Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne anche la comunità di Monaco si è unita alla mobilitazione generale
Nel giardino del Consolato è stata installata e inaugurata una panchina rossa “simbolo della lotta contro la violenza di genere e della campagna di sensibilizzazione e presa di coscienza del problema” come ha rimarcato il Console Generale Sergio Maffettone.
Durante l’incontro l’attrice Valentina Fazio ha letto alcuni brani tratti dal libro “Non chiamarlo amore” della scrittrice e giornalista Angela Rossi, presente all’evento. Una raccolta di testimonianze di donne che hanno subito violenze, con la prefazione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Numerosi gli interventi che hanno poi fatto seguito. Uno tra tutti quello, emozionante nella sua espressività, di Matilde Tortora, scrittrice, saggista e storica del cinema:
“Ascoltando i due bellissimi racconti scritti da Angela e recitati magnificamente da Valentina, noi oggi abbiamo assistito anche al potere della letteratura, al potere delle parole. Sto rileggendo I Promessi Sposi. Lucia è una donna perseguitata, violentata in più di un’occasione, sempre in fuga. Addirittura anche una donna agisce in maniera violenta contro di lei ed è la Monaca di Monza. Ma a sua volta la Monaca di Monza è una vittima. Vittima di quell’enorme lascito patriarcale. La letteratura di tutti i paesi del mondo, per lo meno del mondo occidentale, ha detto a chiare lettere, a lettere preziose, la violenza subita dalle donne. Dal medioevo in poi e dal futuro che ci aspetta ci giungono parole, letteratura, scrittura. Uomini e donne lo hanno narrato. Manzoni è stato un grande amico delle donne. Ne I Promessi Sposi la donna pietosa ha perduto tutte le sue figlie, decimate dalla peste. Cos’ha fatto? Quando finalmente Lucia si può sposare, porta il corredo che aveva preparato per le sue figlie e lo dona a Lucia. Lo dona dicendo queste parole: alle mie figlie ora occorrono soltanto le mie preghiere. A te, Lucia, per il giogo che comunque è il matrimonio, dono il corredo. Andate a rileggerlo”.