Anche quest’anno, il pensiero delle ferie mi spinge ad attingere il senso e lo spirito da dare a questo tempo prezioso dall’enciclica di Papa Francesco „Laudato si’“.
Probabilmente non tutti abbiamo letto il testo integrale, ma alcuni passi molto concreti possono aiutare a relazionarci con l’ambiente, non solo quello in cui viviamo, ma anche quello – a maggior ragione – in cui trascorriamo i giorni di riposo.
Curare l’ambiente in cui stiamo è fondamentale per il corpo e per l’anima, infatti l’armonia è fonte di pace e di serenità, l’ordine esterno è riflesso dell’ordine interiore e viceversa. Dio ha iscritto l’armonia e l’ordine in tutta la creazione, basta guardare la natura: gli alberi, i fiori, i campi, il mare, i monti… Anche Gesù ci invita a questa attenta osservazione: “Guardate i gigli del campo… “ (cfr. Lc 12,27).
Stupore, ammirazione e gratitudine siano i primi moti dell’anima durante le vacanze: godiamo di Dio e delle sue creature!
Non dimentichiamo però che siamo collaboratori di Dio anche nel mantenere e custodire l’armonia del creato. Non pensiamo che debbano essere sempre gli altri a fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita, per curare l’ambiente che frequentiamo, per custodire l’ordine o anche per crearlo.
Facciamo noi il primo passo. Ecco alcuni suggerimenti concreti offerti da Papa Francesco nell’enciclica sopra citata.
“Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità” (Laudato si’ 211). Papa Francesco si sofferma a lungo, nell’enciclica, sull’importanza di educare all’ecologia, di creare e formare ad una nuova mentalità che tenga conto dei beni comuni, fino a diventare un nuovo stile di vita. Presenta con chiarezza il punto di vista della spiritualità cristiana, che attinge alla parola di Dio e “propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco.
È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo” (222). Domanda soprattutto alla famiglia un’attenzione particolare, proprio perché in essa “si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l’uso corretto delle cose, l’ordine e la pulizia…” (213). Naturalmente, non è facile acquistare il rispetto delle cose, soprattutto altrui, se non si parte dal rispetto nei confronti delle persone che ci sono vicine o che incontriamo e che sono – per così dire – segno anche dei lontani, di coloro che non incontreremo mai, che passeranno forse dopo di noi in quell’ambiente, in quella strada, in quella spiaggia, in quel sentiero: tutto incide sull’equilibrio mondiale, su tutti gli abitanti della terra del presente e del futuro.
Il Papa ricorda a questo proposito l’esempio di santa Teresa di Lisieux che “invita alla pratica della piccola via dell’amore, a non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. Un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo” (230), perché “l’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, è anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore” (231).
Per concludere, mi sembra significativa la proposta di Papa Francesco, che ci ricorda il Creatore e il Donatore di tutto ciò che abbiamo: “Un’espressione di questo atteggiamento è fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti. Propongo ai credenti che riprendano questa preziosa abitudine e la vivano con profondità. Tale momento della benedizione, anche se molto breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, è riconoscente verso quelli che con il loro lavoro forniscono questi beni, e rafforza la solidarietà con i più bisognosi” (227).
Il periodo estivo potrebbe dunque essere adatto per prendere in considerazione questi spunti di riflessione e farli diventare concreti nella vita quotidiana. Siamo una grande famiglia che abita una casa comune, non perdiamolo di vista!