La nuova legge ha suscitato applausi ma anche molte critiche non solo dai cattolici. Sposta dal medico al paziente la responsabilità delle scelte
Il 14 dicembre scorso si è concluso in Senato l’iter legislativo del testo che concede al malato la possibilità di far sospendere le cure mediante la DAT, cioè una Dichiarazione Anticipata di Trattamento, presentata dal paziente maggiorenne ed in buona salute intellettuale, con la quale esprime la volontà di rifiutare “l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari”, se ha “una malattia produttiva di gravi sofferenze, inguaribile o con prognosi infausta”. Con l’approvazione del Senato il Parlamento mette fine a 11 anni di battaglie. Anche il Papa ha ammesso che in taluni casi “può essere moralmente lecito rinunciare o sospendere le cure”, tuttavia ben delineando i confini dell’assistenza al malato. La nuova legge, benché esistente in 13 Nazioni europee, aveva già suscitato critiche e polemiche quando, il 20 aprile scorso, era stata approvata alla Camera. Fu soprattutto contestata dai deputati cattolici convinti che fosse un trucco per introdurre in Italia l’eutanasia. Giudizi negativi che non avevano fatto cambiare idea a chi è convinto che rifiutare le cure sia “atto di rispetto nei confronti della propria famiglia e di chiunque un giorno si prenderà cura” di lui. Il che significa dare a tutti, indipendentemente dalle opinioni politiche e religiose, la possibilità di esprimere la propria volontà sul fine vita, qualora malato inguaribile. Se minorenne, il consenso deve essere “espresso dai genitori con responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore”.
In pratica la legge prevede che, nel rispetto della Costituzione, i medici non possono iniziare o continuare una cura, se non hanno il consenso del malato. Che deve essere informato delle eventuali conseguenze terapeutiche, onde poter accettare o rifiutare i trattamenti sanitari, “comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”. Le volontà espresse, tuttavia revocabili, e con-validate da notaio, sono vincolanti per il medico, che, quindi, risulta “esente da responsabilità civile o penale”. A dispetto del giuramento con il quale s’impegnano a visitare i malati e a prescrivere le cure con l’unico scopo di guarirli. I Senatori sostenitori del Biotestamento, convinti che occorre riconoscere a chi soffre il diritto di mantenere le terapie anche se aumentano la sofferenza, oppure di rifiutarle, non hanno accettato le modifiche al testo presentate dai partiti del Centrodestra. Lo hanno approvato, dando così vita ad una “bellis-sima giornata che sancisce un diritto di cura, di rifiuto, di scelta”, come e-spresso da Mina Welby, dal 2006 vedova di quel Piergiorgio, malato di distro-fia muscolare, che aveva chiesto al medico Mario Riccio d’interrompere il “calvario”. Giudizio condiviso dai tifosi della legge, tra i quali il radicale Marco Cappato.
Anche i presidenti di Camera e Senato si sono espressi a favore. “E’ un im-portante e positivo atto di responsabilità del Parlamento”, ha dichiarato la Boldrini, in quanto “d’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche”. Al che Grasso ha aggiunto: “Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile”. Per Gentiloni è una “via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”.
Fuori dal Senato ad aspettare il risultato del voto c’erano i familiari di persone gravemente malate, i rappresentanti di molti Sindaci nonché l’avvocatessa Filomena Gallo, Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, (nata con “lo scopo di… affermare i diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili”) che da tempo chiede allo Stato di approvare l’eutanasia, cioè quella “buona morte” di un individuo sofferente a causa di malattia, menomazione fisica o psichica.
L’approvazione della nuova legge equivale a permettere agli Italiani il diritto di disporre della loro vita. Concessione che ha spinto FI a lasciare ai loro Senatori libertà di giudizio, mentre altri membri del centrodestra, tra i quali Giovanardi (Popolo della Libertà), Quagliariello e Gasparri (FI), Sacconi (Energie per l’Italia) e Lega Nord l’hanno definita “legge mostruosa” che spinge all’eutanasia.
In pratica il testamento biologico permette di rifiutare l’accanimento terapeutico. Già Papa Giovanni Paolo II, malato di Parkinson, alla fine disse ai medici: “Lasciatemi andare”, cioè chiese d’interrompere le cure, non di ucciderlo. Tuttavia la nuova legge non soddisfa tutti perché apre la strada a prati-che che il testo non prevede ma potrebbero arrivare, come eutanasia e suicidio assistito. Inoltre tutela medici e strutture sanitarie sollevandoli dalle loro responsabilità. Ma sposta sul malato l’onere della responsabilità delle scelte.