule, per creare laboratori per chissà quali ricerche e naturalmente questo tutto sulla pelle del personale (a contratto e di ruolo) coinvolto in questo assurdo piano di razionalizzazione, e della nostra comunità italiana all’estero, per la quale il nostro sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, non sembra avere molta stima, considerato che vuole negare ai nostri connazionali all’estero elementari servizi.
Pensare e attuare un piano di razionalizzazione e modernizzazione della nostra rete estera significa aprirsi ad un dialogo costruttivo, esaminare alternative e sanare prima quelle ingiustizie e quelle situazioni che sono ancora causa di molto malcontento e arretratezza. Arretratezza dei sistemi informatici e di certe procedure; personale a contratto frustrato che attende da ben 9 anni diritti sindacali e che in parecchie parti del mondo riceve stipendi non adeguati e alla soglia della sopravvivenza. Anche la lenta ma costante diminuzione di posti funzione all’estero per il personale delle aree funzionali – salvo poi esternalizzare i servizi a società presenti nelle realtà locali – rientra in una politica che si è dimostrata deleteria per la rete diplomaticoconsolare di questo Ministero. Tutti questi elementi vanno considerati se si vuole attuare un piano veramente ben meditato.
L’audizione del sottosegretario Mantica davanti alle Commissioni esteri riunite di Camera e Senato non ha portato nulla di nuovo sul fronte della razionalizzazione. Al contrario strutture che in un primo momento erano scomparse dalla mappatura delle sedi da depennare, riappaiono oggi più a rischio che mai: Detroit, Filadelfia, Brisbane, Adelaide.