Monaco di Baviera commossa ha reso l’estremo saluto al suo ex-1° Borgomastro socialdemogratico Dr. Hans-Jochen Vogel
Lo chiamavano il Gigante Rosso, non per la sua statura corporea ma per il suo impegno politico autentico e sconfinato verso i più deboli. Dotato di una rettitudine morale straordinaria, di un alto senso della giustizia sociale e di un grande e tacito amore che nutriva verso la città di Monaco di Baviera, anche se era nato a Göttingen il 3 Febbraio 1926. Nel Febbraio scorso aveva compiuto 94 anni. Il 26 Luglio c.a. è purtroppo deceduto, e il 3 Agosto si sono svolti i suoi funerali nel cimitero cittadino di Bogenhausen.
Hans-Jochen Vogel nell’anno 1943 sostenne gli esami di maturità e subito dopo avvenne l’arruolamento nell’Esercito. Durante gli eventi bellici del 2° conflitto mondiale venne fatto prigioniero dai partigiani italiani e consegnato agli Americani nei pressi di Verona. Trascorse il periodo della prigionia nella provincia di Parma e in Austria. Al rientro, in famiglia, si dedicò alla politica attiva militando nel Partito Socialista Tedesco, la SPD.
Io arrivai a Monaco di Baviera quando il Dr. Vogel, appena trentaquattrenne, era stato da poco eletto 1° Borgomastro della città. In quel tempo noi tutti, gli “Ospiti lavoratori” o Gastarbeiter, eravamo soggetti al pagamento annuale, obbligato, della somma di DM 25 (venticinque marchi) per ricevere il “permesso di soggiorno” ossia l’Aufenthaltserlaubnis. Anticamente veniva chiamato, ironicamente, Pflaster/Benutzung (uso del selciato stradale cittadino) insomma, una tassa di competenza prettamente comunale. Ebbene, l’anno dopo il mio primo rinnovo, il costo del soggiorno rimase invariato, cioè DM 25, ma la sua validità fu portata a cinque anni. Una novità, per quel tempo, veramente sensazionale! La conferma avvenne anche attraverso la trasmissione radiofonica “Buongiorno Collega” mandata in onda dalla Bayerische Rundfunk in lingua italiana, e condotta dall’indimenticabile Mario Cerza. La durata della trasmissione era di un’ora alla settimana e avveniva il sabato mattina. In altre parole, il Gigante Rosso aveva rivolto uno sguardo benevolo e comprensivo verso gli ultimi arrivati.
In seguito l’impegno politico del Dr. Vogel si concentrò per ottenere i Giochi Olimpici nel capoluogo bavarese, che poi effettivamente si svolsero nell’anno 1972. Le Olimpiadi monacensi sono rimaste strettamente legate alla sua persona, così anche la costruzione della Metropolitana e della S-Bahn che collegano i quartieri limitrofi della città. Rammento, in proposito, un particolare molto piacevole! Dopo gli accordi preliminari intercorsi con il Comitato Olimpionico, il Dr. Vogel volle confermare, personalmente, che i “Giochi” si sarebbero svolti a Monaco. Tenne un discorso informativo nella rinomata Marienplatz. Nel suo discorso euforico, fra l’altro, menzionò che la sua nonna era di origine italiana. In quel periodo i cantieri edili di Monaco erano gremiti di manodopera italiana ed io “azzardai” a concepire quella “confessione” famigliare, come una sorpresa improvvisata o di circostanza rivolta verso tutti quei lavoratori italiani.
Moltissimi anni dopo, alla fermata tramviaria Stegener Weg, nelle vicinanze del West Park cittadino, il Dr. Vogel salì e prese posto a sedere. Nella carrozza c’erano pochissimi passeggeri e questo particolare mi rese audace. Molto cortesemente mi avvicinai e osai chiedergli se potevo porgli una sola domanda. Il Dr. Vogel non si scompose, mi guardò e rispose: “Fragen Sie doch, bitte!”. Gli ricordai del discorso tenuto a Marienplatz e della “nonna italiana”. Abbozzando un piacevole sorriso rispose, confermando, che la sua nonna era veramente italiana e proveniva da Pordenone.
In occasione del suo 90esimo compleanno gli inviai gli auguri del Gruppo Marinai d’Italia monacense e i miei personali. Seguirono i suoi ringraziamenti particolari e confidenziali, accennando anche alla sua malattia. Concludo, concedendomi una legittima convinzione personale. Posso asserire che il Dr. Gianni-Gioacchino Vogel ha voluto tanto, tanto bene alla sua “nonna italiana” a tal punto d’averla voluta citare ed inserirla, con proposito, nel suo discorso rivolto al pubblico. Ora, sicuramente, anche la “nonna” a sua volta, “di lassù” molto fiera di aver avuto un nipote tanto generoso e portatore di grandi innovazioni sociali per tutti, stringendolo a sé, lo avrà meritatamente e lungamente abbracciato.