1945-2025 – A 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale
Ci è voluto un anno di lavoro e di ricerca negli archivi, dei familiari, di fonti attendibili per preparare l’audio tour del Cimitero militare d’onore di Westhausen dove sono sepolte 4788 vittime della follia nazista. Sono per la maggior parte IMI, internati militari italiani, ma ci sono anche lavoratori e lavoratrici coatti civili, prigionieri politici e persino bambini. L’audio guida virtuale è un progetto della sezione ANPI di Francoforte in collaborazione con il museo storico di Francoforte (Historisches Museum Frakfurt). Nel restituire alla memoria alcune biografie, questo progetto contribuisce a far luce su un capitolo della storia della Seconda guerra mondiale ancora poco conosciuto.



Foto sopra: da sinistra l’immagine di apertura della app Frankfurt History, in centro: l’audio tour di Westhausen nella app; a destra, una tappa della guida audio con la biografia del sottufficiale Nicoló Bagordo.
Bisogna andarci apposta al Cimitero militare italiano d’onore di Westhausen perché si trova nella periferia nord, nord-ovest di Francoforte, quartiere di Hausen, penultima stazione della linea 7 della metropolitana. È un grande cimitero immerso nel verde e una lapide posta all’ingresso introduce alla parte destinata a cimitero di guerra, dove dal 1958 riposano in pace le spoglie mortali di italiane e italiani, portate qui dalle regioni vicine. Oggi sono in realtà qualche decina meno di 4788 perché alcuni resti sono stati traslati in Italia ad opera e a spese dei familiari, grazie a una legge di pochi anni fa. In Germania sono quattro i cimiteri di guerra per i 13.000 italiani, soldati e civili, morti sul suolo della Germania occidentale. Gli altri cimiteri sono ad Amburgo, a Berlino e a Monaco.
„è Una questione di rispetto umano per queste vite
non vissute“ (G. De Simoi)
Ora il cimitero di Westhausen di Francoforte è stato reso più accessibile grazie a questa visita virtuale in dodici tappe, frutto di un accurato lavoro di ricerca che ha portato alla luce e alla memoria alcune biografie, talvolta sono solo tracce di biografie di alcuni dei sepolti al cimitero. Queste tappe sono segnate da fiori di metallo, posti accanto al cippo di pietra e dietro al nome si può ascoltare una storia e seguire il percorso del tour.



Chi sono gli IMI, gli internati militari italiani
„Uno dei giorni più tristi della mia vita è stato, come per altri della mia generazione, l’8° settembre 1943. Una data tragica presto dimenticata dalla leadership politica e militare che ha scatenato l’assurda e inutile seconda guerra mondiale“. Così Luigi Baldan nel suo libro autobiografico, curato insieme al figlio Sandro Lotta per sopravvivere. La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo (2007). Luigi Baldan riuscì a scappare dal lager con un amico. Le sue memorie sono una fonte diretta, autorevole e imprescindibile per conoscere le condizioni di vita degli IMI.
Sono i soldati e gli ufficiali italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre, catturati dai nazisti, moltissimi nei Balcani e in Grecia, ma anche in Italia furono fatti prigionieri e portati in 60 lager in tutto il territorio tedesco perché si rifiutarono di combattere con i nazisti e nell’esercito della Repubblica sociale di Salò. In tutto erano 600.000 fra soldati, ufficiali, marinai, avieri, carabinieri, tutti parte dell’esercito italiano. Questo atto di resistenza passiva lo pagarono a prezzo della prigionia e molti di loro con la morte (50.000 in tutto). A loro il regime nazista non riconobbe lo status di prigionieri di guerra per evitare di applicare la convenzione di Ginevra che avrebbe loro garantito un minimo di assistenza sanitaria e di condizioni di vita e di lavoro meno crudeli. La vita nei campi di lavoro e di prigionia fu durissima per gli IMI: poco cibo, indumenti inadatti, poco riposo, quasi nulla era l’assistenza medica e spesso tardiva.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre due milioni di soldati italiani si trovarono allo sbaraglio, abbandonati senza ordini. Di loro un milione furono disarmati, 800.000 furono fatti prigionieri; di questi 186.000 si unirono alla Repubblica sociale di Mussolini, mentre 600.000 furono internati appunto come detto sopra.
Chi sono le altre vittime

Scopriamo seguendo l’audio tour che a Westhausen sono sepolti 60 soldati, del massacro di Kassel (31 marzo 1945).
Articolo correlato: La strage dimenticata di Kassel: il massacro degli internati italiani il 31 marzo 1945 – Corriere d’Italia
Nella foto accanto l’elenco dei fucilati a Kassel. I nominativi sono ricavati dal sito Dimenticati di Stato di Roberto Zamboni.
Oltre al lavoro accurato di ricerca di Roberto Zamboni una fonte importante per l’audio tour è stato il libro di Luigi Baldan e la collaborazione con il figlio Sandro Baldan, recentemente scomparso.
Al cimitero di Westhausen sono sepolti anche lavoratori e lavoratrici civili che dopo l’8 settembre persero tutti i diritti e divennero dei lavoratori coatti. Fra loro, Irene Calciati, che morì sotto le bombe nelle baracche degli italiani (Arbeitserziehungslager) delle Metallwerke nell’ottobre 1944 a Frankfurt-Heddernheim. L’Italia fascista e la Germania nazista infatti stipularono un accordo nel 1938 che permise complessivamente a 500.000 italiani e italiane di andare a lavorare in Germania. Al momento dell’armistizio erano 100.000 i lavoratori e le lavoratrici civili in Germania, dopo l’8 settembre il loro status divenne di lavoratori forzati.
Nel cimitero di guerra di Westhausen sono sepolti anche 20 bambini. L’audio tour ricorda due di loro, i fratelli Heinrich e Valentin Rogger, uccisi nel famigerato Ephata-Heim che eliminava i bambini con disabilità. Sepolti nel cimitero militare italiano d’onore di Westhauser, racconta l’audio guida, anche 80 prigionieri politici. In totale furono 24.000 i deportati politici, uomini e donne, nei lager tedeschi tra il 1943 – 1945.
L’audio tour. Come è nato il progetto fra ANPI Francoforte e Historisches Museum
Il tour virtuale è stato presentato una sala gremita di pubblico nel Museo storico di Francoforte il 28 gennaio scorso e lo si trova nella app gratuita Frankfurt History (si veda immagine in alto) e fa parte del progetto in fieri „Frankfurt und der NS“.


