Figlio di un ricco banchiere di Francoforte, Heinrich Mylius, all’età di 19 anni si trasferì a Milano per installarvi una filiale delle imprese paterne. E vi si trovò così bene che vi rimase per tutta la vita. Erano gli anni in cui per Milano giravano intellettuali come Parini e Beccaria, e Mylius non era sordo ai richiami della cultura illuminista. Più tardi entrerà in contatto con il giovane Alessandro Manzoni e lo farà conoscere ai circoli di Weimar. Nel 1799 Mylius si sposò proprio a Weimar, ed il matrimonio fu officiato nientemeno che da Gottfried Herder in persona, l’antesignano dello “Sturm und Drang”. Nel frattempo si era arricchito moltissimo con il commercio della stoffa pregiata ed aveva pure fondato una propria banca a Milano. La sua casa divenne il punto d’incontro della cultura di allora. Membro della Camera di Commercio Milanese a partire dal 1803, Enrico Mylius fu l’unico straniero a venire eletto nel consiglio comunale di Milano.
Nel 1829 Mylius acquistò una villa con 5 ettari di giardino a Menaggio, in una splendida posizione panoramica sopra il Lago di Como, che trasformò in un luogo d’incontro per politici, scrittori, filosofi e scienziati, e dove morì ultraottantenne nel 1854. Essa è l’odierna Villa Vigoni, divenuta proprietà dello Stato Tedesco per disposizione testamentaria dell’ultimo erede della dinastia, Ignazio Vigoni, allo scopo di farne un luogo d’incontro internazionale. Essa è attualmente gestita in tandem dagli Stati tedesco ed italiano.
L’8 agosto scorso a Francoforte, presso il Museo Giersch dell’Università Goethe si è inaugurata una mostra “Enrico Mylius: un cittadino europeo tra Francoforte e Milano” aperta fino al 5 settembre, in occasione del 250° anniversario della sua nascita. L’esposizione è stata realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Berlino.