Guida di viaggio ai luoghi che ci portiamo dentro
“Tutto ha inizio con un oggetto che ho portato con me, che fa parte della mia famiglia di origine, una cassapanca”, Mirtis Conci, partecipante dalla Germania, a Da ogni mondo il paese.
Che cosa lega un gruppo di persone sparse nel mondo al loro paese di origine o di origine dei loro avi, in Trentino. Un viaggio speciale, raccontato nel libro: Da ogni mondo il paese.
La pubblicazione è una speciale guida di viaggio, nata su un tavolo di lavoro che, dal Centro e Sud America all’Asia, passando per l’Europa, ha coinvolto un gruppo di trentini all’estero, non solo di prima generazione in un progetto di scrittura creativa condotto dal giornalista Valerio Millefoglie: “Nel momento in cui dobbiamo scrivere, qualcosa di importante, come la nostra vita altrove rispetto a dove siamo nati, o rispetto al paese di origine dei genitori e degli avi, l’oggetto ci riporta alla materia, a noi”. Sono 77.343 gli italiani iscritti Aire, che provengono dalla provincia di Trento. Di essi 37.735 sono donne. La fascia di età più rappresentata dei trentini residenti all’estero è trai 18-34 anni (22,4%) e il 25,4% tra i 35 e i 49 anni, il 25,4% (Fonte RIM, Rapporto Italiani del mondo, elaborazione di dati Istat).
“Una cosa che mi ha molto colpito è come considerino la lingua, come senso molto profondo di appartenenza alla loro origine”, Emanuela Rollandini, ideatrice del progetto, soprintendenza per i beni e le attività culturali, provincia autonoma di Trento. Un viaggio interiore che interroga ciascuno di noi, sia che se ne sia andato dal proprio luogo di origine o che è restato e incontra chi arriva da altri luoghi e paesi.
Anche se lontano nello spazio e nel tempo il luogo di origine è vivo, nella memoria, in un ricordo di una persona, in un oggetto. Ed è con un oggetto che è cominciato questo progetto: “Facevamo questi incontri serali, una volta a settimana e con tutti che si collegavano da luoghi diversi. È sempre stato scrittura fin dal primo incontro. Ogni settimana c’era una scrittura che mi veniva inviata e nell’incontro ne parlavamo diffusamente. È stato un laboratorio di scrittura creativa condivisa”, dice Valerio Millefoglie.
Per Mirtis Conci, che ha partecipato al progetto dalla Germania, l’oggetto-chiave da cui cominciare è stata una cassapanca. Arrivata con la sua giovane famiglia meno di dieci anni fa in Baviera, racconta che è “un oggetto che ho portato con me, che fa parte della mia famiglia di origine. Ho scoperto che si tratta di una cassa dotale. Le ragazze che si sposavano portavano la dote e questa dote veniva conservata in una cassa. L’abbiamo sempre chiamata cassapanca in famiglia senza ben sapere perché si trovasse lì nella stanza dei nonni. Sono cresciuta in una casa del 1913 e all’epoca della costruzione era terra austroungarica. C’è questo aspetto storico interessante, la casa nel tempo ha avuto le sue trasformazioni ma l’impronta è rimasta. La cassapanca si trovava in una stanza con le cose vecchie cadute in disuso”. Per lei la cassapanca è come una porta nel tempo, il tempo dei suoi avi, e nello spazio, nel suo paese di origine, Mezzocorona. “Facendo questo percorso – prosegue – ho scoperto, e per me è un regalo, che il legame con il luogo e con il patrimonio culturale che ci portiamo con noi si trasmette di generazione in generazione. Una parte delle persone che han formato questo gruppo per scrivere questa guida di viaggio sono di seconda terza e quarta generazione. L’interesse nello scoprire le proprie radici, la propria cultura è stato per me una condivisione molto forte”.
