Lettera di dimissioni del Presidente di Ciao Italia, Onorevole Bartolo Ciccardini per protestare contro l’abbandono di ogni politica di salvaguardia e promozione dei Ristoranti Italiani all’estero:
Ai Soci Fondatori, al Consiglio Direttivo, ai Presidenti di Sezione, ai Delegati ed ai Soci di Ciao Italia.
Egregi Signori,
ho dovuto constatare che da oltre due anni il Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali, si è rifiutato di riunire la “Commissione ministeriale per la “Ristorazione Italiana nel Mondo” istituita con Decreto Ministeriale il 9 novembre 2007, nonostante le mie ripetute sollecitazioni nella mia qualità di Vice Presidente Vicario, nominato dallo stesso Ministero.
In questa maniera è stata sospesa ogni attività di promozione e di difesa del Ristorante Italiano all’estero. E’ stato dismessa una politica di difesa nei confronti delle adulterazioni ed imitazioni. E’ stata negata la politica di promozione della cucina italiana, come patrimonio della civiltà umana.
Ho dato incarico all’Avv. Fiori di svolgere tutte le azioni, necessarie per appurare eventuali danni e responsabilità, per queste inadempienze gravissime. A me personalmente, non resta altra via per difendere i valori che la nostra Associazione promuove e per rendere pubblica la grave inadempienza che dare, perché suoni come alta protesta, le mie dimissioni da Presidente di “Ciao Italia – Associazione dei Ristoranti Italiani nel Mondo”.
Mantengo, sempre per protesta, il mio incarico, stabilito dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2007, di Vice Presidente Vicario della “Commissione Ministeriale per Ristorazione Italiana nel Mondo” per svolgere tutte le azioni necessarie in difesa di questa legittima istituzione.
Ho dato incarico all’On. Egidio Pedrini, Vice Presidente dell’ Associazione, di gestire il periodo straordinario di transizione.
Il Presidente di Ciao Italia
Bartolo Ciccardini
Lettera dello Studio Legale Fiori incaricato da Ciao Italia di diffida al Ministero dell’Agricoltura per la mancata convocazione della “Commissione Ministeriale per la ristorazione italiana nel mondo istituita dal Ministro in data 9 novembre 2007:
STUDIO LEGALE FIORI Roma, 2 aprile 2010
Raccomandata: Al Ministro delle Politiche Agricole
e.p.c. : al Dott. Giuseppe Ambrosio, Presidente della “Commissione Ministeriale per la Ristorazione Italiana”
Oggetto: Mancata convocazione della “Commissione Ministeriale per la Ristorazione Italiana nel Mondo” istituita dal Ministro in data 9 novembre 2007
Signor Ministro,
Le scrivo per conto di “Ciao Italia” – Associazione dei Ristoranti Italiani all’Estero per significarLe quanto segue: La Commissine in oggetto, è stata costituita con Decreto del Ministro per “difendere e proteggere” la cucina italiana, di “sviluppare progetti”per affermare il sistema della Ristorazione Italiana e “favorire” un ulteriore salto di qualità nell’offerta della cucina italiana.
Dal preambolo del decreto in questione emergono le ragioni per le quali il governo ha ritenuto di dovere istituire un organo specifico (la Commissione) a tutela di un bene di importanza strategica quale è la cultura eno-gastronomina italiana in connessione con la qualità del sistema agro-alimentare italiano. Detto Decreto per tanto ha individuato un bene pubblico “frutto di un secolare processo storico di una società protagonista di significativi momenti della civilizzazione umana” che merita protezione istituendo a tal fine una Commissione con il compito di svolgere tale funzione pubblicistica.
Ma tale commissione fino ad oggi non è stata mai riunita perché il Presidente ha omesso di convocarla ,nonostante anche una richiesta espressa rivolta al Ministro e al Dott. Ambrosio dall’ Onorevole Ciccardini, Vice Presidente Vicario.
Si pone pertanto Onorevole Ministro un serio problema istituzionale e giuridico perché ci troviamo in presenza di una vicenda sotto certi aspetti incomprensibile se non inquietante: Un Ministro da rilevanza istituzionale, ordina mentale ed amministrativa ad una funzione attribuendole così natura pubblicistica (la tutela della cultura eno-gastronomica e agro-alimentare); Dichiara necessaria la tutela, la protezione e lo sviluppo di detta funzione; Nomina a tal fine una commissione a tutela di detto bene di interesse nazionale.
