“I 5stelle non hanno mai fatto mistero del loro disprezzo verso la democrazia rappresentativa – dichiara la senatrice PD Laura Garavini -. Ora che sono al Governo fanno di tutto per smantellarla. E iniziano colpendo gli italiani nel mondo. Il Partito Democratico è unito nel dire no. Attraverso nostri emendamenti a firma del capogruppo Pd in Affari Costituzionali al Senato, Dario Parrini, condiviso dal nostro Presidente Andrea Marcucci al provvedimento giallo verde sulla riduzione del numero dei parlamentari. Ma la maggioranza ha già espresso parere negativo su tutti gli emendamenti a firma Parrini”.
“La rappresentanza dei connazionali residenti all’estero è già sottodimensionata. Per ogni senatore eletto in Italia corrispondono 192.000 abitanti, all’estero 800.000. A ogni deputato in Italia corrispondono 96.000 abitanti, all’estero 400.000. Ben quattro volte di più. Con le modifiche proposte, in Senato si arriverebbe addirittura a un eletto all’estero per 1.375.000 italiani. Praticamente, la tomba della democrazia rappresentativa”.
“Sembra che i gialloverdi stiano usando la circoscrizione estero come cavia per i loro esperimenti antidemocratici.
D’altra parte, è l’intento della Casaleggio. Che ha sempre dichiarato di ritenere il Parlamento un’istituzione superata”. La Commissione affari costituzionali del Senato, nel corso dell’esame della proposta unificata sulla riduzione del numero dei parlamentari, ha espresso parere contrario agli emendamenti dei Senatori Parrini, Marcucci, Garavini, Giacobbe e altri, volti a ripristinare l’attuale numero di eletti nella circoscrizione Estero, che da 18 (12 deputati e 6 senatori) viene portato a 12 (8+4).
A niente sono valse le obiettive ragioni avanzate dai rappresentanti del PD, che hanno sottolineato come la rappresentanza dei cittadini all’estero, già sottostimata fin dal suo nascere rispetto al rapporto di rappresentanza esistente in Italia, non può subire un’ulteriore decurtazione, che aggraverebbe uno squilibrio di rappresentanza democratica.
Né è valsa la netta presa di posizione contraria del Consiglio generale degli Italiani all’estero che, prima in audizione presso la stessa commissione e poi con un suo articolato documento, ha insistito sull’esigenza non di accentuare un’evidente diseguaglianza, ma semmai di colmarla.
Un altro aspetto che lascia non meno interdetti è l’indisponibilità a considerare la questione della rappresentanza non solo sul piano del fisiologico e corretto funzionamento del sistema democratico, ma anche su quello degli interessi profondi del Paese – dichiarano i Parlamentari PD Estero Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro -. L’Italia ha bisogno di una sua articolata proiezione internazionale, soprattutto con le difficoltà che sta vivendo, come dell’aria che si respira. Gli italiani all’estero sono in questo senso uno strumento addizionale, un valore in più di cui pochi Paesi possono godere con tanta certezza ed estensione.
Tra la regressione di questa riforma costituzionale, la chiusura totale rispetto alle proposte migliorative in bilancio per le politiche degli italiani all’estero, le misure punitive verso la stampa in italiano all’estero e le maggiori difficoltà ad ottenere la cittadinanza per matrimonio che dopo il Decreto Sicurezza peserà sulle famiglie miste, si va componendo un puzzle preoccupante e grave.
È tempo che tutti quelli che sono preoccupati per le prospettive involutive che nel giro di pochi mesi si sono addensate facciano sentire la loro voce – concludono i parlamentari PD – , in autonomia ma con forza, perché si stanno mettendo in discussione presidi che appartengono alla storia migliore dell’emigrazione italiana nel mondo, di ieri e di oggi”.
“Ennesimo psicodramma nella maggioranza gialloverde. Che, dopo giorni di smentite varie, fa rientrare in manovra l’intervento dell’esercito per aggiustare le buche di Roma, infilandolo nel maxiemendamento – dichiara la senatrice PD Laura Garavini -. L’esercito italiano non è il tappabuchi della sindaca Raggi e dell’inadeguatezza dei 5stelle. Le nostre donne e i nostri uomini impegnati nelle forze militari hanno ben altri compiti. E’ avvilente e offensivo sia per loro che per la città, pensare di impiegarli per quello che altri Comuni svolgono come amministrazione ordinaria, senza alcun problema”.
