Cinque anni di un intenso pontificato. In pellegrinaggio con papa Francesco da padre Pio e da don Tonino. Il 21 giugno in missione di pace a Ginevra
A cinque anni dall’elezione di Papa Francesco (13 marzo 2013) non è impresa da poco cercare di fare il punto su un intenso pontificato: ventidue viaggi internazionali, due Encicliche, due Sinodi e un terzo in arrivo, un Anno Santo dedicato alla Misericordia, sono soltanto alcuni passaggi del grande cammino percorso. Con un proprio stile e un programma: una “Chiesa in uscita”, la Misericordia evangelica verso gli uomini e le donne ferite del nostro tempo, la novità di una Enciclica che parla della difesa del creato e lo sforzo, nel solco tracciato dai suoi predecessori, di andare incontro ai fratelli di altre Chiese cristiane. Si potrebbe parlare di molto altro, anche di temi difficili: le relazioni con la Cina, la complessa gestione dei casi di pedofilia, la riforma della Curia romana ancora in atto. Ma questo “molto altro” è fatto di problemi che necessitano di tempo.
Intanto però papa Francesco chiede una Chiesa che accoglie, che cammina con tutti, una Chiesa a servizio dell’uomo, con lo sguardo rivolto alle periferie. E va tra la gente a confortare, sorreggere e, se occorre, anche ammonire. Come ha fatto, il 17 marzo scorso, andando a Pietrelcina, in provincia di Benevento (Campania), luogo di nascita di Padre Pio, poi a San Giovanni Rotondo (Puglia) ove è sepolto il Santo che vedeva “nei poveri la carne del Signore”. Motivo per cui il Pontefice Gli è molto devoto. Sentimento che lo aveva spinto a sceglierlo come testimone del Giubileo straordinario della Misericordia, facendone portare il corpo nella Basilica di San Pietro a Roma e garantendo che sarebbe andato a visitare le sue terre. Promessa mantenuta, nel cinquantenario della morte di Padre Pio, primo Papa a recarsi a Pietrelcina dove il Cappuccino è nato e ha ricevuto le stimmate, terzo ad andare a San Giovanni Rotondo, dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
A Pietrelcina, città natale del Santo, è entrato in Cappella a pregare, prima d’incontrare la comunità dei suoi Confratelli ed i fedeli (più di 20mila). Ai quali ha detto, riferendosi ai dissidi tra cittadini, che “un paese che litiga… non cresce”, invitando tutti alla pace. Nella Piana Romana dove Padre Pio ricevette le stimmate, ricordando che era stato tentato dal demonio, ha chiesto: “Secondo voi il diavolo esiste?” per poi affermare: “Esiste, viene dentro di noi, ci inganna, e Padre Pio aveva paura che il demonio lo assalisse, lo spingesse al peccato. Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di Padre Pio in un momento non facile come quello presente… perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro”, benché ciò “sia un grave problema”. Ed ha invitato a pregare la Madonna affinché “i giovani trovino lavoro qui”. Ha poi esortato i cittadini a dare “un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità” e “a custodire come un tesoro prezioso la testimonianza cristiana e sacerdotale di San Pio”.
A San Giovanni Rotondo, dopo aver visitato il reparto di pediatria oncologica di Casa Sollievo della Sofferenza, fondato dal Cappuccino, e celebrato la Messa nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, ha reso omaggio al corpo del Santo con una preghiera, quindi baciato il Crocifisso ligneo davanti al quale Padre Pio aveva ricevuto le stimmate il 20 settembre di 100 anni fa.
Papa Francesco ritornerà al Sud, in Puglia, il prossimo 20 aprile per festeggiare il 25.mo anniversario della morte di don Tonino Bello, prete, scrittore e poeta, nonché Presidente di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, fondato in Francia nel 1945. Nato il 18 marzo 1935 ad Alessano (Lecce) e morto a Molfetta (Bari) il 20 aprile 1993. Figlio di un carabiniere e di una casalinga, nel 1959, conseguì la licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e nel 1965 discusse la tesi dottorale su “I congressi eucaristici e il loro significato teologico e pastorale”. Parroco a Tricase, si occupò degli indigenti e a favore dei bisognosi. Nominato Vescovo il 10 agosto 1982 da Giovanni Paolo II fece creare le Caritas in tutte le parrocchie della diocesi e si occupò dei tossicodipendenti. Anche da Vescovo, si fece sempre chiamare don Tonino, ai bisognosi in cerca di un letto permise di recarsi al Palazzo Vescovile. Fu servitore di una “Chiesa del grembiule”, un “sognatore di Dio”, cioè di una “Chiesa che si fa missionaria, della famiglia umana che vive nella giustizia, nella pace, nel servizio ai poveri”.
Prossimamente, il 21 giugno, Papa Francesco sarà a Ginevra, su invito del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Una visita legata al progetto di pace promossa dal CEC, organo che si occupa del dialogo fra le differenti Chiese cristiane nel mondo. Una missione di pace, la sua, di cui, però, non si conoscono ancora i particolari. Nell’attesa auguro a tutti voi una serena e Santa Pasqua.