D.I.R. come diritto, è la sigla di una nuova associazione italo-tedesca nata all’Università di Colonia fra studenti di giurisprudenza: Deutsch-Italienische Rechtswissenschaftler e.V. Il suo fondatore e presidente è un ragazzone italo-tedesco di 23 anni di nome Adrian Weißer. Sponsorizzata dallo studio legale Dolce&Lauda di Francoforte, questa nuova iniziativa si è presentata il 12.11 scorso nella Neue Senatssaal dellUniversità di Colonia alla presenza di importanti personalità quali il prof. Heinz-Peter Mansel, codirettore del corso binazionale di giurisprudenza, il preside della facoltà ed il console italiano Ferraro. Il tema del convegno era il 70mo anniversario della nostra Costituzione italiana, ed i relatori erano i professori dell’Università di Firenze Andrea Cardone (prorettore) e Chiara Favilli. Abbiamo rivolto al signor Weißer alcune domande.
Complimenti per questa bella iniziativa. Ma per prima cosa ci spieghi chi siete voi.
Grazie mille, è stato un bel lavoro realizzare un momento di riflessi ne per celebrare i 70 anni della Costituzione italiana e ora siamo molto felici che sia andata così bene. Noi siamo un gruppo di studenti binazionali italiani e tedeschi che studiano giurisprudenza in entrambi le lingue presso le università di Colonia e di Firenze. Condividendo lo stesso percorso di studi abbiamo deciso di fondare un’associazione di giovani giuristi italo-tedeschi in divenire.
Cosa avete intenzione di fare in futuro?
Continueremo con un convegno sui 70 anni della Costituzione tedesca (il “Grundgesetz“) a Firenze, probabilmente a maggio 2019, e dopo pensiamo di realizzare incontri con rappresentanti nazionali, come il presidente della camera dei penalisti italiani che verrà in Germania per firmare un accordo internazionale di collaborazione tra i due paesi, ma questa è un’idea ancora da realizzare. Faremo il possibile per promuovere l’amicizia e la collaborazione italo-tedesca.
La Costituzione italiana recita: „L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro“. Non Le sembra che questo fondamento in Italia si stia erodendo?
Mi sono permetto di citare un noto giudice costituzionale, Giovanni Maria Flick, che in un’intervista per la RAI disse: „Io penso che per esaminare la costituzione sia giusto applicare la regola inglese delle 5 domande che in italiano suonano così: chi, che cosa, dove, quando e perché è stata scritta ed approvata la carta costituzionale italiana“. Non volendo esprimermi sul versante politico, posso solo assicurare che la norma programmatica dell’art. 1 della Costituzione repubblicana è tanto valida quanto noi le diamo valore e non la si può recitare parzialmente dimenticandosi della seconda frase: „La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“. Ecco, io qui vedo una erosione molto più forte che nella prima frase, la cui interpretazione può essere così ampia poiché, per tradurre in parte la definizione giuridica di lavoro, questa sarebbe „ogni sforzo umano, mentale o fisico, volto verso la realizzazione di un progetto o un sogno“. La sovranità appartiene al popolo di sicuro perché 70 anni fa se l’è conquistata con molto sangue e dolore. Però vedo sempre più gente varcare i limiti della Costituzione violandone gli ideali. Come disse Gustavo Zagrebelsky: „La costituzione è qualcosa che i popoli si danno quando sono sobri, a valere per quando sono ubriachi e che deve restare una garanzia di pace interna“. Anche per quanto concerne la „dignità umana“ proclamata nel primo articolo della costituzione tedesca, non è che le cose vadano tanto per il meglio… Bisognerebbe analizzare la norma con diligenza e molta prassi. Io penso che in Germania l’idea del rispetto della dignità umana sia molto presente in tutta la società . Basti richiamare i ricordi delle scene di guerra che abbiamo visto tutti in Siria e in Irak. Queste storie d’orrore ci fanno presente quanto sia sottile la coperta che chiamiamo società civile e come sia facile strapparla via lasciandoci a quello che il filosofo Hobbes descrisse come lo „stato di natura“ e che è una situazione umana del tutto „indegna“ e anarchica.
Adesso una domanda privata: lei ha un genitore italiano ed uno tedesco, ed è un perfetto bilingue. Ci dica la verità: Lei si sente più italiano o più tedesco?
E se le dicessi che non distinguo fra le due nazioni, si sorprenderebbe? Sì, ci sono diversità culturali e linguistiche fra le due patrie, ma io mi vedo come una personalità completa nelle sue plurime entità. Per questo faccio fatica a schierarmi, perché mi vedo come un ragazzo europeo prima di tutto, poi chi va a vedere chi mi ha dato i natali, scoprirà che sono il risultato di un amore che dura da più di duemila anni fra i due paesi. La mia patria è l’Europa ed è il progetto che vorrei diventasse sempre più concreto anche attraverso il piccolo contributo della nostra associazione di giovani giuristi italo-tedeschi.