Le trattative, quelle ufficiali, per la fusione tra le due tedesche Deutsche Bank e Commerzbank sono iniziate. Lo hanno comunicato, dopo settimane di rumors, i board delle due banche confermando che l’ipotesi della unificazione è già sul tavolo. Un matrimonio dal quale verrebbe fuori il piu‘ grande gruppo bancario tedesco, un campione nazionale di servizi finanziari in grado di competere sui mercati globali come mai società tedesca aveva fatto fino ad ora. Per questo, il ruolo del senzale spetta al governo di Berlino che ha caldeggiato apertamente l’operazione, anche per perbocca del ministro delle Finanze Scholz che aveva definito quello dell’esecutivo come il ruolo di un „buon amico“ nell’operazione di fusione.
Ma non tutti gli analisti condividono. Secondo Oliver Roth, analista sulla piazza finanziaria di Francoforte „I colloqui sulla fusione sono cominciati per la pressione politica di Berlino in favore della creazione di una grande istituzione finanziaria tedesca. Ma ci sono dubbi sul fatto che le due banche, che in questo momento stanno affrontando grandi problemi, riusciranno a fondersi con successo. Avrebbe senso solo se si risparmiassero costi significativi. E questo significa lavoro: il governo deve capire se vuole davvero perdere cosi tanti posti di lavoro“.
Da 20 a 30 mila lavoratori a rischio, secondo i calcoli di Verdi e sindacato, a fronte di un colosso bancario da 38 milioni di clienti privati e commerciali, 2400 filiali in tutto il mondo e 134.000 dipendenti.
L’annuncio dell’avvio delle trattative di fusione è stato accolto positivamente in borsa. Diverso il giudizio della Commisisone Europea che da sempre caldeggia le fusioni tra istituti purche restino di natura rigorosamente transfrontaliera: per Bruxelles si tratta di un matrimonio domestico che rischia di mettere insieme i problemi nazionali invece di risolverli.