FRANCOFORTE – Più espositori e meno pubblico
Che cosa c’è di più importante che arredare la propria casa in maniera comoda e accogliente? Anche quest’anno è approdata alle rive del Meno la più colossale fiera dell’arredamento mondiale (aperta dal 7 all’11 febbraio) che ha visto un ulteriore aumento degli espositori a 4.635, cioè 175 in più dell’anno passato, da 93 paesi diversi, fra cui pure molti „paesi nani“ come Armenia, Andorra, Brunei, Cambogia, Estonia, Mali, San Marino e Uruguay. L’Italia era al secondo posto, dopo la Germania, per il numero degli espositori: precedendo nell’ordine la Francia, i Paesi Bassi, la Spagna, la Gran Bretagna, la Turchia, gli Stati Uniti d’America, la Russia, il Giappone e la Cina. L’Italia appariva largamente rappresentata dalle sue ditte (anche del Mezzogiorno) in ogni angolo di ogni salone, sia con prodotti di gusto aristocratico, come certe ditte toscane, o le vetrerie di Murano, sia di gusto più popolare come i ceramisti siciliani o campani che facevano concorrenza ad analoghi prodotti portoghesi e spagnoli. Questo fatto ci ha sinceramente rallegrato, se si considera quanto è striminzita invece la partecipazione italiana alla Fiera del Libro. Gli espositori turchi, dal canto loro, si sforzavano visibilmente di introdurre in occidente il loro gusto orientale per gli oggetti sfarzosi e ultradecorativi. La parte del leone la facevano però i cinesi, e per diversi motivi. Essi erano aggressivamente presenti in ogni campo con ben 664 espositori + 183 da Hong Kong e 128 da Taiwan, molti con degli stands impegnativi e perfino spettacolari. Ma sono stati insigniti anche del premio negativo „Plagiatus“ per aver malamente imitato un tagliere di cucina che è una creazione originale della ditta Genius GmbH di Limburg, scopiazzando senza scrupoli diverse innovazioni protette dal copyright. Quest’anno la fiera era arricchita dalla mostra Focus on Design che ha l’intento di selezionare il meglio della produzione in questo campo a seconda delle varie nazioni: quest’anno era in passerella un paesone assai variegato e interessante quale il Brasile. E c’era pure un’area denominata Talents che era aperta alle giovani promesse in questo campo. Il trend attuale vede un’abbandono della plastica a favore di materiali naturali, belli ma in genere piuttosto costosi, come lo screziato legno d’olivo o le lastre di minerale cristallino. Che ciò sia „rispettoso della natura“ ci è lecito dubitare: quanti alberi bisognerà abbattere per sostituire con il loro legno gli oggetti derivati dall’indusria petrolifera? Quante montagne occorrerà demolire per estrarne il delicato granito rosa o il brasiliano azul? Ma qui le apparenze contano, come balza agli occhi girando per le aree espositive. I colori di moda per l’arredamento interno sarebbero quest’anno blu notte, verde foresta e mora.
L’intero impianto espositivo era articolato in tre sezioni così denominate:
1) Dinig – Conteneva tutti gli arredi di utilità pratica, dalle scopettoni alle macchinette per il caffé; nella Halle 6 era installata una particolare iniziativa denominata con l’acrostico HoReCa (Hotel, Restaurant & Catering) che coordinava queste tre funzioni indispensabili per gli espositori ed i viaggiatori.
2) Giving – Era la sezione degli oggetti di regalo, ed era la parte più varia e ricca sia di oggetti tradizionali che di soluzioni fantasiose.
3) Living – Tutto quello che arricchisce la vita privata, rende la casa più intima ed accogliente, ma anche più ricca e sontuosa.
Benché il Gesundheitsamt avesse ufficialmente dato luce verde, due minacce si sono abbattute contemporaneamente sul pubblico di questa edizione della fiera: l’uragano Sabina e l’epidemia „cinese“. Il primo ha fatto sì che si bloccassero tutti i collegamenti ferroviari proprio la domenica, il giorno di punta per le visite, ed la seconda ha tenuto alla larga molta gente interessata, mentre tra gli stand si vedevano aggirarsi molte persone con la mascherina sul volto. Alcuni Hotel di Francoforte avevano offerto agli espositori della Repubblica Popolare Cinese di stornare gratis le loro prenotazioni. Quindi non meraviglia che per questa edizione, peraltro super, il numero dei visitatori sia calato del 20% circa; ma ci sono anche quelli che preferiscono visitare il mercato delle pulci.