Essere, vivere da generazioni in un altro luogo non significa aver rotto il legame con il luogo di origine, in Italia. È un’appartenenza che va indagata, perché racconta di noi, e il lavoro fatto con Da ogni mondo il paese è una testimonianza ma è anche un invito per chi vive fuori a indagare questo legame con le origine. Mirtis Conci: “È un modo per scoprire come quel luogo è visto da fuori. Il legame con il mio paese di origine l’ho scoperto stando all’estero perché mentre ero là non sapevo esserci un legame. Non sono andata mai fino in fondo a comprenderlo perché non ne avevo la necessità. Uno si prende cura dei propri luoghi quando è consapevole di questo legame e quindi ha la possibilità attraverso la consapevolezza, di capire che cosa farne”. Se Mirtis ha simbolicamente aperto la cassapanca per scoprire il suo legame con la terra di origine, non per tutti era un oggetto. Valerio Millefoglie: “Nel caso di un’altra persona, il tema del suo racconto è stato un percorso, una strada. Lui vive Al Cairo e gli chiesto di fare una passeggiata al Cairo dove ritrovare però le strade del suo Trentino”.
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Patrimonio culturale
È un’idea che percorre tutto il libro, nei racconti dei partecipanti sul legame con la terra di origine. Quando parliamo di patrimonio culturale pensiamo a edifici, raccolte museali, dipinti, sculture, ma è molto di più. C’è una pagina del libro dedicata a dare forma all’idea di patrimonio culturale. Mirtis Conci: “In questo definire che cosa è il patrimonio culturale, ho scoperto quanto è forte il legame con la mia terra di origine e di queste persone compagne di viaggio che ho avuto il piacere di conoscere all’interno di questo progetto. Emanuela Rollandini: “Patrimonio culturale è un concetto ampio che include l’ambiente naturale e quello culturale ma c’è anche un patrimonio immateriale fatto di pratiche culturali, di esperienze, di conoscenze, delle tradizioni, tutto quello che alla fine ci identifica”. Rollandini usa con molta cautela la parola identità, “perché contiene deviazioni pericolose” e non è un concetto monolitico. Chi vive in luoghi diversi da quelli di nascita e di origine ha più dimestichezza con il comprendere che l’identità è multiforme e in continuo divenire. Oggi, dove imperversa il sovranismo, un’idea quindi univoca di identità, legata al territorio in cui si nasce, si cresce e di vive, questo progetto mostra quanto l’identità abbia invece diverse sfaccettature.
Nuove appartenenze
“Quando ci siamo trasferiti – racconta Mirtis Conci – è nata la necessità di costruire una nuova appartenenza e lo fai partendo dal tuo patrimonio culturale e poi nel cammino aggiusti e ti apri a quello che c’è nel luogo dove vivi. Per esempio, la giornata di San Martino: vengo da una famiglia di origine contadina, ho una cultura rurale e l’11 novembre è sempre stato un giorno importante in un contesto contadino, ed è l’origine della festa, perché era il giorno di paga. La stagione della raccolta è finita, adesso si possono godere dei frutti di questa raccolta, ovviamente in maniera parsimoniosa, perché c’è il lungo inverno da trascorrere. Questa cosa l’ho ritrovata qua (in Germania) in maniera forte. Abbiamo mangiato l’oca con amici conosciuti qui, ed è bello perché mi ricorda una cosa mia personale ma mi fa sentire parte del territorio dove abbiamo scelto come famiglia di vivere”.
Con questo laboratorio di scrittura creativa sono stati attivati percorsi intimi e personali e tuttavia condivisibili.
“La presentazione nella biblioteca civica di Trento ha avuto una partecipazione inattesa, hanno riempito la sala. È una lettura del patrimonio che dice qualcosa di diverso a noi che siamo qua.” Genera anche una diversa consapevolezza fra chi resta e i nuovi venuti, che chiamiamo stranieri, diventa una modalità per avere gli attrezzi per costruire una convivenza di comprensione reciproca e di rispetto: “La direzione è quella, di mettersi in ascolto dell’altro – prosegue Emanuela Rollandini – Se il dipinto un po’ modesto della tua chiesa, che hai sempre guardato in modo superficiale, qualcuno te lo racconta dal Brasile e ti dice che gli emigranti ne hanno portato una copia, per averla con loro a Nova Trento, cambia la prospettiva, cambia il valore e il significato, c’è intorno una narrazione che dà una sostanza profonda, molto umana. Questo sono gli aspetti interessanti di questo percorso. È stato un progetto sperimentale che ha dato un risultato di cui siamo contenti. L’idea di proseguire c’è e stiamo cercando di individuare nuove modalità”.
Da ogni mondo paese, verrà presentato a Mezzocorona il 23 dicembre con Mirtis Conci: Uno si prende cura dei propri luoghi quando è consapevole di questo legame e quindi ha la possibilità attraverso la consapevolezza, di capire che cosa farne.