I titolari di un’autovettura equipaggiata con motore diesel EA 189 con software truccato acquistata da una delle quattro marche del gruppo Volkswagen (VW, Audi, Skoda, Seat) hanno la possibilità di partecipare al processo modello iniziato il primo novembre dal Bundesverband der Verbraucherzentralen (Associazione federale della Centrale dei Consumatori) nei confronti del gruppo Volkswagen
All’iniziativa legale partecipano già oltre 26.000 titolari di un’auto diesel truccata ma chi volesse parteciparvi ha ancora tempo fino al 31 dicembre dopo di che il reato contestato alla Volkswagen (lo stesso che al gruppo di Wolfsburg è costato negli Usa circa 30 miliardi di dollari) cadrà in prescrizione. L’obiettivo dell’iniziativa è ottenere un risarcimento del danno subito o la restituzione del prezzo pagato a suo tempo per l’auto diesel acquistata da una delle marche del gruppo Volkswagen. Sono auto sulle quali in molte città tedesche con limiti di azoto (NOx) superiori ai limiti legali incombe su iniziativa della Deutsche Umwelthilfe (DUH) la minaccia di un divieto di circolazione: Amburgo dove due strade sono già chiuse al traffico, Stoccarda ,nell’intera area cittadina, dal primo gennaio, Berlino dalla metà del 2019 (con probabile inclusione anche della classe Euro 6) e poi anche Aquisgrana, Francoforte e Monaco, prossimamente anche Magonza e poi anche Bonn, Colonia, Essen, Damstadt e Wiesbaden. L’azione legale mira a ottenere la conferma dell’illegalità delle diesel Volkswagen manipolate e in seguito a definire in concreto le richieste finanziarie dei titolari dell’autovettura truccata. Per maggiori e più dettagliate informazioni si consulti in internet il sito www.musterfeststellungsklage.de
Mettetevi nei panni del proprietario di un’auto diesel del gruppo Volkswagen (VW, Audi, Seat o Skoda) e immaginate che, spaventato dalla prospettiva di un incombente divieto di circolazione nella sua città, egli si rivolga al suo fidato concessionario, deciso ad acquistare una nuova autovettura. Diesel o benzina, nuova o anche usata, preferibilmente “a chilometri zero”, offrendo in permuta la sua vecchia diesel truccata. L’importante è che l’auto che si appresta ad acquistare offra la garanzia di non incorrere in alcun divieto di circolazione. E’ questo il senso dell’iniziativa del governo federale di Berlino e dell’industria automobilistica tedesca che si sono accordati sull’ammontare di un adeguato premio di rottamazione delle auto diesel truccate, fino a un massimo di 10.000 euro. La vecchia Diesel finirà sotto la pressa della rottamazione, il suo ex proprietario, invece, si troverà al volante di un’auto nuova di zecca, diesel o benzina che sia o anche di una cosiddetta “auto a chilometri zero”. Un’auto di seconda mano che per un giorno solo è stata immatricolata a un concessionario, nuova ma nello stesso tempo anche usata e che quindi può essere venduta a un prezzo molto scontato. L’espediente è noto e i concessionari vi ricorrono ogni qualvolta un qualche modello non incontra sul mercato un soddisfacente livello di domanda. Nel caso qui in esame, si tratterebbe molto probabilmente di una vettura equipaggiata con un motore diesel Euro 6, abilitata alla circolazione ma con una tecnica che non ha le risaltate prerogative di rispetto ambientale del motore Euro 6d-Temp, l’ultimissima versione del motore diesel tedesco e l’unica, stando agli esperti dell’Automobilclub ADAC, che non avrà problemi di rispetto ambientale. Ciò potrebbe essere, invece, il caso dell’Euro 6 che prima e poi dovrà essere aggiornato e sicuramente sarà il caso dell’Euro 5, la cui abilitazione al traffico scadrà al più tardi nel settembre 2019. In ambedue i casi, comunque, resterà da vedere chi alla fine dovrà pagare il conto dell’aggiornamento: il proprietario della vettura o il concessionario della casa che gliela ha venduta. Soltanto dopo il loro aggiornamento, l’Euro 5 e anche l’Euro 6 potranno continuare a essere un elemento di mobilità su strada.
