A cavallo tra la metà del 2017 e dei primi mesi del 2018 si è assistito ad una corsa al “profugo” tra le navi ONG che cercavano di soccorrere barche in difficoltà e portarle in Italia e la Guardia Costiera Libica che non ci stava a fare da spettatore. Più di qualche problema è sorto quando due navi di soccorso intervenivano, con i migranti che si buttavano a mare e cercavano di allontanarsi dalla Guardia Costiera Libica e dirigersi a nuoto verso le navi ONG.
Da quando il Governo Italiano ha chiuso i porti alle navi delle ONG gli sbarchi sono diminuiti ulteriormente. Attualmente i trafficanti stanno cercando altre rotte. Sicuramente possiamo accogliere gli stranieri, ma dobbiamo essere pronti però a perdere ricchezza e Welfare in maniera direttamente proporzionale al numero degli stranieri che accogliamo.
Per un paese che naviga tra il 10 ed il 13% di disoccupazione e che cresce lo 0,2-0,3% l’anno non è consigliabile accogliere stranieri che non sono investitori di capitale ma mera manodopera non specializzata, la quale, è spesso costretta (da imprenditori italiani e stranieri) a lavorare a prezzi di mercato inferiori ed anche lavorando in regime di quasi schiavitù, non sempre trova lavoro.
Da non dimenticare che la manodopera straniera va facilmente a coprire il fabbisogno di molte aziende del Nord rendendo difficile (ed antieconomico) per i giovani del Sud emigrare, come fecero i loro padri e nonni. Per gli stranieri che non lavorano, non avendo la possibilità di ricorrere alla solidarietà sociale (intesa come l’aiuto dei genitori) degli italiani, rimane il crimine.
Ovviamente non tutti gli immigrati sono dei criminali e neanche hanno una propensione “naturale” a delinquere ma, tenuto conto della differenza di popolazione rispetto agli italiani, la maggior parte dei criminali sono stranieri. Non è razzismo, è statistica. La statistica è basata sulla matematica ed i numeri non conoscono il politically correct.
La popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2017 era di 60.483.973 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,5% dei residenti a livello nazionale. Non considerando gli stranieri “fantasma” che possono essere sfuggiti alle rilevazioni dell’Istituto di Statistica e analizzando i dati degli ingressi in carcere, si scopre che gli italiani residenti negli istituti di custodia e pena sono circa il 64%, mentre gli stranieri sono circa il 34%. È vero perciò che gli italiani in termini assoluti delinquono più degli stranieri ma è anche vero che sono circa 11 volte più numerosi. Come trend generale esemplificativo delinque ed entra in carcere 1 italiano ogni 1375, mentre delinque ed entra in carcere 1 “non italiano” ogni 231, di cui il 46% circa proviene dall’Africa (maggiormente dai paesi del Magreb), il 42% circa è Europeo (maggiormente Romeno).
Per la gran parte gli stranieri commettono reati riguardanti la droga, le armi, i reati contro il patrimonio e la persona; i reati che creano allarme sociale e bisogno di sicurezza. I migranti (regolari o meno, rifugiati o meno) arrivano in Italia per trovare condizioni di vita migliori. In moltissimi casi vivono al limite della legalità ed altrettante volte conoscono i loro diritti ma dimenticano i loro doveri. L’appartenente alla polizia non fa politiche di migrazione ma è un onesto operatore del diritto, per questo non deve cadere nella trappola della discriminazione, vietata dalla nostra Costituzione ma neanche nella trappola del “buonismo” esasperato e soprattutto deve rifiutare di essere considerato un razzista solo perché fa il proprio lavoro.
Chiunque, anche se proveniente dalla povertà o bisognoso della protezione di un altro paese, non ha giustificazioni nella violazione delle norme, non è giustificato nemmeno dal fatto che ci potrebbero essere crimini più gravi da perseguire. L’illegalità è illegalità, da qualsiasi parte venga e la repressione di essa rende le nostre città più vivibili.