Da un comunicato stampa del sindacato autonomo della Farnesina Confsal-Unsa partono gravi accuse verso gli storici sindacati confederali. Si tratta dei lavoratori con contratto italiano presso ambasciate, consolati e istituti italiani di cultura.
“Seicento lavoratori buttati a mare dal barcone dei confederali” con questo titolo la Confsal-Unsa rende pubblico che “Sono stati loro, -attenzione i Sindacati confederali e non l’Amministrazione/Datore di Lavoro- in sede di trattativa, a disporre che i contenuti dell’art.34 venissero depennati dal testo del nuovo CCNL. Di conseguenza sono state accantonate le rideterminazioni/integrazioni del Fondo FUA (Il Fondo Unico Amministrazione col quale sono elargite le progressioni economiche e una sorta di premio di produzione) per questo personale, come previste, in precedenza, in ogni singolo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro dal 2003 a oggi”.
Il Sindacato della Farnesina calca la mano parlando del personale con contratto italiano i cui diritti sarebbero stati in parte cancellati per volontà di CGIL, CISL E UIL:
“Si tratta dei soliti figli di nessuno: impiegati con contratto italiano del Ministero degli Affari Esteri in servizio prevalentemente presso Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura, i cui diritti già descritti e sanciti all’art. 34 dell’ultimo CCNL sono sati aboliti per volontà di CGIL, CISL E UIL”. La Confsal-Unsa annuncia passi urgenti presso il ministro Madia per porre rimedio alla grave ingiustizia.