A sinistra, Dr. Angela Jannelli, curatrice dell’Historisches Museum, durante alla presentazione dell’audio tour del cimitero di Westhausen nella app del museo storico. A destra, il Console Generale di Francoforte, Massimo Darchini. Foto: ©Paola Colombo
“Questo progetto” – racconta Rosanna Maccarone (ANPI), che ha lavorato al progetto e co-curato la stesura dei testi dell’audio tour “è nato in modo ‘cospirativo’ (sorride, n.d.r.) perché quello sugli IMI è un capitolo non ancora sufficientemente studiato, sconosciuto ai più, e affidato allo studio e alla cura di alcuni storici appassionati”.
La guida virtuale al cimitero di Westhausen non sarebbe stata possibile senza la sensibilità oltre che la competenza professionale di Angela Jannelli, curatrice del museo storico di Francoforte. E occorre fare un passo indietro al novembre 2022 quando l’Historisches Museum Frankfurt lanciò l’app Frankfurt History, divisa in tre aree tematiche, di cui una è Frankfurt und der NS. Così Angela Jannelli: “Quando abbiamo presentato al pubblico la app c’era Rosanna Maccarone, mi ha detto di essere dell’ANPI, e le ho chiesto se potevamo fare qualche cosa sul cimitero militare di Westhausen. Dopo due settimane mi ha invitata a incontrare il gruppo di lavoro in nuce al Club Voltaire lì è nato il progetto”.
Angela Jannelli, responsabile del progetto, ha indicato dove chiedere finanziamenti, dato la tempistica, strutturato il processo:
„ho aiutato nella scelta delle biografie affinché coprissero un buon spettro di informazioni rilevanti“ (A.Jannelli)
Nel gruppo di lavoro ha fatto parte anche Giancarlo De Simoi, conoscitore esperto di storia militare: “L’aspetto che più mi ha appassionato è stato il ricordo di quello che hanno passato questi ragazzi coinvolti in una tragedia assurda ed è anche una questione di rispetto umano per queste vite ‘non vissute’”.
Silvia Zavagnin, archivista e socia ANPI: “Mi sono occupata di tutte le ricerche dal lato italiano, dall’archivio del Ministero degli affari esteri a tutte le istituzioni italiane. Poi con gli altri abbiamo messo insieme i pezzi, pensato il percorso, le tappe e il design del percorso. Mi sono sentita valorizzata per la mia competenza di cui ho potuto esprimere al massimo le potenzialità per far arrivare questi messaggi a tutti per valorizzare la memoria. Mi ha dato una grande soddisfazione”.
“L’aspetto più faticoso e problematico del lavoro di ricerca – aggiunge Giancarlo De Simoi – è che sono passati 80 anni e dunque molti non hanno più discendenti o i discendenti non hanno più interesse. Però con quelle famiglie dove c’è più interesse abbiamo fatto l’esperienza di un attaccamento fortissimo pur essendo passati 80 anni. Mi ricordo di una coppia, li ho aiutati a trovare il cippo del loro congiunto e quando l’anno trovato, il nipote si è messo ad accarezzare la pietra”.
La storica Sara Berger che lavora al Fritz Bauer Institut di Francoforte, l’istituto di studi e ricerca sull’Olocausto e i suoi effetti, e che in passato ha lavorato al Museo della Shoa a Roma, era ospite alla presentazione della guida virtuale. Sulle tracce biografiche degli IMI ha aggiunto: “Se guardiamo alle memorie negli archivi italiani degli uomini che sono stati inviati a Francoforte, di soldati semplici o i sottufficiali, che non provenivano dalla classe sociale elevata, non abbiamo molto; mentre invece gli ufficiali scrivevano diari e memorie. E di queste memorie c’è ancora molto da ricercare negli archivi italiani. C’è da fare, è un campo di ricerca ancora aperto”.



Da sinistra: Una veduta con i cippi tombali, il cippo di un soldato, la lapide all’ingresso del cimitero. Foto©Paola Colombo
La guida virtuale al cimitero di guerra di Westhausen è un progetto ANPI in collaborazione con il Museo storico di Francoforte, Historisches Museum Frankfurt. Alla sua realizzazione hanno contribuito con finanziamenti il Consolato Generale d’Italia, il Kulturdezernat di Francoforte), l’EVZ (Fondazione Erinnerung, Verantwortung, Zukunft).
La app con il tour virtuale al cimitero di Westhausen è così ben fatta e di notevole valore storico che vale la pena scaricarsela, leggerla o ascoltarla, anche se non si è di Francoforte e non ha la possibilità di far visita al cimitero. È inoltre accessibile in italiano, in tedesco e persino in inglese.
Fonti online sugli IMI, gli internati militari italiani: