Il signor D.L. di Bruhl (classe 1953) ha, in Patria, un fratello che è pubblico dipendente di ruolo dal 1976. Il lettore ci chiede quando suo fratello potrà andare in pensione; pur con le penalizzazioni introdotte dalla Legge Fornero.
Le “penalizzazioni” della Normativa Fornero non esistono più. A conti fatti, il diritto alla pensione, senza penalità, andrà a maturare dal gennaio del 2019.
Il signor S.B. di Albstadt ha, in Italia, un cognato che lavora in un’impresa di trasporti su gomma. A causa di una malattia seria, ha dovuto assentarsi dal lavoro per sei mesi. L’indennità di malattia è stata pagata. Ora il lettore ci chiede quale sia il meccanismo delle somme liquidate.
Sino al 20° giorno di malattia l’indennità è pari allo stipendio. Dal 21° al 180° giorno, l’importo è portato al 66% della paga. C’è, poi, da tener conto del tipo di patologia sofferta dal parente del nostro lettore.
La signora L.B. di Duisburg ha, in Patria, una sorella divorziata. Al compimento dei 65 anni, la congiunta ha chiesto all’INPS d’assegno sociale, anche per mancanza d’altro reddito accertabile. La richiesta è stata respinta.
Data la mancanza di redditi certi, (pur se è prevista una tolleranza di reddito annuale pari a Euro 5825) a nostro avviso l’assegno sociale spetta. L’intervento di un Patronato chiarirà, ne siamo certi, la questione.
La signora T.A.L. di Gemerscheim che ha, in italia, una nipote laureata e, ora, occupata, ci chiede le condizioni per il riscatto, ai fini previdenziali, del titolo universitario.
Basta fare domanda all’INPS che fornirà la modulistica per iniziare le pratiche del riscatto.
Il signor G.A. di Neuried ha, in Patria, un fratello che percepisce un assegno d’invalidità di Euro 280 mensili. Dato il progredire della patologia, il lettore ci domanda se sia prevista la possibilità di un incremento della pensione tramite la Commissione medica dell’ASL.
L’accertamento di un aggravamento può portare al riconoscimento di un importo della pensione di Euro 500; ma per invalidità del 100%.
Il signor F.F. di Saarbrücken ha, in Italia, la madre, invalida, assistita da una bandante che, dalla metà dell’anno, ha deciso di dimettersi per tornare nel suo Paese d’origine. Il lettore ci chiede come si calcola la “liquidazione” del servizio.
Per il caso prospettato, basta sommare tutte le retribuzioni (nette) percepite nell’arco di servizio e dividere il risultato per 13,5 (al lordo delle trattenute fiscali). La pratica, però, deve considerare anche gli adeguamenti Istat. Meglio consultare un Patronato.
La signora E.M.G. di Bergheim ha, in Patria, un fratello (Classe 1951) che è andato in pensione nel gennaio 2007, con 40 anni di servizio. Per motivi d’utilità, è stato riassunto dalla stessa ditta ed ha lavorato per altri sette anni. Al compimento del 65° anno d’età, ha chiesto un supplemento previdenziale. Lo stesso è stato rifiutato.
Secondo la normativa, ancora n vigore, la classe 1951 può andare in pensione di vecchiaia a 67 anni. Il diritto al supplemento previdenziale è previsto. Nel caso prospettato, non prima del 2019.
Il signor L.D. di Rottweil ha, in Italia, una sorella (classe 1960) che dal 1983 lavora in ospedale. Prima come infermiera generica. Poi come Caposala. Il lettore ci chiede se sia conveniente, ai fini previdenziali, il riscatto triennale del titolo conseguito.
Da quanto abbiamo potuto vedere, i tre anni di corso, se riscattati, consentiranno il pensionamento non prima del 2024.
La signora F.P.W. di Francoforte ha, in Italia un fratello (classe 1951) titolare di un assegno d’invalidità civile e vent’anni di contributi previdenziali. La lettrice ci chiede se, col prossimo anno, suo fratello potrà avere la pensione di vecchiaia maturati con due datori di lavoro.
Il diritto sussiste già dallo scorso gennaio. Il fatto d’avere un profilo previdenziale distribuito tra due fonti di lavoro non influisce sul diritto (Legge 232/2016). L’assegno d’invalidità non farà cumulo con la pensione, Lo stesso, tra l’altro, è esente da trattenute fiscali.
Il signor T.O. di Furth ha, in Patria, un fratello (classe 1957) che è dipendente statale dal gennaio 1985. Il lettore ci chiede quando potrà andare in pensione.
Da quanto abbiamo letto, il diritto alla pensione di vecchiaia scatterà nel 2025. Non ci sono, a nostro avviso, i presupposti per ottenere un trattamento previdenziale anticipato.
La signora M.O.W. di Reinheim ha, in Patria, un fratello (classe 1953) che ha lavorato in ospedale, come infermiere, dal 1995 al 2016. Poi, per motivi di famiglia, ha dato le dimissioni. Ora la lettrice ci chiede se, e quando, il fratello potrà avere, almeno, la pensione di vecchiaia.
Dopo 21 anni di regalare contribuzione previdenziale, il diritto alla pensione di vecchiaia non s’è estinto. Bisognerà, però, attendere il compimento dei 67 anni. Cioè il 2020.