La rabbia è un’emozione che viene spesso etichettata come negativa, come qualcosa che va controllato, eliminato o, nel migliore dei casi, sfogato. Quando ciò avviene è alla manifestazione inappropriata dell’emozione della rabbia che ci si riferisce, non all’emozione in sé.
In realtà la rabbia è un’emozione umana normale e salutare. Si può facilmente immaginare la sua funzione positiva pensando ad una situazione in cui una persona riceve uno sgambetto e non reagisce. Quella persona non è in contatto con l’emozione della rabbia o la contatta ma non si permette di esprimerla. L’altro può pensare che sia “normale” o giusto fargli lo sgambetto e potrebbero aumentare le probabilità che accada nuovamente. La persona che non sta in contatto con l’emozione della rabbia non si dà la possibilità di mettere confini né di affermarsi, di dire dei buoni “no” per proteggersi.
La rabbia è dunque un sentimento primordiale di base che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Ha quindi una funziona adattiva. Senza rabbia si è privi di protezione, senza rabbia siamo alla mercé delle reazioni altrui e non possiamo mettere in atto strategie buone per evitare di ricevere “sgambetti”. La rabbia usata costruttivamente aiuta a sviluppare fiducia in se stessi.
Se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia è molto probabile che ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi e questo facilita un tipico circolo vizioso:
1. Ho l’idea che la rabbia sia un’emozione che non va espressa e la reprimo accumulandola.
2. Ne accumulo talmente tanta fino al punto di esplodere, ad esempio urlando o usando un linguaggio violento.
3. L’esplosione violenta è per me la conferma che la rabbia è pericolosa e non va espressa.
4. Quindi ricomincio a reprimerla creando nuovamente i presupposti per l’esplosione.
Per uscire da questo circolo vizioso occorre per prima cosa dare dignità all’emozione della rabbia, va bene sentirsi arrabbiati, tutti abbiamo provato questa emozione. Quello che a volte non va bene è il comportamento, il modo in cui l’emozione viene espressa.
Un altro fattore importante da tener presente quando parliamo dell’emozione della rabbia, è che essa spesso nasconde un bisogno che non viene soddisfatto. Ad esempio quando sono sul treno e leggo, posso sentirmi infastidito perché qualcuno parla al telefono ad alta voce o perché c’è un bimbo che fa chiasso. Invece di dare subito sfogo alla rabbia e inveire, posso imparare a tenere presente il mio bisogno di concentrazione e silenzio perché voglio leggere il mio libro e decidere di occuparmene, per esempio dicendo loro che ho bisogno di silenzio o decidendo di cambiare vagone. Imparare a manifestare la propria collera significa conoscere i propri reali bisogni, intrattenendo relazioni più autentiche con le persone che ci circondano.
Di seguito alcuni punti fondamentali per esprimere la rabbia in modo efficace:
1. “Placare” l’emozione: è bene darsi la possibilità di esprimere le proprie opinioni dopo aver placato le proprie emozioni. Lo si può fare in svariati modi, parlandone con un amico, “contando fino a 10”, andando a correre.
2. Riconoscere il proprio bisogno: posso imparare a chiedermi “qual è il bisogno sottostante che non è soddisfatto?” “Di cosa ho bisogno?”
3. Esprimere le proprie opinioni: l’atteggiamento da adottare è di tipo assertivo, evitando di scadere in eccessi quali le ingiurie e le accuse e usando la prima persona singolare “IO”. È importante definire con precisione ciò che ci ha disturbato (quando tu…), raccontando le nostre emozioni (io mi sento…), esprimendo i nostri bisogni attuali e le motivazioni (e io ti chiedo di… in modo da…).
IMPORTANTE: non usare mai “Mi fai arrabbiare”. Dire a qualcuno “mi fai arrabbiare” è un modo per stimolare senso di colpa nell’altro e inoltre non è veritiero poiché non sono gli altri che hanno il potere di farmi sentire in un determinato modo, sono io che provo un’emozione quando l’altro fa qualcosa, sono io il responsabile del mio sentimento.