Visibilmente emozionato, il Re della musica partenopea abbraccia i nostri connazionali in Germania
L’inconfondibile voce partenopea che dagli anni ottanta ha saputo raccontare e portare la sua Napoli in giro per il mondo, ha completato le due importanti tappe in suolo tedesco. Il cantautore napoletano Nino D’Angelo ha presentato racchiuso nel suo show evento “Concerto 6.0” un triplo cd contenente anche il dvd dello spettacolo live aperto a giugno di quest’anno nella sua Napoli in occasione del suo sessantesimo compleanno. Con l’inimitabile voce ha continuato a emozionare i suoi fan anche domenica 15 ottobre a Ludwigsburg. il Corriere d’Italia ha incontrato il loro mito.
Partiamo subito dal Concerto 6.0. Un triplo cd contenente anche il dvd del suo live al San Paolo di Napoli dove ha festeggiato i suoi sessant’anni, di cui quaranta sui palchi di tutta Europa e oltre.
È la fine di un percorso di esami, per modo dire. Esami che non finiscono mai. Cantare poi nello stadio così importante della mia amata Città per me, che ne sono anche un grande tifoso e ciò fatto pure un film, è stato davvero il mio più grande esame. È stato un cammino abbastanza lungo il mio e che mi auguro non finisca mai.
Lei ha vinto diversi premi, il David di Donatello come miglior musicista e un Nastro d’argento per la migliore musica per il film “Tano da morire”. Ha vinto il Premio Settimana Internazionale della Critica. Il Premio Leone del Futuro. Il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Insomma sia nella musica sia nel cinema ha raccolto grandi successi. Com’è arrivato a una miscela così importante?
Sono dei meccanismi che nella canzone napoletana sono sempre esistite. Una volta esistevano le sceneggiate. Quando una canzone importante faceva successo, si realizzava la sceneggiata in teatro. Mentre all’epoca mia si facevano dei film. Che poi questa storia parte da molto più lontano. Prima di me ci sono stati i “musicarelli” di Little Tony, Gianni Morandi. Io ho semplicemente seguito le loro orme.
Il mondo la ama e la generazione la segue. Quale suggerimento può dare per riferimento alle nuove generazioni d’interpreti?
Io penso che uno debba credere in ciò che fa e soprattutto non mollare mai davanti a niente. Se c’è la passione e talento si arriva in qualsiasi parte, viceversa diventa difficile rendere concreto quello che si fa.
Senza dubbio lei è un credente. Se crede anche a una rinascita, in tale caso, cosa non farebbe o rifarebbe per certo?
Rifarei tutto quello che ho fatto, anche gli errori. Perché dagli errori ho imparato tante cose. Io devo dire che ho fatto una vita bellissima, mi sento un privilegiato e mai potrei cambiare in una mia seconda vita con un qualcosa che non conosco.
Maestro, com’è riuscito a portare e far capire al modo la musica partenopea ma soprattutto a farla apprezzare e amare così?
La musica non si capisce, la musica “è”. È un po’ come l’amore. È corretto dire: l’amore si sente, e non “l’amore non si sa”. La musica che fa la parola è il suono mediterraneo che abbiamo in noi. È attraverso questo suono che puoi arrivare dappertutto e farti capire in tutto il mondo, anche in un dialetto che per certi è incomprendibile.
Che cosa si porterà di questo tour in Germania, inteso del suo connazionale?
Premetto che in Germania non è la prima volta che vengo. In Germania ci sta l’Italia. L’Italia del sud. L’Italia che mi ama, mi emoziona, che porta la sua fatica e che mi segue ed è presente anche nei concerti che faccio, ed io mi sento in qualche modo un loro rappresentante. Pertanto bacio e abbraccio tutti gli italiani che vivono in Germania e dico loro viva l’Italia!
Seppure visibilmente stanco dal concerto tenuto la sera prima e con le ore di viaggio sulle spalle, l’artista Nino D’Angelo appena arrivato non ha esitato a incontrarci e a dedicarci il suo prezioso tempo. Con lo stesso amore ed entusiasmo non si è fatto attendere molto anche dal suo pubblico che lo acclamava, regalando ben due ore di puro spettacolo. Emozionante è stata la scenografia digitale proiettata durante tutto il concerto. Sono state immagini che hanno percorso la sua storica vita, la sua bella Napoli, i suoi stracolmi concerti, fino ad arrivare alla dedica e all’umile inchino fatto da Nino D’Angelo alla proiezione sul mega schermo del mitico Pino Daniele. La chiusura del Concerto è stata davvero inaspettata per tutti, anche per lo stesso Nino D’Angelo che alla fine del suo concerto si è visto arrivare sul palco una gigantesca torta per i suoi sessant’anni, accompagnata da “Tanti auguri” cantata dal suo pubblico. Spiazzato e commosso ha ringraziato e allargando le sue braccia ha abbracciato metaforicamente tutti i presenti, stringendo fortemente chi gli ha fatto trovare entrambe le serate questo grande e meraviglioso pubblico, Marco Pagano.
“La nostra grande storia artistica con Nino D’Angelo è incominciata nel duemila e quindici qui in Germania”, ci dice emozionato Marco Pagano, l’organizzatore del duplice evento. “Il mio sogno è stato sempre di realizzare un concerto in un’Arena e grazie a Nino D’Angelo tutto questo è stato possibile farlo in occasione proprio dei suoi sessant’anni. Se da una parte ringrazio il Re di Napoli Nino D’Angelo che mi ha sempre regalato grandi soddisfazioni e pure vero che ringrazio dall’altra principalmente la mia famiglia e a seguito il mio staff che mi ha supportato ventiquattro ore su ventiquattro, come mio fratello Antonio Pagano, Mike Floridia, Davide Deana e Angelo Marsiglia che mi hanno dato la forza di realizzare e concretare queste mie idee. Giuseppe Fascina inoltre, mi ha sostenuto e appoggiato non solo con la prevendita sul suo ticket service italiano ma anche moralmente e come amico. Più che uno staff è una grande famiglia. Senza di loro non sarei mai arrivato a tanto. La mia emozione davanti al pubblico di ieri e davanti a duemila persone avute oggi è indescrivibile e per questo il mio più grande e caloroso ringraziamento va indiscutibilmente a tutti loro che hanno aderito ai miei concerti, anche perché credo fermamente che: se l’artista senza la sua band non è nessuno, è altrettanto vero che noi organizzatori senza il nostro pubblico non siamo nessuno. Grazie di cuore anche a voi della stampa per l’attenzione che mi avete prestato”, conclude Pagano.