Presentato il nuovo libro di Luca Pagliari

In occasione della giornata nazionale contro il bullismo e il cyber bullismo, si è tenuta al Palafiori di Casa Sanremo, una conferenza stampa con la presentazione del libro “#Cuoriconnessi – Storie di Vite online e di Cyberbullismo” distribuito gratuitamente da Unieuro sul territorio nazionale. L’incontro ha avuto la presenza dell’autore del libro Luca Pagliari, il musicologo Dario Salvatori, il giornalista Filippo Lucci, le testate italiane tv e stampa estera come TeleVideoItalia.de e il Corriere d’Italia, il direttore Marketing di Unieuro Marco Titi, il vicequestore della Polizia Postale Roberto Surlinelli, il consigliere comunale di Sanremo Giuseppe Faraldi. Presente anche il cantante Marco Sentieri, che ha portato al Festival “Billy Blu” un brano che tratta appunto il delicato tema del cyberbullismo e dove svela come lo stesso ne sia stato vittima. Impeccabile l’intervento anche del comico influencer Roberto Lipari, a molti noto nel ruolo d’inviato di Striscia la Notizia.

L’evento strategico ha puntato sul binomio musicale e sui giovani. Doveroso ricordare pertanto che, la campagna di sensibilizzazione e informazione sul tema del bullismo e cyberbullismo è realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con Unieuro, ed ha già incontrato in quattro anni oltre trentamila studenti. L’imponente iniziativa di prevenzione dei rischi e pericoli della rete, ha fatto tappa su tutto il territorio nazionale, toccando persino la città dei fiori durante la settimana del festival. L’inarrestabile corsa all’informazione ha fatto sì che la Polizia di Stato parcheggiasse in Piazza Colombo un Pull-man realizzato in collaborazione con i ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con una visibilissima scritta “Una vita da social”. Il mezzo, con un’aula didattica multimediale allestita all’interno e postazioni internet aperta a tutti, ha permesso incontri adatti a tutte le età usando un linguaggio chiaro e diretto a tutti in materia di sensibilizzazione e prevenzione.

Ben riuscita anche la campagna dei media che ha visto coinvolti tutti i mezzi primari, dalle radio Rai con spot programmati che hanno raggiunto picchi di ascolto attorno ai sedici milioni di contatti, alle televisioni che con la programmazione su reti Rai nello “Speciale Sanremo” ha registrato un pubblico di cinquanta milioni di telespettatori. Non da meno sono state sia l’attiva presenza sui social con più di 2.4 milioni di impression, sia le testate coinvolte e che hanno registrato un qualcosa come ventisette milioni di lettori.

“In questa fase di comunicazione quasi esclusivamente tecnologica, la musica, specie quella digitale, resta uno dei pochi veicoli capaci di trasmettere messaggi in modo immediato ed emozionale e in alcuni casi rappresenta uno strumento pedagogico e sociale insostituibile…” ha commentato il cantante Marco Sentieri ai nostri microfoni, “…come sta avvenendo ad esempio con il mio progetto ‘Billy Blu’ contro il bullismo e il cyberbullismo, che nelle scuole è divenuto un vero mezzo di insegnamento. Come più volte detto, io a mio figlio vorrei insegnare la condivisione e il rispetto per il prossimo. Possono sembrare due cose banali ma in realtà, il rispetto è anche non deridere, discriminare, offendere o denigrare il prossimo, proprio come non ci si riesce a farlo con il proprio compagno di classe, che divide con te la merendina e le giornate.”

“Ringrazio tutti quelli che hanno permesso di parlarne anche in questa settimana del Festival, dove la canzone riempie i titoli”, ci dice Roberto Lipari. “Ringrazio Unieuro, questo buon libro #Cuoriconnessi, voi che state trasportando oltre frontiera il nostro delicato messaggio. Ritengo che in qualche modo il cyberbullismo sia anche legato al mondo di Sanremo, perché è uno di quei programmi che si guarda con il cellulare in mano e tu sei lì a commentare e a fare battute. Talvolta, l’utilizzo del cellulare è la chiave di tutto. È un’arma meravigliosa, che può davvero cambiare o salvarti la vita, ma poiché “arma”, bisogna anche saperla utilizzare. È difficile arginare il complesso bullismo poiché, non avendo avuto mai una “patente” di come utilizzare un cellulare questo bisogna crearcelo noi, come il nostro senso critico, per essere in grado di gestirlo al meglio. Tu sai che ne parliamo tanto ovunque, anche a Striscia, perché parlandone a mio avviso si risolvono i problemi. Io vengo da una terra dove, quando si stava zitti si creava un danno enorme, a maggior ragione parliamone sempre e comunque!”