Sempre meno Diesel
La Porsche è la prima casa automobilistica tedesca ad aver già rinunciato a equipaggiare le sue veloci vetture con un motore diesel e sicuramente altre case nei prossimi anni ne seguiranno l’esempio. In Cina dal 2019 il dieci per cento delle nuove immatricolazioni automobilistiche saranno per legge auto puramente elettriche e anche i governi di Francia e Inghilterra hanno già annunciato che dal 2040 non sarà più consentita l’immatricolazione di auto. Non tira ben vento per il diesel anche se i tedeschi faranno tutto il possibile per assicurargli lunga vita in auto ibride di una certa cilindrata. Auto che in città andranno con il motore elettrico e con il diesel, invece, sulle autostrade, invece, che con grande probabilità in Germania continueranno a non avere limiti di velocità, in aperta e netta contraddizione con le direttive in vigore negli altri paesi Ue. Fino a qualche settimana fa era ancora del tutto aperta in Germania la possibilità di continuare a usare la propria vecchia vettura diesel di norma Euro 4 e Euro 5 dopo averla sottoposta a un’operazione di aggiornamento del software per la depurazione dei gas di scarico, anche se non si è ancora del tutto sicuri della sua efficacia ai fini del contenimento dei pericolosi ossidi dell’azoto (NOx).
Offerta di rottamazione
A quanto pare, comunque, questa possibilità starebbe svanendo perché l’industria della componentistica dell’auto afferma di non essere in grado di produrre e di mettere sul mercato prima di un anno e mezzo il dispositivo necessario per depurare, in modo valido e affidabile sulla base delle nuove norme ambientali, i gas di scarico dei motori diesel. Sarebbe questo il motivo – o forse più esattamente il pretesto – alla base della decisione della Volkswagen e delle altre tre case automobilistiche tedesche di offrire la rottamazione delle vecchie auto diesel assicurando al loro proprietario un premio di permuta nell’acquisto di un’auto di ultimissima generazione, diesel o benzina, nuova o anche chilometri zero. Un’offerta subdola, quella della rottamazione, che mira a dissuadere i proprietari di un’auto con soft-ware truccato dal partecipare alla Musterfeststellungsklage di cui abbiamo accennato all’inizio dell’articolo. Soprattutto nel caso del gruppo Volkswagen sono le cifre a giocare un ruolo importante: nel mondo ci sono in questo momento in circolazione oltre 11 milioni di auto diesel del gruppo VW con motore truccato, di cui 8,5 milioni in Europa e 2,4 milioni nella sola Germania. Se, per ipotesi, in Europa le leggi ambientali fossero così severe come negli Usa e se anche nel vecchio continente fossero state valide le regole internazionali della “class action” (azione legale collettiva), il colosso automobilistico di Wolfsburg già tre anni fa avrebbe dovuto chiedere immediatamente il fallimento, perché mai e poi mai sarebbe stato in grado di versare agli automobilisti e alle varie amministrazioni nazionali le centinaia di miliardi di euro che sarebbe stato obbligato a pagare. Mano nella mano, industria e politica tedesca cercano di lasciarsi alle spalle lo scandalo del dieselgate pagando il minor prezzo possibile. Questo lo hanno ormai capito tutti e però bisognerà stare molto attenti perché la più grande truffa mai attuata nel settore automobilistico potrebbe finire paradossalmente per assicurare all’industria un proficuo affare. Un programma congiunturale con i fiocchi impostato sulla rottamazione delle vecchie auto diesel, Euro 1 fino a Euro 4, che grazie ad un premio fino a massimo di 10.000 euro verrebbero sostituite con moderne vetture, diesel o benzina o magari anche elettriche, che il cliente avrebbe la possibilità di scegliere tra le diverse marche del gruppo di Wolfsburg – VW, Audi, Seat e Skoda.
Software truccati
Purtroppo c’è motivo di credere che il software truccato scoperto dagli americani nell’autunno del 2015 nei motori del gruppo Volkswagen non sarà stato l’ultimo espediente partorito dalla fantasia e dall’inventiva dei tecnici automobilistici per assicurare un manto di rispetto ambientale alle autovetture. Stando al Kraftfahrt-Bundesamt c’è persino il dubbio che anche la norma Euro 6-Temp, dal settembre del prossimo anno inalienabile presupposto di abilitazione alla circolazione in Europa, sia già oggetto di vari tipi di manipolazioni. Motori diesel puliti sono teoricamente possibili, sostengono i tecnici tedeschi, ma la loro produzione sarà piuttosto costosa e questo pare che i manager delle varie case lo abbiano capito. Lo costateranno anche automobilisti che sinora giuravano sul diesel ritenendolo un carburante non solo a buon mercato ma anche rispettoso dell’ambiente. Per renderlo un po’ più pulito si è adottato ora il sistema AdBlue, ma forse sarà anche necessario aumentare la pressione fiscale, da sempre agevolata rispetto alla benzina, per investire poi i proventi in misure di protezione dell’ambiente. Musica, quest’ultima, non particolarmente gradita all’industria automobilistica tedesca timorosa di perdere del tutto il vantaggio di cui ha goduto sui mercati mondiali.