Spending Review, cos’ è questa roba? Niente di particolare. Significa semplicemente “occhio alla spesa e vediamo dove si può risparmiare”. Questa è la direttiva impartita ai vertici del Ministero degli Affari Esteri dal nuovo Ministro Terzi di Sant’Agata, subito dopo aver sospeso i piani di risparmio con la chiusura dei consolati del suo predecessore.
L’ex Ministro Frattini, triste ricordo, aveva messo la riforma della rete diplomatico-consolare nelle mani del Senatore Alfredo Mantica, il cui nome suona alle orecchie del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e dei Comites come quello di Frankenstein, di Dracula e del Lupo Mannaro messi insieme.
In sei lunghi anni lo Tsunami Mantica ha abbattuto ambasciate, consolati e istituti di cultura. Zac! Dalla cartina geografica della Germania sono spariti tre consolati e un’agenzia consolare. E hai voglia di chiedere i criteri delle chiusure, i parametri, i monitoraggi. Gli elenchi delle chiusure partivano da Roma e arrivavano come bollettini di guerra a Comites e CGIE costretti a limitarsi alla sola lettura dei nomi dei caduti.
Poi arrivò Terzi di Sant’Agata con quel Gentiluomo di Staffan De Mistura (Sottosegretario con la delega per gli Italiani all’Estero) e tutti a tirare un sospiro di sollievo.
Il nuovo Ministro ha voluto innanzitutto vederci chiaro prima di ordinare nuove (e temiamo necessarie) chiusure. Ha pertanto ordinato ai vertici della Farnesina un’analisi della situazione che sarà alla base della riforma. Si noti bene: riforma che non significa chiusura e basta. Eh sì, perché il Ministro degli Affari Esteri ed il Sottosegretario sono nuovi di zecca ma le cocuzze pensanti del Ministero degli Affari esteri sono sempre quelle di una volta e c’è da temere che i risultati che sforneranno somiglino inevitabilmente a quelli già messi in atto dal mostro (Pardon: nostro) Alfredo Mantica.
E allora siamo tutti qui a chiederci: cosa bolle in pentola? I sindacati temono un botto tremendo che coinvolge il personale di ruolo e con contratto in servizio all’estero. Quelli di ruolo (i funzionari) temono richiami a Roma in massa, dove li attende un magro stipendio. Il personale assunto sul posto (i contrattisti) teme addirittura il licenziamento in caso di chiusura del loro consolato. Gli utenti (noi, gli italiani che vivono all’estero) temono tagli peggiori ai servizi consolari e distanze ancora più lunghe per ottenerli.
Allora, ricordiamo che il nuovo Ministro vuole lo Spending Review, vuole un occhio alla spesa per un maggiore risparmio, come hanno da sempre fatto le nostre mamme nell’amministrazione del bilancio familiare.
Ricordiamoci tutti però (anche la Farnesina) che le nostre mamme non mettevano i libri per la scuola, o i medicinali o il latte per la colazione nell’elenco delle cose da chiudere.
Ecco, i servizi consolari per le centinaia di miglia d’italiani in Germani sono come il latte a colazione: ci serve per crescere forti e sani a beneficio dell’Italia.