di Paola Colombo -
Il coronavirus ha stravolto il mondo e la nostra quotidianità, sono cambiate le nostre priorità. Condividiamo inquietudini ma scopriamo risorse prima impensabili. Ecco alcune testimonianze.
Siamo preoccupati, questo tempo sospeso ci porta a riflettere ed è pieno di opportunità nuove. Come cantava Leonard Cohen “There is a crack in everything. That’s how the light gets in”, c’è una crepa in ogni cosa, ecco come vi entra la luce. Siamo tutti nella stessa situazione, questo ci conforta e ci fa riscoprire un senso di appartenenza e di comunità.
Camilla, 48 anni lavora presso
un’agenzia pubblicitaria, Francoforte.
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio datore di lavoro ha dovuto
diminuire gli orari di lavoro. Io sono operativa solo al 50%. Vado ancora in
ufficio ma solo tre ore al giorno. Molti dei miei colleghi lavorano da casa per
cui è molto strano trovarsi solo in due in un locale dove di solito ci sono sei
persone. Ho notato però che ognuno cerca di fare del proprio meglio perché le
cose funzionino. Per esempio da quando non abbiamo più la donna delle pulizie
ciascuno si impegna perché l’ambiente sia comunque pulito e accogliente, come
dire, siamo più uniti, ci sentiamo molto più “squadra”.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
La cosa che mi pesa di più è
forse l’idea che la mia libertà sia limitata. Prima davo per scontate cose che
invece sono importanti: vedere chi voglio quando voglio, andare dove voglio
quando voglio. Anche Como, la città da cui mi sono trasferita, non mi è mai sembrata
così lontana come ora, e mi manca tanto.
Non avrei mai pensato che…
…potesse esserci un silenzio così
forte. Da un lato è il silenzio piacevole di una città senza rumori dall’altro è
un silenzio che urla, che ci ricorda in ogni istante che qualcosa non va come
dovrebbe.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
La possibilità di pensare e di
rendermi conto di quante cose futili sono state importanti per me. È bello
anche trascorrere più tempo in famiglia apprezzando le doti di tutti i
componenti.
Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per
mancanza di tempo?
A dire il vero no. Ho comprato un
corso audio/video per migliorare il mio inglese ma assurdamente non ho ancora
trovato il tempo di iniziare…
Cecilia, ricercatrice storica, 45
anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?Organizzativamente non
molto: anche normalmente posso lavorare da casa e lo faccio particolarmente
volentieri. Certo, con due bambine mi riesce più difficile trovare i miei spazi
e concentrarmi. Anche la preoccupazione per i miei cari in Italia e altrove,
per le sorti dell’Italia e dell’Europa non mi permette sempre di lavorare
serenamente.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Non poter andare a trovare mio padre
e non essere certa di poterlo rivedere.
Non avrei mai pensato che…
…un virus potesse trovare il mondo
occidentale completamente impreparato e metterlo in ginocchio.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo periodo
sospeso?
Nessuna che non mi desse già la mia
quotidiana, felice normalità, priva di restrizioni sociali e spaziali.
Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Nessuna. Non ho più tempo a disposizione di quanto ne avessi prima, anche se lo uso in maniera più flessibile.
Fausto, dirigente, 55 anni,
Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio lavoro si è
trasformato radicalmente. Sono passato da meeting fisici, bilaterali,
multilaterali, riunioni di direzione e riunioni plenarie, a meeting virtuali.
Dal guardarsi in viso intorno ad un tavolo a guardarsi via video o, in qualche
caso, non guardarsi affatto e sentirsi via telefono. Gli uffici sono chiusi e
tutto lo staff telelavora ormai da settimane. Nei contenuti: le agende e i
progetti in corso sono stati modificati per fronteggiare le nuove emergenze
imposte dalla crisi, nuovi strumenti di analisi e revisioni normative da
mettere in campo.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Non poter tornare in Italia. Non
che non mi piaccia stare a Francoforte, ma non poter respirare aria italiana da
ormai più di un mese pesa assai.