La commissione che ha, come recita il decreto, la competenza per istituire il riconoscimento per il Ristorante Italiano e per promuove e realizzare ogni iniziativa per la qualità della Ristorazione Italiana all’estero non è stata mai riunita.
Siamo dinanzi ad un difetto di azione amministrativa che potrebbe comportare danni alla funzione pubblica da tutelare; e da allora sorge spontaneo al domanda a chi si dovrebbero imputare tali eventuali danni, compresi quelli sopportati dalle aziende italiane impegnate nella realizzazione di veri Ristoranti Italiani all’estero.
Sempre salva ogni ulteriore responsabilità collegata ad un eventuale uso distorto dei poteri dello Stato.
Signor Ministro, le chiedo pertanto di intervenire perché l’attività della Commissione abbia inizio e lascio a Lei la valutazione sull’opportunità di investire della questione la Procura della Corte dei Conti.
Nell’attesa di un riscontro le invio cordiali saluti.
Publio Fiori
Lettera personale di Ciccardini agli amici di Ciao Italia:
Cari Amici,
dopo 30 anni e più di lavoro insieme, ho sentito il dovere di dare un ulteriore contributo all’Associazione dando le dimissioni da Presidente per protesta contro i gravissimi gesti che sono stati compiuti contro la Ristorazione Italiana all’estero e contro l’ unica vera e rappresentativa Associazione organizzata per difenderla. La Fondazione Cologni, facendo un’ analisi della situazione italiana ha denunciato la scomparsa dei mestieri d’arte e dichiara: “Senza una adeguata rivalutazione comunicativa con apposite campagne ministeriali è difficile affascinare le nuove generazioni”. La Confartigianato ha denunciato come le imprese artigiane fatichino in Italia a trovare mano d’opera di media qualificazione. La strategia centrale risulta essere “la scuola per i grandi mestieri ed arti” come noi stiamo chiedendo da anni. Abbiamo offerto i nostri Ristoranti più qualificati per realizzare le Botteghe-Scuola che sono nella storia della nostra arte e della nostra eccellenza. Abbiamo istituito il Riconoscimento del Ristorante Italiano all’estero per dare a queste Aziende di Qualità, la dovuta forza per aprire il mercato mondiale ai veri prodotti di qualità della nostra agricoltura. Non è qui il caso di ricordare le nostre battaglie. I produttori hanno preferito di screditare la Ristorazione accusandola di essere responsabili delle falsificazioni. Le Lobby della grande distribuzione, hanno confiscato, con la intermediazione, i principali guadagni del mercato. Le stesse associazioni che organizzano in Italia le categorie legate al prodotto alimentare non hanno mai voluto riconoscere la funzione della Ristorazione Italiana all’estero.
L’ultimo episodio è stato la messa in frigorifero della “Commissione Ministeriale per la Ristorazione Italiana nel Mondo” istituita con Decreto Ministeriale, violando regole amministrative e danneggiando gli interessi della promozione del prodotto italiano all’estero.
La perdita dei prodotti di eccellenza, la concorrenza delle falsificazione e delle adulterazioni, la mancanza dei Riconoscimenti alle Imprese di grande qualità, che lavorano all’estero rappresentano il suicidio della vera potenzialità italiana.
Per obiettività devo anche riconoscere una stanchezza ed un individualismo negli imprenditori della Ristorazione Italiana all’estero che pur avendo raggiunto grandissimi risultati con i loro esercizi non hanno saputo rendere forte la loro organizzazione, non hanno incrementato la loro presenza facendo squadra, non hanno voluto passare a forme di organizzazione economica consortile per diventare gestori del mercato che avevano conquistato.
Sarebbe stato necessario promuovere, organizzare e rendere forte in proprio una Targa di Qualità, per rispondere all’abbandono delle autorità italiane.
Ritengo che sia necessaria una ripresa forte di quell’ energia, di quell’entusiasmo, e diciamolo pure, di quell’orgoglio nazionale che ha permesso all’Associazione di raggiungere grandi risultati.
Io sento il dovere di fare per l’Associazione, un ultimo sforzo ed un ultimo sacrificio: dare le dimissioni da Presidente, per protestare contro la colpevole rassegnazione di chi ritiene che l’Italia non abbia qualcosa da dire e da difendere in questo campo in cui ha raggiunto il con merito il “Primato Globale”.
Vostro, Bartolo Ciccardini