Come i locali italiani sono le prime vittime del coronavirus.
Il ristorante „Villa Fantastica“ di Bad Homburg è un locale italiano molto affermato, in posizione centralissima, con vista sul parco termale. Lo abbiamo scelto per fare un’intervista ai due proprietari, il calabrese Saverio Paletta ed il siciliano Giuseppe Schilirò, per dar loro modo di sviscerare tutti i problemi che hanno affrontato in questo periodo e che condividono con tutti i loro colleghi di questa importantissima branca.
Prima che arrivasse il virus, cioè a febbraio, vi stava andando tutto bene?
Saverio: Sí, stava tutto nella normalità. normales Betrieb, come si dice…
Giuseppe: Piuttosto faticoso, perché abbiamo cominciato l’anno scorso, nel 2019 ad agosto, con il secondo negozio assieme a Saverio Paletta, perché la gastronomia in Germania o in Italia non è che sia una cosa facile. Così è andata: come un uccello che mentre sta volando gli spariamo, così è successo a noi: mentre stavamo facendo la salita ci hanno spezzato le ali; poi ci hanno fatto capire che c’era questa Auflockerung, abbiamo aperto facendo questi fornimenti di asporto, poi ci siamo accorti che dopo un mese che abbiamo lavorato solo così, ci abbiamo rimesso duemila euro. Perché siamo riusciti a fare solo 10-12 % del nostro incasso normale, e meno male che c’eravamo noi due a lavorare qua, così abbiamo potuto recuperare dal Kurzarbeit, quindi abbiamo dovuto pagare noi tutta le spesa fra imballaggi, luce e tasse. Adesso abbiamo deciso nel mese di maggio di continuare lo stesso, abbiamo cercato di far venire soltanto una persona in cucina, ed il resto lo stiamo facendo io e Saverio, anche non essendo pagati, perché a noi non ci paga nessuno, non abbiamo diritto né a uno stipendio né a una Kurzarbeit, quindi stiamo campando da noi stessi.
Saverio: Con le riserve però.
Giuseppe: Quel pochettino di guadagno che era stato fatto nel 2019, è come una goccia d’acqua che cade sulla pietra lavica, evaporando in un attimino. E adesso ci hanno dato la possibilità di aprire venerdì, però andiamo a vedere con quali regole: abbiamo dovuto togliere le tovaglie, i cuscini, non possiamo portare il menù, non si può tenere neanche l’olio e l’aceto sul tavolino, ogni mezz’ora dobbiamo andare nei bagni a sterilizzare, ed anche il tavolo deve venire sterilizzato prima che sia di nuovo occupato, mezz’ora dopo, e questo non è un sistema perché vorremmo fare due turni almeno. Lei pensi: di 134 metri quadrati che abbiamo, con la legge che ci hanno imposto ci risultano in tutto 26 posti. Allora tanto vale che stiamo chiusi. Quindi stiamo cercando di far capire alla clientela di venire in due turni, dalle sei alle otto, e dalle otto alle dieci e trenta. Però dobbiamo esser veloci: sia a cucinare, perché non si possono fare 26 persone in mezz’ora, che a sterilizzare i tavoli e a sistemarli, in modo che il cliente mangi. E quindi mi serve anche il personale in cucina, e perciò dobbiamo cercare di fare un certo incasso, perché se no, non vale la pena. Tanti miei colleghi in Germania hanno deciso di non aprire a queste condizioni, anche perché per il cliente vuol dire passare una serata con quelle limitazioni e quelle paure, che deve riempire un formulario dove abita e dove non abita; se abitano insieme, se sono due famiglie, tutti gli indirizzi, è tutta una cosa complicata. Perché poi, quando vengono i signori dell’Ordnungsamt, sono anche un pochettino arroganti: o così o ti facciamo chiudere…
Il bello del ristorante è la convivialità, ed è proprio questa che viene a mancare, ed allora la gente non è invogliata a venire.
Saverio: È l’anima del ristorante. Non ha senso senza.
Giuseppe: Quando ultimamente un signore mi ha prenotato un tavolo, io gli ho detto: guarda, portati il passaporto appresso, e ricordati che ti darò un formulario che mi devi riempire.
