Oramai quello che in Germania sembrava impossibile, vale a dire il fallimento delle trattative per la formazione di un nuovo governo dopo le politiche del 24 settembre scorso, potrebbe realizzarsi: nuove elezioni.
Una Germania che attraversa una crisi politica non si vedeva dal 1982, quando Helmuth Kohl con un trucco un tantino „anticostituzionale“ ottenne l’incarico che poi durò sedici anni, facendo crollare a pezzi la Spd di Helmuth Schmidt.
Insomma, a due mesi dalle elezioni, la cancelliera Angela Merkel cerca ancora di raggiungere un accordo, questa volta con la Spd per proseguire il progetto della Große Koalition, poco amata dagli elettori.
Ma cosa potrebbe succedere se anche l’opzione Große Koalition si dovesse infrangere sul macigno che si trova sulla via di un governo stabile?
Secondo il Grundgesetz, la costituzione tedesca, la decisione di indire elezioni anticipate spetterebbe comunque al presidente della Repubblica tedesca, all’ex ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier. Ma quest’alternativa non è poi così semplice da mettere in atto: il Grundgesetz impone, infatti, l’elezione di un cancelliere che, normalmente, è il vincitore o la vincitrice delle elezioni e che deve ottenere il voto della maggioranza dei deputati nel Bundestag – il parlamento federale a Berlino.
Se non si arriva alla maggioranza avrà inizio una nuova fase: i parlamentari avrebbero due settimane di tempo per trovare un nuovo cancelliere da votare sempre a maggioranza assoluta. In questo caso il numero di voti potrebbe essere illimitato.
Inoltre, non è previsto neanche un limite massimo per il numero dei candidati possibili.
Se nemmeno in questa seconda fase si dovesse arrivare ad un’elezione, avrebbe inizio l’ultima fase delle votazioni.
In quest’ultima votazione sarebbe sufficiente anche una maggioranza relativa. In altre parole: viene eletto il candidato che ha ottenuto più voti, probabilmente un candidato cristiano-democratico, visto che la Cdu ha più deputati in parlamento rispetto agli altri partiti.
A questo punto Steinmeier avrebbe due opzioni: potrebbe confermare la nomina o sciogliere il parlamento. Solo la seconda opzione spianerebbe la via verso le nuove elezioni, che si dovranno tenere entro sessanta giorni.
Insomma, i tempi previsti dal Grundgesetz prevedono che l’ipotesi di elezioni anticipate non si verifichi, come minimo, prima della fine di febbraio del 2018, anche perché non si sa quanto tempo durino ancora le trattative tra Cdu/Csu e Spd.
È, tuttavia, anche vero che la Kanzlerin Merkel potrebbe cercare di formare un governo di minoranza, anche se i governi di minoranza in Germania sono un’eccezione e finora, nei Länder, non sono durati più di qualche settimana.