PACHINO (Siracusa) – “A una Grande Sicilia noi crediamo. Non è un’utopia. Perché crediamo alle capacità dei suoi uomini, alla forza dell’identità siciliana, alla sua storia, al prestigio del suo patrimonio culturale ed artistico unico al mondo. Perché avvertiamo i segnali di una Sicilia straordinaria che cambia, che riscopre il suo orgoglio, che vuole tagliare con il passato, che cerca legalità, innovazione, che vuole rilanciarsi da sé stessa. Soprattutto perché avvertiamo fermenti nelle nuove generazioni che vogliono costruirsi un futuro anche in Sicilia.
Non manca la spinta e la solidarietà dei siciliani fuori dall’Isola. Sì, una Grande Sicilia è possibile”. Lo ha detto Domenico Azzia, presidente di Sicilia Mondo e consigliere Cgie, intervenendo al convegno “La Grande Sicilia”, organizzato dal Comune Pachino e dalle associazioni “Siciliani in Lombardia” e “Iblea Amici Provincia di Siracusa ed oltre”. “Pensiamo – ha sottolineato Azzia – ad una Grande Sicilia come società aperta ai corregionali che vivono fuori dall’Isola, ai loro figli e nipoti come siciliani a pieno titolo non destinatari ma partecipi alle deliberazioni dell’Isola. Pensiamo ad un legame civile con loro fondato sul diritto-dovere in un rapporto interattivo di reciprocità, in modo particolare in posti di responsabilità nelle varie parti del mondo”.
“Per noi non ha senso parlare di una Grande Sicilia senza coinvolgere, alla realtà territoriale dell’Isola, la realtà dei siciliani che vivono all’estero e quella di quanti bussano alle sue porte. Queste realtà le vediamo insieme, collegate in un’unica strategia, in un unico progetto, in un unico percorso finalizzato alla promozione ed allo sviluppo dell’Isola. Così come non ha senso per noi parlare dei siciliani che sono andati via senza il loro coinvolgimento nella vita sociale, economica e culturale dell’Isola” ha detto Azzia sottolineando che “come Associazione, ci proponiamo come soggetto di mediazione, di proposta e di stimolo ma anche di pressione nei confronti del Governo Regionale, pronti a monitorare, per quanto è nelle nostre possibilità, la rete-risorsa dei siciliani nel mondo, in particolare i siciliani eccellenti e quelli in posti di responsabilità rimasti per troppo tempo ingessati nonostante la loro aspirazione a partecipare alle cose della Sicilia che amano”.
Sicilia Mondo pensa “ad un Governo della Regione forte, determinato, che sappia attivare una politica di svolta rispetto al passato, una politica autonoma, tutta propria, capace di fare le riforme necessarie, impostare un sistema- Sicilia, che faccia valere le prerogative costituzionali dello Statuto, che chieda con forza ed ottenga una nuova data per l’area di libero scambio Euro-Mediterraneo”. Un Governo della Regione “che apra con i Paesi dell’area del Mediterraneo con una politica autonoma di accordi, relazioni, scambi economici e culturali per fare della Sicilia la piattaforma reale, strategica e logistica di comunicazioni, di intercultura, di beni e servizi al centro del Mediterraneo”.
Per questo Sicilia Mondo ha “ripetutamente proposto l’istituzione di un Assessorato Regionale all’intercultura, tessitore di una politica organica di rapporti economici e culturali con i Paesi dell’area del Mediterraneo. Ricordando di poter contare su un supporto di base rappresentato dalle Associazioni di siciliani in quei Paesi”. “Un Governo – ha rimarcato Azzia – che sappia scuotere l’orgoglio dei siciliani dicendo a chiare note che senza l’impegno di tutti, di quelli che siamo nell’Isola e di quelli fuori, non si esce da tunnel di stallo in cui siamo. Ritrovare con le opposizioni un’unità sostanziale sui problemi di fondo del momento. Fare capire a tutti che la Sicilia deve contare solo su sé stessa, sulle sue capacità, sull’impegno dei suoi figli. Una Sicilia che deve correre”.
Un Governo che “sappia aprire alla domanda di partecipazione dei 9-10 milioni di siciliani che vivono fuori dall’Isola con una politica mirata di rapporti, relazioni e coinvolgimenti. Il ritorno potrebbe essere una sorpresa di dimensioni incalcolabili”, ha detto ancora Azzia. Che ha polemizzato rilevando “l’ostilità da parte del Governo leghista a guida Bossi-Tremonti che toglie al Sud per dare al Nord dove dirotta a fiumi le risorse nazionali”. Azzia si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Abbiamo assistito alla querelle tra Malpensa e Fiumicino per l’accaparramento dei collegamenti più redditizi. Il Sud fuori dalla carta geografica.
Di collegamenti con il Sud neanche a parlarne. Nessun collegamento – ricorda – tra la Sicilia ed i Paesi che si affacciano nell’area del Mediterraneo: Grecia, Turchia, Egitto, Libia, Algeria, Spagna. Per andare in Tunisia a pochi Km dalla Sicilia, bisogna prima andare a Roma o Milano. Nonostante il traffico del bacino del Mediterraneo sia valutato 30 milioni di passeggeri. Si contano sulle dita della mano i voli dagli aeroporti del Sud verso l’Europa. Zero i voli intercontinentali. Bisogna prima andare a Milano o Roma come a pagare un pedaggio oltre le maggiori spese per arrivarci. Collegamenti Sud con Sud appena 3: Catania-Napoli, Palermo- Napoli, Trapani-Bari. Collegamenti Nord con Nord addirittura 7”.
E “su questo paradosso assistiamo al silenzio assordante del Governo, di ambedue gli schieramenti politici, al galleggiamento dei partiti privi di idee, programmi e volontà politica”. Dito indice di Azzia ancora puntato sulla Lega: “Hanno arricchito il proprio bacino elettorale con strade a 4 corsie, aeroporti come se piovesse, treni ad alta velocità. Con il contributo anche del Meridione e della Sicilia che pur avendo pagato la loro parte sono rimasti a secco”.