“Il tutto è ancora più grave – continua – se si pensa che questo avviene a favore di una sindaca che ha detto no alle Olimpiadi di Roma. Olimpiadi che avrebbero portato miliardi alla città per infrastrutture e migliorie anche grazie a risorse internazionali del comitato olimpico. Prima la propaganda, poi lo Stato e i contribuenti devono pagare a caro prezzo i problemi creati dalle scelte sbagliate. In pieno stile grillino”.
“Il Governo vuole fare cassa col gioco d’azzardo. E così a guadagnarci sono i signori dell’azzardo. Attraverso il maxiemendamento alla legge di Bilancio slitta di un anno la dismissione definitiva delle slot di vecchia generazione, prevista al 31 dicembre 2019 dal nostro Governo Renzi. E si posticipano, purtroppo, anche le nuove concessioni per scommesse, slot, Superenalotto e Bingo. Che, quindi restano in mano ancora per quasi un anno, alle attuali società dell’azzardo”.
“Il governo del cambiamento non cambia – sostiene al senatrice -. Così le scommesse sono prorogate al 31 dicembre 2019, il Bingo da fine 2018 a fine 2019. La gestione del Superenalotto continua ad essere assicurata dall’attuale concessionario fino al 30 settembre 2019. Un unico concessionario (Sisal), che era stato fortemente criticato proprio dal M5s”.
“Questo si traduce di fatto in una proroga di tutte le attuali concessioni del mondo dell’azzardo e un rinvio dell’eliminazione delle slot machine obsolete (Awp), che avrebbero dovuto essere sostituite da quelle di nuova generazione, tecnologicamente evolute, idonee a consentire il controllo da ambiente remoto, e quindi migliori nel contrasto all’evasione fiscale e maggiormente capaci di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, e prevenire il rischio di accesso dei minori. Così come prevedeva la manovra economica del 2015, adottata all’epoca da noi del PD”.
“Nessuna attenzione per gli italiani all‘estero da parte del Governo giallo verde- rincara la Garavini – In aula sono appena stati bocciati tutti i nostri emendamenti alla legge di Bilancio per le comunità italiane nel mondo. Anche quelli sui quali avevo raccolto consenso bipartisan, facendoli sottoscrivere anche da colleghi del Movimento 5 stelle e da altre forze di maggioranza. Quel Governo che a parole si proclama amico degli italiani all’estero, vantandosi di avere nominato sottosegretario un eletto all‘estero, nei fatti soffoca le politiche per i connazionali nel mondo, tagliandone fortemente le risorse, già a partire dal 2020”.
“La maggioranza ha infatti respinto in aula tutti i nostri emendamenti volti a reintegrare risorse e ad evitare tagli: dal prolungamento del Fondo per la promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo (che finirà così nel 2020, all‘esaurirsi dei fondi da noi precedentemente stanziati), al reintegro dei contributi per COMITES e CGIE, al ripristino delle risorse per l’internazionalizzazione e per le Camere di commercio italiane all’estero, altrimenti fortemente decurtati a partire dal 2021”.
“Il Governo Conte ha inoltre bocciato tutte le nostre ulteriori proposte emendative: l’esenzione del pagamento del canone RAI per i residenti all’estero, il ripristino della facoltà per i Comuni di decidere sull’eventuale esenzione dall’IMU, l’esenzione dalla TARI delle abitazioni di proprietà di tutti gli iscritti all’AIRE, lo stanziamento di risorse per i consolati onorari, l’estensione delle cure ospedaliere urgenti a tutti gli iscritti all’AIRE. Tutte misure che avrebbero evitato che tra un paio di anni le politiche per gli italiani nel mondo collassino, a causa dei tagli previsti dal Governo a partire dall’anno prossimo”.