Non avrei mai pensato che…
…avrei trovato così tanto piacere
nel cucinare. Le agende giornaliere sono dense e vincolate, il tempo rimanente
è sempre stato poco. Ma ora, durante il telelavoro imposto dalla crisi,
apprezzo molto cose semplici come alzarsi dalla stanza-studio, andare in
cucina, cucinare, provare le ricette suggerite il giorno prima da parenti e
amici nelle lunghe telefonate serali, e poi uscire a comprare gli ingredienti
giusti per l’indomani. Insomma piccole cose cui presi dalla fretta dei tempi
normali non si fa molto caso, ora danno un senso di compiutezza e relax che non
immaginavo.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
La possibilità di prendersi delle
pause. Le settimane lavorative vanno via in fretta, ma lo stare sempre in casa,
anche se telelavorando, e poi questi ultimi weekend di tempi dilatati, fatti di
videochiamate con affetti lontani, di lunghe passeggiate solitarie, tutto ciò
apre il tempo, consente pause di riflessione e momenti di autoanalisi ricchi di
un senso che era andato perduto nelle corse degli anni precedenti.E poi il calore di persone che non
sentivi da tempo e che ora ritrovi come non fossero passati anni.
Erminia, casalinga, esperta di
didattica museale, 43 anni, Francoforte.
Come è cambiato il tuo lavoro?
Ho quattro figli, tra i 12 e i
cinque anni, e in questo periodo ho meno tempo di prima perché coi bambini c’è
più da fare.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Mi dispiace che i bambini non vadano
a scuola e che non vedano gli amici. Per quel che mi riguarda, sto bene, anche
se non mi sento libera di fare cose normali per la paura di ammalarmi. Non mi
pesa trascorrere delle settimane a casa sapendo che ciò possa aiutare a uscire
da questa situazione. Spero che basti quello che stiamo facendo tutti, restare
a casa.
Non avrei mai pensato che…
…potessi avere meno tempo di prima.
Pensavo stando a casa di poter sbrigare la lista di cose che avevo da un secolo
ma mi sono resa conto che ho meno tempo di prima, perché i bambini hanno
bisogno di più attenzione. Devo fare di più con loro, così sono più contenti.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo periodo
sospeso?
Abbiamo riscoperto la Stadtwald
(n.d.r. la cinta boschiva a sud di Francoforte) dove facciamo lunghe
passeggiate. Questo tempo ti fa rendere conto ciò che è veramente importante,
tutto il resto, l’abbigliamento, le scarpe, le cose materiali non sono
importanti. Lo sapevo anche prima ma ora è come un promemoria.
Micol, senior project manager, 32 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
La modalità di lavoro è più
intensa per via delle continue teleconferenze ma anche efficiente, in quanto
non ci sono i percorsi casa-lavoro. Come capo team devo aguzzare l’ingegno per
mantenere il team motivato e in questo mi ha aiutato molto visualizzare i risultati
ottenuti settimana per settimana. Sicuramente si deve essere molto più attenti
ai toni della voce per capire se ciascun membro del team stia bene o abbia
bisogno di supporto sul lavoro.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Più che le restrizioni in sé è l´idea della
restrizione stessa che alle volte mi pesa. Prima della crisi non mi sono mai
posta la domanda se fosse possibile raggiungere i parenti in Italia o
semplicemente muoversi: bastava prendere un aereo e zac, in un’ora ero a
Milano, anche spontaneamente. Era sottointeso che si potesse viaggiare, che non
esistessero frontiere. Ora ci è stata tolta una possibilità, un’opzione …anche
se razionalmente capisco e sostengo le misure, la reazione emotiva è quella del
bambino a cui hanno tolto il giocattolo preferito.
Non avrei mai pensato che…
… avrei avuto così poco tempo libero! Faccio parte
del gruppo di fortunati che ancora lavora e ha la possibilità di farlo da casa.
Questo a parte, c´è una specie di stress sul mantenere i contatti sociali e una
contorta percezione del tempo libero…e così la mia settimana è piena di
webinar serali, videochiamate, progetti casalinghi mai finiti…altro che
rallentamento.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
Poter scegliere il silenzio con me stessa. Sta
diventando sempre più semplice poter avere un momento di silenzio anche con la
propria mente: con questo non intendo l’eliminazione di qualsiasi suono esterno
ma il riuscire a dare una pausa alla mente e godersi un silenzio interno, come
a voler dire: cari pensieri, oggi avete libero anche voi.
Rolando, ingegnere informatico, 58 anni, Monaco di
Baviera
Come è cambiato il tuo lavoro?Non è cambiato quello che faccio,
paradossalmente sono ancora più impegnato di prima, ma è profondamente cambiato
il modo in cui lavoro. Normalmente viaggio molto, ora faccio tutto da casa e
raramente mi reco in ufficio, solo per controllare che tutto sia a posto. Da un
punto di vista lavorativo quindi, non incontro particolari problemi, ma inizio
molto presto e stacco molto tardi, cosa che nel lungo periodo non è
sostenibile.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Mi manca l’incontro con altre persone.
