Il 46enne diplomatico originario di Imola (Bologna), dopo 8 anni di attività diplomatica rientra a Roma. È stato oltre quattro anni Consigliere d’Ambasciata a Berlino, titolare degli Affari sociali, e da febbraio 2017 è Console Generale a Stoccarda e Reggente dell’Istituto Italiano di Cultura
In una Circoscrizione consolare in cui risiedono oltre 200mila connazionali non mancano problemi e questioni da affrontare: dal funzionamento degli uffici ai contatti col mondo politico, economico, scientifico, culturale e sociale sia del Land Baden-Württemberg che della collettività. Grazie alla conoscenza della lingua tedesca, appresa in fasce dalla mamma austriaca, ha potuto esercitare al meglio la Rappresentanza dell’Italia in terra svevo-badense.
Dopo 8 anni di attività diplomatica in Germania che cosa si porta a Roma?
Sono stati 8 anni molto intensi e pieni di esperienze, sia a Berlino che qui a Stoccarda. La Germania è un Paese che ha molto da insegnarci, in tanti settori. Allo stesso tempo i tedeschi hanno appreso molto dall’emigrazione italiana qui. Porto con me la sensazione di un rapporto estremamente vivo tra i due Paesi. Rappresentare l’Italia in un contesto come quello tedesco è un grande privilegio.
Fra il ruolo di Consigliere agli Affari Sociali in Ambasciata a Berlino e la guida del Consolato di Stoccarda, certamente il più complesso della Germania, dove ha potuto porre un accento maggiore per la soluzione anche di atavici problemi quali i servizi consolari, focus principale di tutti i Comites?
In tutta la rete consolare in Germania si stanno facendo molti passi avanti, penso alla digitalizzazione, alla lenta ma progressiva semplificazione delle procedure. Un punto su cui ho cercato in particolare di insistere é quello dell’avvicinamento delle Istituzioni al cittadino. Ho cercato per esempio di girare molto nella circoscrizione e di essere spesso presente in caso di incontri, riunioni, inviti. Abbiamo portato, dal maggio 2017, i funzionari consolari 1 volta al mese a Mannheim (esigenza questa che era sentita da anni, da quando era stata chiusa la nostra Agenzia consolare in loco, e cui so che anche il Comites teneva molto, e legittimamente).
Pare che l’organico dei dipendenti, in forza al Consolato si stia assottigliando anno dopo anno. Quanti sono coloro che lasciano in queste prossime settimane per trasferimento o per pensionamento? Saranno sostituiti in vista anche del Referendum del 20 e 21 settembre sulla riduzione dei parlamentari?
Quello del tema delle risorse umane nella rete consolare è un punto importante e delicato, ben noto al Ministero e su cui il Ministero sta cercando di individuare soluzioni. È un problema non solo di Stoccarda, ma anche di altri importanti Consolati come Francoforte, Hannover, Monaco di Baviera. Allo stato attuale a Stoccarda sono in partenza nel 2020 tre unità di personale senza che al momento ne sia prevista sostituzione. Speriamo tuttavia che nuove assunzioni al Ministero possano contribuire, già nel 2021, ad arginare e contenere il problema.
Quando sarete in grado di poter emettere anche in Germania la Carta d’Identità elettronica, considerato che in Austria, in Francia e da qualche settimana anche nei Paesi Baltici l’emissione è già in atto?
Vi è un calendario ben preciso che prevede ottobre come momento di partenza. Si è voluto – ritengo molto saggiamente – evitare che la data di inizio venisse a sovrapporsi in pieno con le delicate e complesse procedure in corso per il referendum di settembre.
Il Baden-Württemberg insieme con la Baviera costituisce il motore economico degli scambi commerciali con l’Italia. Che ruolo ha avuto il Suo Ufficio?
