La visita di papa Francesco in Quirinale. Convergenza di pareri con il presidente Mattarella sulle emergenze del momento
Il 10 giugno scorso il Pontefice ha ricambiato in Quirinale la visita fattagli da Sergio Mattarella l’anno scorso in Vaticano. Nell’incontro, trasmesso dalla Rai, entrambi si sono trovati d’accordo sulla necessità ed il dovere di aiutare i giovani connazionali a trovare un lavoro, nonché accogliere i profughi e gli immigrati, auspicando, come detto dal Presidente della Repubblica, che “anche la comunità internazionale e quella europea se ne facciano sempre più carico, per agire insieme”. Collaborazione che, per ora, non c’è, come è, purtroppo, carente l’occupazione giovanile.
Tali mancanze, per il Papa e il Presidenze, devono “essere al centro dell’esercizio delle responsabilità di Istituzioni e delle forze sociali”. Il che dimostra il comune giudizio, politico ed umano su alcuni punti importanti: l’emergenza lavoro, l’immigrazione, la lotta al terrorismo ed i cambiamenti climatici. L’incontro è durato una trentina di minuti, al termine del quale sono arrivati i figli ed i nipoti del Presidente, benedetti dal Papa che ha donato loro un rosario. Mattarella gli aveva regalato una spilla da agganciare al mantello liturgico e Bergoglio ha contraccambiato con un’immagine di fine XVII secolo, tratta dai Musei Vaticani, raffigurante i Beati Pietro e Paolo.
Papa Francesco è il quinto Pontefice a salire al Quirinale: giunto nel cortile del Palazzo, è stato accolto con tutti gli onori militari dovuti ad un Capo di Stato, mentre gli scolari delle scuole delle zone terremotate, chiamati al Colle in occasione della visita, gridavano “Francesco, Francesco”. Mattarella, mentre lo accompagnava nella sala degli Arazzi, dove lo aspettavano il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ed il segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin, ha illustrato al Pontefice le stanze che stavano attraversando..
Dopo un momento di preghiera silenziosa nella Cappella dell’Annunciata, si sono recati nel Salone dei Corazzieri per fare le dichiarazioni ufficiali. Improntate da entrambi sull’accoglienza dei profughi, problema che, secondo Mattarella, “se affrontato con un approccio inadeguato ed angusto rischiano di travolgerci”. E tanto complesso, secondo il Papa, da necessitare un “paziente e umile lavoro … che rafforzi i legami fra gente ed Istituzioni”, in quanto “nessuno può pretendere di risolverli da solo”. Questione cui si è aggiunta quella sulla mancanza di lavoro per i giovani.
Troppo lunghi i due discorsi per riportarli integralmente, ma vale veramente la pena leggerli, cercandoli su internet. Mi limito a citare alcune riflessioni. La prima delle quali, secondo il Presidente, “riguarda la dimensione della responsabilità, chiamata a declinarsi, quotidianamente, all’interno delle Istituzioni, per affermare quei valori di centralità della persona, di giustizia, di solidarietà, di condivisione, che sono iscritti nel nostro dettato costituzionale e sono anche alla base di tante manifestazioni della testimonianza della Chiesa Cattolica”.
Impegno di chi governa e legifera è garantire a tutti dignità, riconoscimen-to di un ruolo nella società e rispetto. Obiettivo fondamentale per tutti, soprattutto per i ragazzi che vedono messe a “dura prova le aspettative, le prospettive di vita personale, mettendo a rischio il buon futuro dell’intera società”, nonostante la continua richiesta, rivolta alle autorità nazionali, di una maggiore responsabilità politica che spinga ad una più idonea crescita economica, a condizioni di equità e stabilità sociale. Nonché il rispetto dell’ambiente, fisico e monumentale.
Di questo la società nazionale ha bisogno, tanto da far chiedere ai politici una maggiore attenzione, onde evitare, affermano Mattarella e Papa Bergoglio, l’emarginazione, la diffusa povertà, il degrado del territorio, la desertificazione e, quando possibile, la salvaguardia dei resti archeologici, dei monumenti e delle opere memorabili del nostro Paese, spesso messi in pericolo da un inadeguato progresso tecnologico e dal riscaldamento del pianeta che può provocare la desertificazione di molte Regioni. Eventi, ha ricordato Mattarella, sui quali il Papa, nella Enciclica Laudato si’, aveva invitato l’umanità a riflettere. Senza naturalmente dimenticare un altro problema mondiale: il terrorismo, che ovunque continua a uccidere e distruggere.
L’incontro, quello dei due Capi di Stato, è senz’altro molto utile perché ha messo in evidenza la necessità universale di reagire ai grandi problemi del mondo odierno. C’è da sperare che tutte le Nazioni ne colgano l’importanza. E, soprattutto, che si diano da fare per ridurre le angosce di chi soffre e restituire a tutti la speranza di un mondo migliore.