Non sarà lasciato solo il connazionale all’estero che rientra in Italia entro il 30 giugno dopo aver perso il lavoro nella crisi di emergenza sanitaria. Grazie al governo per aver incluso nel decreto la richiesta avanzata dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Risultato dovuto al raccordo con il Ministero per il Mezzogiorno e della Coesione territoriale
Il CGIE è l’organismo di rappresentanza delle comunità italiane all’estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità all’estero.
Tra i suoi compiti rientrano, tra l’altro, l’agevolazione delle condizioni di vita delle comunità italiane all’estero, dei loro singoli componenti e il reinserimento in attività produttive ed altre esigenze di coloro che decidono o sono costretti a rimpatriare.
Da qui gli interventi profusi dal CGIE per l’inserimento nel Decreto legge “Cura Italia” convertito in legge per l’assistenza alle Comunità italiane all’estero stanziali e temporaneamente fuori dai confini nazionali.
Le successive avvisaglie dei rientri in Italia di connazionali che hanno perso il lavoro a causa dei licenziamenti o chiusure di imprese si sono già manifestate agli inizi del mese di marzo con la diffusione globale dell’epidemia da coronavirus. Le conseguenze scaturite dalle nuove condizioni sociali in cui si sono venuti a trovare molti nostri connazionali rimasti senza lavoro e senza protezione sociale hanno determinato scelte urgenti e impegnative per poterli assistere.
La documentazione al ministro Provenzano
Perciò in questa profonda e globale emergenza sanitaria, sociale e economica il CGIE ha presentato al Ministero per il Mezzogiorno e per la coesione territoriale, diretto dal Ministro Giuseppe Provenzano – trovando immediato ascolto – una documentazione analitica sulle condizioni sociali delle nostre comunità all’estero comprensiva di richieste, prospettando interventi di integrazione nel mondo del lavoro e di sostegno per coloro che hanno perso il lavoro e sono costretti a rientrare in Italia.
A differenza dei dettami della legge 402/1975 e successive modifiche, l’attuale scenario richiede interventi immediati e strumenti diversi di carattere universalistico per coloro che non godono degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese a causa della mancanza di accordi internazionali e normative comunitarie.
In questa fattispecie rientrano in particolare gli emigrati della nuova emigrazione occupati spesso nel terziario spesso con contratti atipici, precari e con poche o senza tutele, che saranno costretti a rientrare definitivamente in Italia, trasferendo la residenza entro il 30 giugno.
Reddito a chi rientra entro il 30 giugno
Il CGIE ringrazia il Governo e in particolare il Ministro Giuseppe Provenzano per il coinvolgimento nella fase preparatoria alla stesura del Decreto Legge “Rilancio”, per la parte che riguarda l’accesso al Reddito di Emergenza (REM) estendendolo anche gli italiani all’estero che hanno perso il lavoro.
In questo raccordo il dialogo con il Ministero del Mezzogiorno e della coesione territoriale è stato esemplare perché, oltre al riconoscimento del ruolo e delle responsabilità del CGIE, sono maturati i presupposti per una continua e duratura collaborazione che va al di là della fase contingente e si prospetta anche per nuovi interventi legislativi utili ad accorciare le distanze tra il nostro Paese e la ventunesima regione italiana residente oltre i confini nazionali.