L’interscambio economico-commerciale tra Italia e Baden-Württemberg è assai ricco e dinamico. In questo preciso settore il ruolo del Consolato è di monitoraggio e promozione e interviene laddove richiesto (per determinate situazioni, occasioni o, se presenti, in caso di specifiche controversie). Mi preme poi citare la collaborazione tra Baden-Württemberg e Lombardia, in seno al progetto dei “4 Motori per l’Europa”. Si tratta di un partenariato, creato nel 1988, tra la Lombardia (Italia), la Catalogna (Spagna), la regione Alpi-Rodano (Francia) e appunto il Land del Baden-Württemberg, con lo scopo di mantenere nell’ambito delle quattro Regioni contatti costanti in particolare in ambito economico-commerciale, scientifico e culturale. Lo scorso anno la Lombardia ha avuto la Presidenza ed ha posto l’attenzione su alcuni stimolanti ambiti di collaborazione: la medicina personalizzata con i temi della qualità e del futuro delle prestazioni di cura; le politiche e gli strumenti predittivi per l’efficienza dell’azione di governo; le filiere produttive eco-innovative e la manifattura 4.0; le piattaforme innovative nelle filiere agroalimentari; la formazione per le professioni del futuro; le nuove forme di relazione con i “millennials” ed il contrasto al bullismo. Alcuni di questi, citati ora nel contesto dell’attuale emergenza pandemica, appaiono di indiscutibile attualità.
È riuscito ad avere rapporti con il variegato mondo dell’imprenditoria di origine italiana che nel Baden-Württemberg è stimata intorno a 10mila unità?
Ho fatto visita, soprattutto nel primo periodo del mio mandato a Stoccarda, ad alcune importanti realtà imprenditoriali italiane in questa Regione; è stato un piacere e un onore. Un piacere, perché sono stato accolto con grande gentilezza e cortesia; un onore, perché ho avuto modo di vedere di persona quanto sappiamo farci valere come italiani in Germania, in settori ad alta competitività (la meccanica, la componentistica di precisione, l’ingegneria, solo per citarne alcuni).
In quali settori si riscontrano anche eccellenze italiane in terra sveva?
In tanti e variegati. Oltre a quelli citati sopra, ho incontrato eccellenze nel settore accademico (professori italiani perfettamente inseriti nelle principali Università della Regione: Heidelberg, Stoccarda, Ulm, Mannheim, Tubinga), nel settore culturale (teatro, danza, letteratura). Senza dimenticare naturalmente il settore della gastronomia.
Lei ha dovuto guidare anche l’Istituto Italiano di Cultura. Quanta italianità è riuscito a proiettare nei suoi tre anni di reggenza?
La Reggenza presso l’Istituto Italiano è stata in effetti lunga (da gennaio 2019), ma molto interessante. Sul sito dell’Istituto (www. iicstoccarda.esteri.it/IIC_Stoccarda/it) è possibile vedere il programma, che esce periodicamente. Le attività vanno dal teatro alla musica, dalle mostre ai corsi di lingua, dalla proiezione di film alle presentazioni di autori e libri. Come Italia abbiamo un patrimonio immenso da trasmettere: vi è l’imbarazzo delle scelta. Spesse volte viene data priorità ad alcuni anniversari individuati dal Ministero (per citarne uno nel 2020 Federico Fellini, nel 2021 Dante Alighieri).
Nella Circoscrizione consolare di Stoccarda si registrano oltre 7mila alunni nei corsi di lingua e cultura italiana, tenuti da 17 insegnanti di ruolo e da una sessantina di insegnanti a contratto privato locale con l’ente IAL-CISL Germania. Quali sono i punti di forza e quali le criticità emerse, accentuate anche dal Coronavirus?
L’impegno dello Stato italiano per l’inserimento scolastico è in Germania storicamente molto rilevante. Qui abbiamo numerosi insegnanti di ruolo provenienti dall’Italia e un importante contributo finanziario per l’Ente citato, che promuove e gestisce i corsi di lingua e cultura italiana. Il sistema scolastico in Germania è notoriamente molto selettivo (in maniera diversa da Land a Land, essendo l’istruzione competenza dei singoli Länder). Il coronavirus, come in quasi tutti i Paesi europei e non solo, ha avuto come conseguenza – cosa mai successa prima – la chiusura per mesi e mesi delle scuole, imponendo in maniera repentina un passaggio alla didattica a distanza. Questo è valso anche per le nostre attività nel settore scolastico.