Non avrei mai pensato che…
… pur con tutte le controindicazioni questa
quasi-clausura mi desse molto tempo per riflettere, per parlare con i miei
figli, insomma fare tutte quelle cose per le quali normalmente fatico a
ritagliare dei momenti tranquilli.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Leggo moltissimo, non solo in internet, intendo
libri veri e propri, è bellissimo.
Cristiano, giornalista, 50 anni, Colonia
Come è cambiato il tuo lavoro?
Lavoro al 50% da casa in home office.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
I negozi di dischi sono tutti chiusi!
Non avrei mai pensato che…
… certe cose potessero accadere così velocemente.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
Passo molto più tempo con la mia famiglia e loro
con me.
Antonella, responsabile
comunicazione, 51 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
Sono da circa un mese in smart
working e mi sembra di lavorare di più; è molto interessante essere in costante
contatto digitale con il mondo, dai colleghi della rete estera e della
centrale a Roma fino ai nostri partner. Abbiamo tutti un gran bisogno di
scambiare idee, ipotizzare scenari, commentare gli attuali sviluppi
dell’industria turistica. È un microcosmo che vuole sentirsi vivo e pianifica
per quanto possibile una dimensione nuova di vivere e lavorare. Insomma
un’opportunità di cambiamento necessario.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Non vedere gli amici e non poter
viaggiare.
Non avrei mai pensato che…
… sarebbe potuto accadere tutto
ciò con la virulenza che sta mostrando. Mi dispiace per i tanti morti, una cosa
inimmaginabile se me l’avessero preannunciato.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
Aver recuperato il tempo lento,
il sentire emozioni con una profondità che avevo perso, rincorrendo le cose da
fare. Sono certa che tutto ciò non accada per caso e che abbia un senso.
Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per
mancanza di tempo?
Ho ripreso in mano gli archivi
fotografici digitali della mia famiglia con l’intento di stampare centinaia di
foto e costruire album fotografici, vorrei che mio figlio sfogliasse i ricordi
di famiglia e che questi siano tangibili.
Enrico, grafico, 55 anni, Dreieich
Come è cambiato il tuo lavoro?Lavoro per case
editrici italiane e sono abituato a lavorare da casa in maniera indipendente.
Purtroppo a causa del coronavirus le librerie sono state chiuse per settimane e
i programmi editoriali sono stati posticipati. Il settore editoriale è in crisi
già da tempo, spero che possa reggere questo momento e ripartire. Al momento le
prospettive per il futuro non sembrano molto rosee.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
Non poter andare a visitare le
mie figlie che studiano in Italia e non sapere se in futuro potrò sostenerle
economicamente come sono riuscito a fare sino ad ora.
Non avrei mai pensato che…
… l’umanità moderna potesse
essere messa sotto scacco in questa maniera devastante, ho paura che i più
poveri del mondo pagheranno il prezzo più alto.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
Sono molto abituato a vivere
isolato e in un tempo mio, spesso molto lento, ora questo tempo si è
ulteriormente rallentato e mi sembra di non poterlo governare non sembrandomi
possibile un domani. Il pensiero gira su se stesso, forse dovrei imparare a
guardare soltanto il presente e viverlo non interessandomi al futuro.
Tiziana, freelance, 53 anni, Colonia
Come è cambiato il tuo lavoro?
Molta parte del mio lavoro si svolge nel mio
ufficio di casa. Quello che mi manca però è il contatto diretto con i miei interlocutori.
Ho fatto le mie ultime interviste al telefono o con dei whatsapp vocali. La
voce è importante ma guardarsi negli occhi, capire veramente chi si ha davanti,
la gestualità sono componenti importanti che ora mancano. Il mio lavoro mi
porta a conoscere molte persone e spesso si instaurano dei rapporti molto belli
che possono sfociare in amicizie. Ecco, anche questo mi manca. Come mi manca la
libertà di muovermi quando voglio, soprattutto come e con chi voglio.
Non avrei mai immaginato che…
…stare lontano dalla propria famiglia e dagli amici
più cari per cause di forza maggiore facesse così male. Mi aiutano le
videochiamate, sì, ma nulla è paragonabile a un abbraccio, un bacio, al profumo
delle persone a cui vuoi più bene.
Che cosa ti regala questo tempo sospeso?
Il tempo. Se prima pensavo che 24 ore al giorno non
mi potessero bastare, bene adesso ho capito che sono io a scandire le ore del
mio personalissimo orologio. Ho tempo per riflettere, per notare le piccole
cose che prima mi sfuggivano o che non volevo vedere. A volte però sono triste
perché il prezzo che stiamo pagando per diventare delle persone migliori è
altissimo.
Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Ho ripreso a fare a maglia e un po’ di uncinetto e
sto mettendo in ordine la cantina.
Margherita, liceale, 16 anni,
Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?Faccio home schooling
e stiamo imparando tecniche digitali, come fare lezione in video conferenza.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
L’unica cosa che mi dà fastidio,
è che non c’è distrazione da questo argomento. Non ci si può muovere, si è a
casa a sentire le notizie che sono sempre le stesse e questo stressa.
Non avrei mai pensato che…
… sarei rimasta a casa per una
pandemia. Non vivo da molto su questo pianeta e ho sempre solo sentito degli
avvenimenti speciali (anche in modo negativo) e adesso mi trovo direttamente in
uno. Questo è, a parte l’aspetto tragico, molto interessante
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Posso dormire. Sono sempre sotto stress e non ho tempo ma adesso c’è questo momento di standby e mi posso rilassare in un certo modo che normalmente non sarebbe possibile.
Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per
mancanza di tempo?
Trascorrere tempo con la mia
famiglia e imparare a giocare a carte
Giulio,
giornalista, 48 anni, Berlino
Come è cambiato il tuo
lavoro?
Con
l’esplosione dell’emergenza coronavirus e le conseguenti restrizioni e linee
guide, è stato necessario riorganizzare il lavoro di redazione e questo in
entrambe le realtà lavorative dove sono impegnato (radio e tv). Dopo prime
incertezze sulla fattibilità, si è deciso di tentare con l’home office, il
lavoro da casa propria. Le difficoltà non sono mancate. La redazione televisiva
per la quale lavoro produce servizi giornalistici per i notiziari. I servizi vanno
montati, servono immagini. Sarebbe stato possibile realizzare tutto questo
stando a casa? Sì, è possibile. Se c’è una cosa che ci sta insegnando questa
crisi, è proprio che non è necessario aggrapparsi a schemi, regole o strutture
e che la flessibilità è una dote fondamentale per riuscire a fare ciò che si è
sempre fatto, ma seguendo vie e modalità ben diverse da quelle a cui siamo
stati abituati.
Qual è la cosa che ti pesa
di più in questo periodo di restrizioni?
La
mancanza di libertà di incontrare amici o i familiari, di spostarmi per
raggiungere luoghi o persone dove e con le quali vorrei trascorrere un’ora, un
giorno, una settimana.
Non avrei mai pensato che…
potesse
essere così salutare frenare tutto, frenare se stessi, i propri ritmi, le
proprie attività, tutto ciò che pensiamo siano nostre necessità o libertà
fondamentali. Anche quelle libertà che mi mancano, messe ora in pausa,
acquistano maggior valore proprio perché temporaneamente „negate“ e
sarà bello poterne godere di nuovo passata la bufera.
Qual è la cosa più bella che
ti dà questo tempo sospeso?
La
possibilità di relativizzare tutto ciò a cui siamo testardamente attaccati,
ascoltare di più me stesso, valorizzare tutto ciò che fino ad ora ho dato per
scontato e invece proprio non lo è.
Vittoria, studentessa, 31 anni, Colonia
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio lavoro non è cambiato tantissimo e sono
fortunata che posso lavorare da casa, smart working. Purtroppo tutti i lavori in
fiera sono stati cancellati. Per quanto riguarda l’università, sto scrivendo la
tesi di master in biblioteca e adesso è tutto sospeso.
Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di
restrizioni?
La cosa che mi pesa di più in questo periodo è non
potere andare in biblioteca a finire la tesi e non poter vedere gli amici. Per
fortuna abito con i miei genitori, quindi ci vediamo sempre. Mi dispiace per i tanti
amici che hanno delle attività e hanno dovuto chiudere. Il futuro lavorativo è
un po’ preoccupante.
Non avrei mai immaginato che…
… si potesse vivere anche con altri ritmi e
apprezzare altre cose come la natura. Noi che siamo in Germania il lockdown lo
percepiamo meno, rispetto a chi vive in Italia e non si può muovere come noi
qui.
Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo
sospeso?
La cosa più bella è fare lunghe passeggiate nel
bosco e andare in bici tra i campi. Sono fortunata che vivo in una cittadina
piccola, vicino a Colonia, così mi posso godere questi momenti. Poi ho del
tempo per seguire il mio hobby delle foto e della bici da sola. Per il resto trascorro
la maggior parte del tempo a casa.