L’accordo di fusione siglato tra i gruppi FCA e PSA è l’inizio di un percorso per “reinventare” l’automobile. Stando al parere dei più quotati esperti tedeschi, la mega-fusione non potrà rinunciare a una consistente riduzione dell’attuale numero dei dipendenti
In una lettera inviata nello stesso giorno dell’ufficializzazione del mega-progetto di fusione con la PSA, il presidente della FCA, John Elkann ha affermato che l’evento è destinato a entrare nella storia evitando però accuratamente di fare qualsiasi riferimento sugli inquietanti aspetti di una possibile e secondo gli esperti tedeschi inevitabile riduzione occupazionale. “Siamo all’inizio di percorso che sta reinventando l’automobile e i prossimi anni saranno cruciali per rimodellare il nostro settore auto attorno a tre pilastri portanti: autoveicoli alimentati a energie alternative, guida autonoma e connettività”. Alla base dei gruppi Fca e Psa ci sono due realtà, Fiat e Peugeot, nate da realtà di famiglia ancor oggi attivamente coinvolte e che le nostre due nostre aziende – così prosegue Elkann – hanno contributo a definire nel nostro settore fin dalle origini più di un secolo fa.
Una nuova era dell’auto
“Adesso, uniamo le nostre forze per scrivere un nuovo e ancor più ambizioso capitolo della storia dell’automobile, con la volontà e la determinazione di costruire una nuova azienda e di svolgere un ruolo decisivo nel plasmare la nuova era “. Fca ha dalla sua, ricorda Elkann a questo punto, le esperienze maturate nel corso dell’unione tra Fiat e Chrysler ufficializzate nel 2014 e da cui abbiamo tratto un enorme vantaggio che ci ha insegnato come nell’unione di due aziende la chiave è quella di creare una realtà che faccia emergere il meglio delle culture che la compongono. “Il nostro obiettivo nella nuova era della mobilità sostenibile è quello di essere pionieri nello sviluppo di tecnologie rivoluzionarie. Insieme, potremo raggiungere i nostri obiettivi in modo più rapido ed efficace. Abbiamo fatto sinora grandi cose, ognuno in modo indipendente ma insieme faremo qualcosa di straordinario”.
Non suona male, ma si tratta ovviamente di una voce qualificata ma anche molto interessata. Dal punto di vista tedesco, la marca automobilistica perdente nel progetto di fusione sarà probabilmente la marca Opel, che sarà costretta a ridurre ulteriormente il suo personale cercando recuperare terreno nel settore dell’auto elettrica in cui è stata sinora praticamente assente. La marca Opel avrà vita piuttosto dura all’interno del nuovo gruppo che nasce dalla fusione e dovrà competere soprattutto con le auto di massa di Fiat, Citroen e Peugeot. Il nuovo grande gruppo nascente dovrà recuperare soprattutto nel settore dell’auto elettrica e la Psa per il momento non ha nulla di veramente interessante da offrire soprattutto se si pensa al modello elettrico “ID 3” già in produzione alla Volkswagen.
Il progetto di Fca-Psa
Mobilità sostenibile, auto a guida autonoma, intelligenza artificiale, motore elettrico: saranno questi i principali terreni di confronto per auto e innovazione nel 2020 per il colosso nato dalla fusione Fca-Psa decisa il 18 dicembre. Il nuovo gruppo unirà le ampie e crescenti competenze delle attuali esistenti società e già quest’anno inizierà a lavorare sulla mobilità sostenibile. Il risultato sarà il quarto costruttore automobilistico al mondo in termine di volumi e il terzo in base al fatturato, con vendite di oltre 8,5 milioni di auto e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro. Il nuovo gruppo investirà fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno la mobilità del futuro, contribuendo al raggiungimento dei pressanti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2.
Il nuovo gruppo potrà contare su una robusta base per promuovere e stimolare ulteriormente l’innovazione e determinare lo sviluppo di competenze nel campo dei veicoli alimentati a energie alternative, della mobilità sostenibile e della guida autonoma e connessa. E’ ancora troppo presto per disegnare l’aspetto del mega-gruppo che uscirà dalla fusione di Fca-Psa sulla base delle indiscrezioni sinora trapelate sulla condivisione delle piattaforme dei vari scenari e sui rischi che essi rappresentano per gli stabilimenti italiani. I due gruppi hanno siglato a grandi linee un accordo di massima su un percorso che nell’arco di 12-15 mesi dovrà portare alla fusione paritetica, un percorso che sicuramente non sarà molto facile per nessuno dei due gruppi che hanno deciso di unirsi. La sede del nuovo gruppo auto sarà in Olanda e avrà il compito di orchestrare le piattaforme innovative per la realizzazione dei motori e delle auto. La francese Psa parte in vantaggio, dopo essersi messa già sulla strada della Volkswagen e prima della Toyota, e potrà disporre di due piattaforme che saranno le vere protagoniste nel nuovo gruppo e dalle quali nasceranno di nuovi marchi di jeep, di Alfa Romeo e forse anche di Fiat.
Nuova struttura
La fusione tra le due case automobilistiche porterà alla nascita di una nuova struttura che accentrerà il settore dello sviluppo dei prodotti sotto la guida di Harald Wester, capo del settore tecnico di Fca e “padre” delle Alfa Romeo e delle Maserati di ultima generazione. Nella strategia italo-francese avrà un ruolo di primo piano il settore automobilistico dei crossover, dei suv e dei fuoristrada. I modelli delle due case, stando agli analisti informati, collocano già il gruppo che sta per nascere al terzo posto dopo Volkswagen e Toyota nel mondo.
Quello che sta disegnandosi con questa fusione potrebbe essere una copia di quanto già avvenuto con la fusione tra Peugeot e Opel, vale a dire la sostituzione delle piattaforme tedesche con quelle francesi. Secondo gli esperti ciò potrebbe accadere anche alla Fca con una riduzione degli occupati esattamente come già accaduto alla Opel che ha già deciso il licenziamento di 6mila persone. Rischi del genere non sono da escludere anche in Italia almeno stando al quotidiano Messaggero, secondo il quale in fatto dei rischi il pericolo maggiore lo corrono le vetture di piccole dimensioni, come la Panda e la 208. Fiat ha in Europa quattro stabilimenti di motori, uno molto efficiente in Polonia e gli altri tre in Italia, di cui uno a benzina nella grande fabbrica a Termoli, uno diesel a Pratola Serra, in Campania, e un altro a Cento in Emilia.
La prima auto dopo la fusione
La condivisione delle piattaforme e dei motori tra i due gruppi che hanno deciso di unirsi richiederà, comunque, tempo e non potrà essere decisa prima di 24-36 mesi. La Jeep baby Renegade non si baserà probabilmente su piattaforme francesi ma sarà prodotta a Melfi, come già in programma. La riorganizzazione della Fca, che dopo la fusione sarà un tutt’uno con la Psa, è già incominciata con una sorta di riorganizzazione interna intesa a ridurre i costi. Una strada lunga e complicata per la Fca soprattutto sotto l’aspetto elettrico perché si tratta di scegliere insieme con i francesi quale equipaggiamento per quale auto.
Dopo che la tanto attesa fusione è ora divenuta finalmente realtà è logico che molti si chiedano quale sarà la prima auto, vale a dire quale sarà la prima vettura che uscirà dall’importante fusione Fca-P e di Psa. La risposta potrebbe essere: una delle maggiori icone della Fiat, la Punto che arriverebbe così alla quarta generazione. La Casa di Torino potrebbe presentarla nel corso di quest’anno 2020 e poi arrivare sul mercato nei primi mesi del 2021.