“Questo libro è un po’ il frutto di quattro anni di lavoro itinerante, girando l’Italia e incontrando studenti a ogni latitudine”, ci dice Luca Pagliari, “Le platee ci hanno riempito il cuore, seguendoci con attenzione e in silenzio, giacché nessuno fa la famosa predica o dice “quindi…”. Cerchiamo di portare storie, sospendendo il giudizio. Il libro racconta dieci storie che riguardano il mondo della tecnologia, avvolte in positivo e avvolte in negativo. C’è quella di Alessia che ha vissuto un dramma, perché tacciata in maniera banale di portare sfortuna; quella di Isa che dal Malawi, un paese dimenticato da Dio ma per fortuna non dalla rete, forse riuscirà a coronare il suo sogno diventando una stilista, attraverso la tecnologia e al social. Insomma, l’obiettivo è di raccontare senza filtri, moralismi e pietismi, storie che possano indurre a riflessioni. La tecnologia ovviamente riguarda tutti, prosegue l’autore Luca Pagliari. Quello che possiamo fare anzitutto è dare il buon esempio come adulti, anche perché gli adulti parlano bene, ma molto spesso poi interpretano molto male ciò che dicono. Ti dicono di stare attenti a usare il telefonino, mentre loro magari stanno lì a guardarlo e a chattare. Per fortuna i ragazzi fanno quello che noi siamo e non quello che diciamo, quindi noi dovremmo fornire l’esempio. Partendo dal presupposto delle colpe di noi adulti, possiamo semplicemente fare in modo che essi riacquistino un rapporto equilibrato tra la tecnologia e la vita reale. Sentire un profumo mentre sei in campagna, invece di stare concentrato sul tuo device, è forse banale a dirsi e può sembrare lontano il concetto, invece è molto importante riuscire ad avere questo equilibrio. Tutto ci richiama al nostro rapporto con la natura e la realtà. Se questa la sostituiamo e ci affidiamo troppo alla “stampella” della tecnologia, perché di questa si tratta, rischia di metterci in seria difficoltà. Introdurre tale tema come materia scolastica è una bella domanda, Angela, e sono d’accordo con te. Assolutamente lo smartphone, il tablet e la tecnologia devono diventare materia di studio, perché non basta possederlo se non si conoscono poi le regole e il peso delle parole. La scuola è terribilmente indietro”, termina Luca Pagliari. “Ci dovrebbe essere un docente che ogni settimana fa mettere sul banco i tablet e fa studiare le fake news; come comprendere il peso delle parole, analizzando il caso x di una persona che è stata vissata; o come si costruisce una notizia perché, mentre noi lo facciamo per mestiere, chiunque imposta la qualsiasi. Ecco perché bisogna conoscere il funzionamento, che non è solo etico ma tecnico, altrimenti continuiamo a vivere perenni in un medioevo tecnologico. Ringrazio il Corriere d’Italia, te e la tua emittente televisiva TeleVideoItalia.de per avere accettato il nostro invito e contribuito a dare voce in capitolo a questo fondamentale tema.

“Video, foto e quant’altro caricati in rete creano seri problemi, e talvolta con seguiti drammatici nella vita dei giovani, perché non solo si diffondono in maniera incontrollata, ma restano sul web per sempre…,” ci dice il vicequestore della Polizia Postale Roberto Surlinelli. L’obiettivo è aiutare chiunque a muoversi più sicuri nell’era digitale, indipendentemente dall’età adolescente o adulta, promuovendone un uso corretto, disciplinato e consapevole. In questo modo ci si può affacciare in rete in un modo più sicuro, anche quando si tratta di musica, giacché due su tre ascoltano soprattutto via internet e su smartphone brani inediti. Ringrazio la sua presenza come quella del Corriere d’Italia e per l’impegno che mettete nel divulgare tale messaggio oltre frontiera, perché questo problema purtroppo non conosce confini.

Cari lettori, apprezzare e rispettare le cose belle della vita e i figli che si hanno, è un dato di fatto, ma crescerli non basta. Cerchiamo quindi di stargli più vicino, ascoltarli, captare ed esternare meglio quei fragili segnali negativi e, se mai ce ne fossero, parlarne e affrontarli insieme. Usiamo il nostro buon senso adulto, affinché nessuno in un modo o nell’altro, possa più cadere in queste forme di bullismo e cyberbullismo che miete fin troppe vittime tra i giovani, e non solo. Il reportage televisivo realizzato in collaborazione con la SDA FotoVideo Production è visibile al sito ufficiale di televideoitalia.net e corriereditalia.de

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