Come? Pure il passaporto??…
Giuseppe: Sì sì, perché io devo pure controllare, perché mettiamo il caso che sono due famiglie in un tavolo: si possono sedere, però devo dimostrare che sono due famiglie e non tre. Sei persone, se sono tre coppie, non si possono sedere insieme. La terza coppia, deve tenersi distante un metro e mezzo. Ora, venerdì mi hanno ordinato un tavolo per otto persone, che sono clienti fissi, ed io gli devo dare otto tavoli. Oggi è martedì, e domani abbiamo ancora una giornata di lavoro per preparare il locale. Succederà magari che fra qualche settimana cambierà di nuovo legge, quindi ricominciamo daccapo e si stanno creando più costi che guadagni. Posso anche capire che in Germania come in Italia con tanti milioni di abitanti non è che si può procedere così veloce, ci vuole tempo. Ma nel frattempo l’operaio come potrebbe campare, come dovrebbe vivere? Noi ci abbiamo messo un po’ di riserva nostra, quel pochettino che ci ha dato lo Stato, perché qui gli affitti non sono due soldi. Per farle capire, qui paghiamo diecimila euro di affitto… Abbiamo fatte tante Stundung, proroghe, però quando noi riapriamo normalmente dobbiamo pagare sia la cassa mutua, la corrente,
Saverio: Tutte le tasse in generale…
Giuseppe: …siamo arrivati in due mesi e mezzo a quasi 120 mila euro.
E non esiste un’altra possibilità, tipo una proroga?
Giuseppe: Se noi facciamo una proroga anche dell’affitto, tanto vale che chiudiamo subito la baracca.
Saverio: Risparmiamo tutto.
Giuseppe: Facciamo un fallimento e poi riapriamo un domani, chissà quando. Non è che ci faccia piacere…
Saverio: È una lama a doppio taglio, questa.
Giuseppe: È una cosa molto critica.
Tutti i vostri colleghi hanno esattamente gli stessi problemi?
Giuseppe: Certamente. Quel signore che ha incontrato qui venendo, è pure lui un proprietario di un locale insieme alla sorella.
Saverio: Vengono a prendere informazioni da noi.
Giuseppe: Ci chiedono come stiamo facendo, come ci stiamo comportando, secondo te apro di mattina o apro di sera, tengo aperto tutta la settimana oppure solo quattro giorni, in modo che l’operaio rimane nel Partime? Però sono risposte, che chi le può dare?
Quali aiuti potrebbero servirvi? Quali provvedimenti desiderereste?
Giuseppe: Ma, io penso che questo provvedimento di dimezzare l’IVA è un passo molto in avanti. Ci potrebbe aiutare in futuro, ma non per un solo anno. Qui dobbiamo avere di un minimo di tre anni. Allora possiamo piano piano rimettere a posto quello che s’è perso. Questi pacchetti che loro hanno dato per le spese, sono pochi. Dovremmo fare come in Austria, che hanno messo 500 milioni per la gastronomia. Qui siamo già a tre mesi e nei prossimi tre o quattro mesi non succederà niente; ma anche se nei prossimi due mesi aprissimo, le fiere sono finite, i concerti non ci sono più, e noi viviamo di questo e della gente che viaggia. Questa città è piccola, ha solo trentamila abitanti, cinquantamila con i dintorni, e se noi non incassiamo quella somma che dobbiamo fare, se siamo bravi incassiamo il 50% di quello che abbiamo fatto nel 2019, e già sarebbe tanto. Se non fanno un pacchetto per aiutarci, succede che su tre ristoranti, uno fallisce.
In Italia sembra che la mannaia sia ancora più grave.
Giuseppe: Soprattutto per i ristoranti che hanno solo 60 mq e quindi hanno a disposizione solo 12 posti.
Saverio: Signori, con dodici posti come facciamo a campare?
Giuseppe: Non posso neanche fare la spesa, perché mi resterebbe nel frigorifero, capisce? Secondo me in Germania si è chiuso tutto troppo precipitosamente senza pensarci sopra, ed hanno riaperto in velocità senza farsi i conti come si deve. Perché ci sarebbero stati dei sistemi meno caotici.
Saverio: Il timore, credo che sia stato.
Sembra ingiusto che uno che debba chiudere la sua attività per ordine dello Stato, poi non possa venire sostenuto dello Stato.
Saverio: L’importante è che i problemi poi ce li dividiamo, no?
Giuseppe: Quindi ci stiamo trovando attualmente veramente male.
Saverio: Siamo in una brutta situazione. E nessuno se l’aspettava.
Giuseppe: Tutta la gioventù di oggi che comincia nella gastronomia, e che è così animata: gli stanno veramente passare la voglia.