Peggio di un trattore impazzito, un rullo compressore, una vera e propria slavina la strategia di impoverimento della presenza istituzionale italiana in Germania. Mentre la Migrantes (che non è sicuramente un organo bolscevico) attesta nel suo ultimo rapporto l’aumento dell’emigrazione italiana verso l’estero, gli italiani giungono a destinazione e trovano i loro consolati con le porte chiuse.
Amburgo, Mannheim, Norimberga, Saarbrücken questo é l’elenco dei consolati colpiti dai provvedimenti di chiusura e non finisce qui.
Ora tocca anche all’Enit, Ente Nazionale Italiano del Turismo di Monaco di Baviera. Il Comitato straordinario del consiglio di amministrazione dell’agenzia per il turismo ha decretato il 30 novembre scorso la chiusura dell’Enit di Monaco di Baviera per il 31 dicembre di quest’anno, con il trasferimento delle sue competenze all’Enit di Francoforte sul Meno. Ora, anche gli ultimi tifosi in Germania del Governo Berlusconi, quelli che confidavano nel taglio “imprenditoriale” dato alla gestione dello Stato da un uomo che è considerato un genio dell’imprenditoria, cominciano a nutrire dubbi sull’intelligenza di questi provvedimenti.
Ma come, anche l’Enit? Ma il turismo non è una della maggiori fonti d’entrate del nostro Paese? Ma l’incuria dei monumenti pubblici (Pompei è solo l’ultimo esempio) non è considerata in prima linea un danno economico oltre a quello già scontato alla nostra cultura? E proprio ora vanno a falciare uno dei capisaldi in Germania dell’informazione e dell’incentivazione turistica verso l’Italia? Questo non è certo lo spirito imprenditoriale in cui ancora qualcuno in Germania confidava.
A nessun imprenditore verrebbe in mente di licenziare il suo rappresentante sulla piazza d’affari dei suoi migliori clienti. I migliori clienti, si, perché la Baviera non è l’ex DDR. La Baviera è il Bundesland più ricco della Germania. Un vero e proprio stato nello stato.
Il Bundesland da dove partono i turisti con i soldi e non quelli diretti a Cesenatico con 75 Euro a disposizione per la pensione completa. La Baviera è il Land con un uno dei maggiori volumi d’affari dall’Italia e verso l’Italia. Con la chiusura dell’Enit viene lanciato inevitabilmente un messaggio di offensivo disinteresse e d’incuria dei rapporti verso un partner che invece andrebbe trattato con tutti i riguardi.
Ma andate a Monaco di Baviera, andate a visitare l’Istituto spagnolo Cervantes, andate a cercare gli istituti americani o gli enti gestiti da Paesi arabi per capire qual è l’importanza che l’estero dedica alla capitale bavarese. E noi? Noi risparmiamo.
Noi risparmiamo ma non sulle auto blu delle centinaia di privilegiati e non certo con la lotta agli speculatori ed evasori fiscali. Viene spontaneo il ricordo di quel film in cui Totò candidamente afferma che il suo cavallo era morto, proprio ora che gli aveva tolto l’abitudine di mangiare.
Addio caro Enit di Monaco di Baviera. Te lo puoi scordare che qualche interlocutore bavarese importante ti segua a Francoforte sul Meno. I clienti importanti sono abituati ad essere seguiti. Questo lo sanno tutti, tutti ad eccezione di chi gestisce la nostra presenza all’estero.