Il Presidente della Repubblica Federale di Germania Gauck ha definito l’evasione fiscale un “atto asociale”. Il riferimento è rivolto al comportamento del presidente del Bayern München, Uli Höneß. È questa la differenza che fa grande la Germania? Il senso della socialità? Quando un presidente della repubblica si riferisce a un fatto di cronaca, allora significa che questo non è più un semplice fatto di cronaca. Vuol dire, piuttosto, che l’accaduto assume un peso specifico nella vita sociale, economica e culturale del suo Paese. Questo è più o meno quanto avvenuto giorni fa, con la notizia dell’evasione fiscale messa in atto dal presidente del Bayern München, la squadra di calcio tedesca più famosa nel mondo. Il manager si è autodenunciato, ammettendo di aver evaso il fisco tedesco per svariati milioni.
L’autodenuncia non è stata certo il frutto di una presa di coscienza civica, ma una mossa consigliata dagli avvocati e dai consulenti fiscali di questo Höneß, che è uno degli uomini più influenti della Baviera, per evitare condanne più pesanti. L’autodenuncia è, infatti, succeduta ai risultati di un’inchiesta già in corso da mesi. Gli inquirenti erano già a conoscenza dei depositi di centinaia di milioni di Euro su un conto svizzero, i cui ricavati sono stati elusi alle imposte tedesche dall’illustre presidente che più di una volta si è anche elevato a moralizzatore nella sua magnifica Baviera e ben oltre. L’autodenuncia di Höneß assume quindi il significato che merita: l’azione furba di un furbone che una volta beccato con le mani nella marmellata grida “mea culpa” per evitare sonori scalpellotti. Ma perché l’evasione fiscale di questo personaggio è diventata in Germania un caso che ha lasciato la cronaca per diventare una questione sia politica sia morale?
La Cancelliera Merkel, che con Uli Höneß intratteneva soventi colloqui, si è dichiarata “delusa” dal comportamento dell’ex calciatore bavarese poi diventato manager di spicco del club calcistico più ricco d’Europa. Il Presidente della Repubblica Gauck ha messo una marcia in più e ha definito l’evasione fiscale un comportamento “asociale”. Asociale, che è estraneo al senso della convivenza sociale. I massimi esponenti della vita pubblica tedesca, La Cancelliera e il Presidente della Repubblica, hanno forse così evidenziato, con due brevi dichiarazioni, proprio quello che distingue la Germania da tante altre società europee. Quello che distingue la Germania soprattutto dall’Italia.
Inevitabilmente ci viene spontaneo guardarci intorno in questo Paese in cui viviamo e di cui siamo ormai parte integrante. La prima cosa che ci colpisce è come in Germania l’osservanza delle norme, delle leggi, delle regole, rientri in una categoria che si chiama senso della socialità. Il cittadino che osserva le leggi, non solo è un cittadino onesto ma è, soprattutto, un essere sociale che con il rispetto delle leggi rispetta la società di cui fa parte. Insomma, la legge si può rispettare per non incappare in sanzioni ma si può anche rispettare nella convinzione del bene comune. Abbandonare un sacchetto dell’immondizia in mezzo alla strada di una qualsiasi cittadina tedesca è molto di più di una semplice infrazione. È innanzitutto (ed è qui che vogliamo arrivare) un gesto asociale, che offende la collettività. La stessa collettività che prova disgusto verso chi si comporta in questo modo.
I tedeschi più civili di tutti gli altri europei che non hanno scrupoli ad abbandonare immondizia nelle strade di altre città come purtroppo accade a Napoli o a Palermo? No, non sono più civili. Hanno semplicemente fatto esperienze diverse nel loro senso di socialità. La grande fortuna della Germania (fortuna non certo piovuta dal cielo) consiste nel suo particolare rapporto tra Stato e Cittadino. Un contratto che vede adempienti i due firmatari. Se il cittadino tedesco non abbandona il sacchetto dell’immondizia per la strada, lo fa nella certezza matematica che ogni venerdì passa il camion del comune a raccogliere i suoi rifiuti. Ogni comportamento irregolare è per tanto intollerabile e inspiegabile. Ma, d’altro canto, se un sindaco tedesco non riaspettasse l’obbligo di organizzare il trasporto dei rifiuti, sarebbe trascinato immediatamente davanti a un tribunale.
Lo stesso discorso si estende in tutti i settori della vita sociale. Il famoso furto di una mela è punito in Germania come un furto qualsiasi. Perché? Perché lo stato garantisce a tutti i cittadini il minimo vitale. Non sei costretto a rubare la mela per sfamarti. Tutto ciò ci fa capire meglio come mai un presidente della repubblica definisca “asociale” l’evasione fiscale. Asociale prima ancora di illegale o di illecito. Asociale, questa la prima condanna. Quando i milioni del signor Höneß sfuggono alle imposte statali, indeboliscono quello Stato che l’ha protetto e rispettato e che ha protetto e rispettato anche il suo denaro guadagnato legalmente. La costituzione tedesca recita al paragrafo 14, comma 2 „Eigentum verpflichtet. Sein Gebrauch soll zugleich dem Wohle der Allgemeinheit dienen“, la Proprietà obbliga.
Il suo uso è parimente sottoposto al servizio del benessere della collettività. Lo Stato difende quindi la tua proprietà e tu difendi lo Stato con i contributi derivanti dalla tua proprietà. Ecco, un contratto in cui ambedue le parti, Stato e cittadino, assumono diritti e doveri. È certo che questo tipo di contratto nulla ha che vedere con quelli che si stipulano negli studi televisivi di Bruno Vespa. In Germania questo contratto è stato scritto dalla storia, sin dai tempi in cui Federico II di Prussia imponeva la coltivazione delle patate per garantire al suo popolo un’alimentazione continua. Ecco, l’imperatore tedesco si occupava di patate, mentre nel resto dell’Europa gli altri imperatori non avevano mai parlato con un contadino in tutta la loro vita. Metaforicamente parlando le patate di Ulli Höneß erano assicurate. La sua evasione fiscale è un atto d’ingordigia a scapito degli altri. Un gesto asociale, appunto.