“D’altro lato bisogna ammettere che questa manovra non è solamente contro gli italiani che vivono all’estero. È contro gli italiani tutti. Anche quelli che vivono in Italia. Perché prevede pochissimi investimenti e non promuove la crescita. L’unica cosa che aumenta consistentemente è il debito pubblico. Che va a gravare sulle spalle dei giovani. Sono proprio le nuove generazioni a dover pagare il conto più salato della propaganda populista di questo Governo.
Un prezzo che gli italiani hanno già iniziato a pagare nelle ultime settimane. Con miliardi di euro bruciati a causa dell’impennarsi dello spread, prodotto dalle dichiarazioni antieuropeiste dei vari Ministri. Un atteggiamento che ha provocato lo spreco di un miliardo e mezzo di interessi aggiuntivi sul debito pubblico e il crollo dei risparmi degli italiani. Per non parlare della perdita di credibilità del nostro Paese all’estero. Insomma una manovra che compromette il futuro, non solo delle politiche degli italiani all’estero, ma purtroppo anche del Paese e delle nuove generazioni”.
“Dopo il passaggio finto della manovra finanziaria alla Camera, c’è stato quello blindato e dell’ultima ora al Senato – sostengono i Parlamentari PD Estero Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò e Ungaro -, che prelude ad un ulteriore passaggio, puramente formale, nell’altro ramo del Parlamento. Un vero esproprio delle prerogative parlamentari e un massacro procedurale e regolamentare da parte di chi per anni si è autolegittimato come campione di trasparenza e di legalità istituzionale.
Dopo ruggiti di guerra, balconate, processioni di tecnici imploranti nelle sedi europee e progressivi rinculi, la maggioranza gialloverde consegna al Paese una manovra finanziaria senza presente e senza futuro. Senza presente per gli alti costi che essa ha comportato per il bilancio dello Stato, soprattutto in termini di interessi sul debito, e per l’impalpabilità delle misure dirette crescita e allo sviluppo; senza futuro per le pesanti ipoteche che a garanzia della quadratura dei conti pesano sulle scelte compiute e per i pesi che si scaricano sulle future generazioni.
“In questo sfondo, gli italiani all’estero sono diventati improvvisamente degli alieni: figure sconosciute, nella migliore delle ipotesi da ignorare, nella peggiore da contenere e punire ogni volta che se ne dia l’occasione. Così, per la prima volta negli ultimi anni non c’è un solo provvedimento aggiuntivo a loro favore, piccolo o meno piccolo che sia, nemmeno quelli annunciati dagli uomini della “svolta”.
I COMITES, rispetto alle risorse iscritte nell’ultimo bilancio consuntivo si vedono quasi dimezzare i contributi (-1 milione circa), il CGIE si vede privato dei miglioramenti dell’ultimo anno (- 350.000 euro circa), il Fondo quadriennale per la promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, arrivato nel 2020 a scadenza, non è prorogato, con la conseguenza che verranno a mancare 50 milioni l’anno su una serie di interventi di natura culturale, riportando la situazione ai livelli della più pesante spending review. Le altre voci restano per due anni ai livelli consolidati solo perché nell’ultima finanziaria con i nostri emendamenti siamo riusciti ad ottenerne la triennalizzazione. Il nuovo governo, quindi, non c’entra niente, ha solo ereditato le cifre.
A questo si aggiunga che la stampa periodica in italiano all’estero, per le notizie che arrivano, sarà riportata a 2 milioni, cancellando il milione in più che siamo riusciti ad ottenere, sempre con nostri emendamenti, negli ultimi due anni. Dulcis in fundo, su un tavolo parallelo, la maggioranza sta procedendo a ridurre gli eletti della circoscrizione Estero da 18 a 12.
Cari italiani all’estero – concludono i parlamentari PD eletti all’estero – questo è il regalo di Natale che questo governo delle avventure ha confezionato per voi e questo è l’avvio di anno che ci toccherà affrontare.
Crediamo che sia arrivato il momento di fare sentire insieme la nostra voce per evitare che si scivoli ulteriormente lungo una china pericolosa e inquietante non tanto per noi quanto per il Paese”