Diciamoci la verità, la figura dello psicologo è stata sempre circondata da luoghi comuni e pregiudizi.
Se in passato il più ricorrente è stato “dallo psicologo ci vanno i pazzi” oggi quello più in voga è sicuramente “dallo psicologo ci vanno i deboli”. Tutti sappiamo che non è così, il problema è che per l’essere umano talvolta chiedere aiuto è veramente complicato. Facciamo un attimo dell’autoironia su noi stessi.
Vita di tutti i giorni.
Pensate a quando una donna decide di voler fare “da sola”. Nemmeno un terremoto riuscirebbe a smuoverla da quella posizione.
Oppure pensate a quanto è difficile per un uomo chiedere indicazioni stradali se per caso si è perso con la macchina e accanto a lui c’è seduta una donna. In quel momento l’orgoglio prende il sopravvento, si ha il timore di mostrarsi insicuri e poco virili… per cui… piuttosto girerà tutta la notte a vuoto ma non si azzarderà mai ad abbassare quel dannato finestrino per chiedere aiuto! Se le premesse sono queste, figuriamoci quanto possa essere difficile per certe persone chiedere aiuto ad uno psicologo.
E se ci prendessimo tutti quanti un po’ meno sul serio? Se vivessimo la vita con più leggerezza?
Forse la soluzione è semplicemente diventare consapevoli di questi meccanismi interiori e passarci sopra. In fondo ognuno di noi, chi più chi meno, ha il timore di essere giudicato. Se tornate un po’ indietro con la memoria vi accorgerete che il sistema educativo ha sicuramente una parte di responsabilità. Per anni, fin da piccoli, a scuola hanno posto l’accento su ciò che sbagliavamo, evidenziando bene in “rosso” i nostri errori, non certo le nostre qualità. Insomma, per troppo tempo ci hanno fatto credere che è sbagliato sbagliare. Ma la verità è che gli studi degli psicologi non sono frequentati da deboli, ma soprattutto da persone in gamba, coraggiose e sensibili che hanno il coraggio di accettare e superare i propri limiti. Sono tantissime le persone di grande successo che, grazie alla loro testimonianza, hanno dimostrato la possibilità concreta di risolvere momenti difficili grazie al supporto professionale di uno psicologo o psicoterapeuta.
L’attore Alessandro Gassman ha raccontato di come sia possibile guarire dagli attacchi di panico: “Ho fatto il mio percorso psicologico e sono guarito. Tutti dovrebbero sapere che gli attacchi di panico sono un problema da affrontare e risolvere”
Gigi Buffon, campione del mondo e portiere fuoriclasse della nazionale, ha deciso di affrontare una volta per tutte la depressione, quel “buco nero dell’anima”, che lo ha inghiottito per mesi.
“Era come se la mia testa non fosse mia, ma di qualcun altro, come se fossi continuamente altrove. Pensavo che gli psicologi fossero figure che rubassero, tra virgolette ovviamente, soldi agli insicuri. Invece sono persone che servono, perché se ne trovi uno bravo e capace, trovi una figura con la quale non hai paura a confrontarti. Parli di tutto, ti apri, senza il minimo timore: e farlo non è mai facile”
Federica Pellegrini, atleta dei record nel nuoto italiano, ha rischiato di non gareggiare più per colpa dell’ansia: “L’ansia era diventata il mio guaio più grave, quando l’ansia toccava l’apice, non riuscivo nemmeno a entrare in acqua, arrivavo ai blocchi di partenza e correvo via. Dalla mia esperienza ho imparato che le persone che soffrono d’ansia hanno bisogno di sostegno. Se capita anche a voi non vergognatevi, quindi, di chiedere aiuto! E’ inutile cercare di superare questo tipo di problema da soli: si perdono molte energie e senza ottenere un risultato tangibile” L’eccentrico (sugli schermi) attore Johnny Depp non avrebbe mai avuto una carriera di successo se non fosse riuscito a superare prima i suoi problemi di forte timidezza ed ansia sociale. L’aiuto di un professionista gli ha permesso di superare il disagio e passare le giornate facendo quello che ama di più.
L’attrice Gwyneth Paltrow ha rivelato di aver sofferto di depressione post partum: “la parte più difficile per me è stata prendere consapevolezza del problema. Penso sia molto importante per ogni donna poter parlare del proprio malessere…”
Anche l’attrice Catherine Zeta-Jones ha passato dei momenti difficili nel corso della sua vita: “Non c’è bisogno di soffrire silenziosamente e non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto”.
L’attrice-sceneggiatrice Emma Thompson ha sofferto di depressione a causa della sua infertilità: “Per anni contavo i bambini delle altre coppie per strada pensando che non sarei mai più stata felice.” Successivamente è riuscita ad uscire dalla sua depressione andando in terapia una volta alla settimana.
La scrittrice J.K. Rowling, autrice della saga “Harry Potter” alla fine è riuscita a vincere il proprio malessere: “Sono una grande sostenitrice della terapia, mi ha aiutata molto”.
Ma non è necessario rivolgersi ad uno psicologo solo in concomitanza di un disagio clinico. Anzi, nella maggiorparte dei casi un percorso psicologico si rivela estremamente utile per superare dei normali momenti complicati della nostra esistenza e ritrovare l’equilibrio. Ad esempio come è successo a Jennifer Aniston, attrice beniamina della serie televisiva “friends”: “Quando avevo trentanni scelsi di andare in terapia per pulire tutta la “merda” e il rumore che avevo dentro. La terapia è utile per capire chi siamo veramente, per educare noi stessi. E’ possibile fare chiarezza su un sacco di cose. Se non si è felici, è possibile diventare felici. La felicità è una scelta. Questa è la cosa che mi sento davvero di dire oggi.” Anche altre celebrità come Jennifer Garner si sono rivolte ad uno psicologo nonostante non soffrissero di alcun disturbo specifico: “È facile quando soffriamo e siamo arrabbiati dare la colpa agli altri oppure dire “tanto passerà”. Ma alla fine ho dovuto fare i conti con la realtà. Ho pensato: “Perché la mia relazione non funziona? Quale parte del fallimento è sotto la mia responsabilità? Così ho iniziato la terapia per fare un percorso su me stessa”.
Nella vita, l’errore è la caratteristica che inevitabilmente precede quasi tutti i successi.
Sbagliare non è un dramma, non dobbiamo vergognarci nel cambiare rotta. Infatti ogni volta che succede abbiamo la possibilità di trasformare i problemi in opportunità, disponiamo di nuove scelte. Eppure tutti noi temiamo l’insuccesso. Siamo stati cresciuti con la paura di sbagliare. Lo odiamo perché nell’immediato ci provoca un grande dolore, anche se ci porterà un beneficio nel lungo periodo. Il fallimento ci rafforza perché abbiamo la possibilità di lasciar andare le cose che non funzionano concentrandoci su ciò che invece ci fa migliorare e crescere. È importante ricordare che nella vita possiamo imparare dagli errori tanto quanto impariamo dai nostri successi. L’errore infatti non è qualcosa da evitare a tutti i costi ma qualcosa di molto prezioso, da coltivare e ascoltare attentamente.