l signor D.M. di Rheinau ha lavorato per sette anni in Svizzera. Nel 1999, s’è trasferito in Germania, dove svolge attività artigianale. Ci chiede come saranno conteggiati, ai fini previdenziali, gli anni lavorati in Confederazione Elvetica.
Le informazioni fornite sono poche. Senza più specifiche notizie, non c’è possibile azzardare ipotesi attendibili. Attendiamo, anche via fax, copia della documentazione lavorativa.
Il signor L.M. di Attendorn ha, in Patria, una proprietà che è soggetta a una servitù di passaggio a favore del fondo confinante. Il lettore ci chiede quale sia la prassi per poterla annullare.
Se la situazione è come c’è stato scritto, la servitù, giacché tale, non può essere resa nulla se non per volontà esplicita (cioè ufficiale) dei proprietari dei due fondi interessati.
Il signor L.C. di Berlino ha in Italia un fratello (classe 1950), architetto, che è titolare di più contribuzioni previdenziali. Il lettore ci chiede se il congiunto abbia maturato il diritto a una pensione.
L’età pensionabile sarà raggiunta il prossimo anno. Il trattamento, però, sarà “pro quota”. Come a scrivere che il trattamento previdenziale finale sarà calcolato sulle diverse situazioni assicurative durante l’attività lavorativa.
La signora O.C.L. di Stoccarda, prima di trasferirsi in Germania, dove s’è sposata, ha lavorato, per qualche anno, come agente di commercio. Ora la lettrice ci chiede se gli anni contributivi possano essere recuperati.
Non lo riteniamo. Infatti, i contributi Enasarco non possono più essere utilizzati ai fini pensionistici, né recuperati.
Il signor P.D’A. di Erlangen è proprietario, in Italia, di un terreno con progetto immobiliare approvato. Ci chiede una valutazione, di massima, della somma da investire per edificare un alloggio monofamiliare da classificare come “rurale”.
Le notizie fornite non sono sufficienti per formulare una risposta utile. Bisognerebbe, a nostro avviso, consultare l’ufficio tecnico del comune dove si trova il terreno edificabile.
Il signor F.A. di Hechingen ha lavorato in Italia per dieci anni. Poi, s’è trasferito in Germania. Ha chiesto all’INPS un prospetto sulla sua posizione previdenziale in Patria. Nel documento non è stato riportato il periodo del servizio militare obbligatorio.
È passato molto tempo. Però riteniamo che, inviando copia del certificato matricolare, la “svista” sarebbe eliminata.
Il signor O.C. di Bergheim, che segue la Rubrica dal 2006, ci chiede se sia vantaggioso investire i risparmi di una vita nell’acquisto di un alloggio in Italia. Prima per ricavarne un reddito di locazione e, poi, per abitarlo una volta rientrato, definitivamente, in Patria.
A questione generica, non possiamo che risponde nello stesso modo. C’è da valutare il prezzo dell’immobile all’acquisto e i derivanti oneri fiscali. La locazione, ora, non rende come per il passato. Meglio essere più precisi in merito.
Il signor D.A. di Ach ha, in Patria una sorella (classe 1955) che è insegnante elementare dall’ottobre 1976. Il lettore ci chiede quando avrà maturato il diritto alla pensione.
La sorella del Lettore ha 62 anni. La pensione andrà a maturare nell’autunno del 2019. Sconsigliamo, vivamente, d’anticipare il trattamento. Dato che il trattamento è maturato col sistema contributivo, ridurre i “tempi” pensionistici sarebbe svantaggioso.
La signora M.O.M. di Bietiheim ha, in Patria, un fratello (classe 1959) che è dipendente delle poste italiane dal 1980. La Lettrice ci chiede se il diritto alla pensione andrà a maturare ilo prossimo anno.
Pur senza una documentazione di riferimento, ci sembra che il trattamento previdenziale non maturerà prima del 2022.
Il signor O.C. di Kassel ha locato in Patria un locale a uso autorimessa . Ora ci chiede come si possano calcolare gli aggiornamenti del canone di locazione.
Dato che non si tratta di locale a uso abitativo, non esiste una normativa che preveda un incremento del canone su base annuale.
Il signor F.D’A. di Monaco è interessato alle proposte “modifiche” circa il voto politico dei Connazionali all’estero.
Abbiamo riassunto la lunga riflessione del Lettore. Però possiamo assicurare che, almeno per ora, non è prevista nessuna “modifica” sul voto politico e referendario degli italiani all’estero.
La signora M.R.G. di Stoccarda ha, in Patria, il Padre pensionato (78 anni) coniugato. La sua pensione (netta) è di Euro 1.620 mensili. La moglie non ha nessun trattamento previdenziale. Ora ha saputo dell’esistenza in un Assegno Sociale per i privi di reddito proprio. Ci chiede che pratica si debba inoltrare all’INPS.
Nessuna pratica è possibile. Con un reddito famigliare di oltre 20.000 Euro netti l’anno, l’assegno sociale non spetta (il tetto previdenziale famigliare per il corrente anno è di Euro 11.675 lordi).