C’era una volta un fiorente associazionismo italiano in tutto il mondo
Attualmente, ci sono oltre 60 milioni di italiani che, a partire dalla fine del 18esimo secolo, vivono al di fuori dei confini nazionali, tra espatriati e nati all’estero.
In Europa, la Germania è il paese con il maggior numero di italiani con circa 765.000, seguita dal Regno Unito e dalla Svizzera con circa 650.000 (il 60% dei quali ha più di 15 anni). Negli ultimi dieci anni, circa 200.000 laureati e professionisti hanno scelto di trasferirsi all’estero. Tuttavia, è importante notare che solo circa 5,8 milioni di italiani sono registrati all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).
Parliamo di circa 60 milioni di espatriati, spesso indicati come “l’altra Italia.” Questa comunità vive all’estero, lavora, produce e costituisce una parte significativa degli interscambi economici tra l’Italia e altri paesi. Esiste una stretta correlazione tra l’emigrazione italiana e le relazioni economiche con l’Italia, comprese le imposte immobiliari pagate su immobili in Italia.
Gli italiani all’estero sono tra i principali acquirenti di automobili, prodotti alimentari e contribuiscono notevolmente alle esportazioni italiane in miliardi di euro, senza considerare gli introiti del turismo di ritorno. Pertanto, il loro ruolo attivo è innegabile nelle entrate del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Italia.
Aggiungo anche il ruolo degli italiani all’estero nella promozione della cultura italiana e delle sue regioni attraverso migliaia di associazioni sparse nel mondo. Nel corso degli anni, queste organizzazioni hanno rappresentato l’Italia attraverso l’associazionismo regionale o di genere.
Tuttavia, negli ultimi anni, sembra che l’Italia stia allontanandosi sempre di più da queste associazioni, che affrontano problemi legati al cambio generazionale e non solo. Questo potrebbe comportare un disinteresse per le vere sfide e l’attenzione eccessiva alla regolamentazione delle nuove forme associative a scapito di chi cerca di esprimere i valori italiani.
Oggi, l’Italia ha bisogno delle organizzazioni associative, poiché esse hanno svolto un ruolo importante nel passato e possono continuare a farlo. Negli ultimi vent’anni, è stato possibile sviluppare un sistema di rappresentanza controllato dalla politica, ma purtroppo questo sistema è stato indebolito nel tempo.
Quando si raggiunge una situazione di irreversibile staticità, è necessario intraprendere iniziative per il cambiamento. Le associazioni possono agire da intermediari tra la comunità italiana e le esigenze legislative, oltre a promuovere l’apprezzamento delle istituzioni locali verso gli italiani all’estero.
Prima o poi, quando ci si trova in una situazione di staticità irreversibile, è necessario che qualcuno prenda iniziative per cambiare o, almeno, modificare la traiettoria che sta portando verso l’inesorabile decadimento. Per tali ragioni, l’associazionismo è sempre stato chiamato a fungere da ponte tra la comunità italiana e le esigenze delle leggi emanate dai governi, come ad esempio le tasse sulle abitazioni non occupate. Inoltre, svolge un ruolo essenziale nella promozione dell’alta considerazione delle istituzioni locali verso gli italiani.
Risalto all’importanza degli italiani all’estero per i governi italiani: molti di loro hanno lavorato all’estero e inviato denaro alle loro famiglie in Italia, contribuendo così all’economia nazionale, senza dimenticare le rimesse. Hanno avuto un ruolo cruciale nella diffusione della cultura italiana attraverso l’insegnamento della lingua italiana, l’organizzazione di eventi culturali e la promozione dell’arte e della musica italiane.
Gli italiani all’estero spesso si sono mobilitati per raccogliere fondi e risorse al fine di aiutare l’Italia in momenti di crisi, come terremoti o calamità naturali. Hanno agevolato l’instaurarsi di relazioni economiche e commerciali tra l’Italia e il paese in cui risiedono, facilitando gli scambi commerciali e gli investimenti.
Questi sono solo alcuni esempi delle numerose attività e ruoli che gli italiani all’estero hanno svolto per l’Italia nel corso della storia. Le modalità di contributo possono variare a seconda del periodo storico e del contesto.
In una struttura ben organizzata sul territorio, come l’associazionismo, potrebbe costituire una soluzione efficace per quei governi che talvolta sembrano non ascoltare le chiare richieste che gli rivolgiamo. In altre parole, è essenziale agire sul piano della presenza locale e della fornitura dei servizi necessari, riconoscendo e agevolando, a tutti i livelli di rappresentanza, coloro che si impegnano costantemente per servire e rappresentare le comunità. Mi astengo dal commentare ulteriori fattori o situazioni, ma è sufficiente riflettere sul fatto che gli italiani nel mondo, come le istituzioni competenti, devono rispettare i diritti e i doveri che coinvolgono tutti e dai quali non è possibile sottrarsi.
Infine, gli italiani all’estero hanno svolto un ruolo significativo per l’Italia nel corso degli anni, contribuendo economicamente, promuovendo la cultura italiana e sostenendo le comunità italiane all’estero. È importante preservare e rafforzare il ruolo di queste associazioni per garantire la continuità di questo legame vitale tra l’Italia e i suoi figli che vivono all’estero. Sarebbe utile un segnale di rispetto verso chi dedica il suo tempo in modo del tutto volontario per il nome della propria Patria.