Come sa, i corsi di madrelingua sono stati esclusi dal ritorno alla didattica in presenza da metà marzo alla fine di luglio. Come mai i consolati, anche di altri paesi, co-interessati, hanno accettato passivamente la decisione del Kultusministerium?
Non si è trattato di accettare passivamente. Si è trattato di adeguarsi alle disposizioni e alle normative locali, peraltro dettate dalla priorità della tutela della salute degli scolari, dei docenti, delle famiglie. Basta leggere le pagine dei giornali in questi giorni di agosto, gli articoli relativi alle enormi difficoltà riscontrate da alcuni Länder in cui le scuole hanno già ripreso le attività, per capire che su questo tema bisogna essere molto cauti. Non vi è una soluzione che possa essere la panacea; di fronte ad una virus come quello che ci ha attaccato nel 2020 e che ha drammaticamente cambiato la nostra quotidianità bisogna usare estrema prudenza, buon senso, capacità di adattamento e rispettare le indicazioni che provengono dagli esperti.
La pandemia, anche se in modo minore, ha interessato e sta interessando la Germania. In che termini è toccata la collettività della grande Circoscrizione consolare di Stoccarda? (ricoveri, povertà, licenziamenti, rimpatri ecc.)
Per fortuna la Germania è stata in grado di gestire con un certo grado di efficacia la fase iniziale della pandemia, forse grazie anche alla “lezione” che proveniva dall’Italia, colpita in maniera grave prima di altri Paesi europei. Il Consolato è stato coinvolto, soprattutto tra fine marzo e inizio maggio, nell’assistenza a diversi connazionali che, arrivati in Germania da poco tempo e non ancora iscritti in AIRE, o non avevano un lavoro o lo hanno perso prima di altri non essendo ancora regolarizzati e tutelati in maniera adeguata. Per decine di questi si è intervenuti per dare un sussidio che consentisse loro il rientro in Italia (in genere con voli via Francoforte o con treni via Svizzera).
Fra i molteplici compiti istituzionali di un console vi è anche l’assistenza ai connazionali reclusi nelle carceri. Sappiamo che Lei si è recato nella quasi totalità dei 14 penitenziari della Circoscrizione consolare. Qual è la loro situazione?
Ho cercato di fare visite periodiche ai nostri detenuti, ma purtroppo ne ho effettuate meno di quante avrei voluto. Nelle visite che ho fatto in genere ho incontrato anche i Direttori dei penitenziari. Le condizioni dei penitenziari in Germania sono in genere soddisfacenti, ovviamente partendo dal presupposto che parliamo di un carcere. Una cosa che mi ha colpito in particolare (ebbi modo di potere assistere ad una presentazione in merito durante una visita in una struttura carceraria giovanile) è la possibilità per i detenuti di svolgere anche attività lavorative come parte del percorso detentivo.
Che cosa rimpiange di non essere riuscito a fare?
Ci sono alcuni rimpianti e sono quasi sempre legati a cause “esogene” (mi riferisco soprattutto alla mancanza di risorse umane). Ma mettendo proprio in questi giorni (metà agosto) in ordine le mie carte in ufficio e i numerosi fascicoli in vista della prossima partenza, ho realizzato con mano quante siano le esperienze vissute in questi anni a Stoccarda. Il numero dei ricordi è decisamente superiore ai rimpianti: e allora mi dico che è andata bene così.
Qual è l’eredità che lascia al Suo successore che dovrebbe insediarsi entro la metà di settembre?
Il mio successore (Cons. Massimiliano Lagi, proveniente da Bruxelles n.d.r.) avrà, come ho avuto anche io, il privilegio di potere lavorare al servizio dell’Italia e dei suoi cittadini in un contesto assai stimolante. Forse non tutti lo immaginano, ma quello del Console è un lavoro estremamente intenso, vario, che richiede energia. Auguro al mio successore un forte “in bocca al lupo” e colgo l’occasione per salutare tutti i connazionali in questa circoscrizione consolare. Con molti di loro mi sono scritto, sentito, incontrato negli ultimi mesi. A tutti un augurio di continuare il cammino percorso, sperando di potere presto considerare gli ultimi mesi come un lontano ricordo.