Violenza contro le donne
Sulla carta, ormai, abbiamo raggiunto la parità di genere. Questo è quello che possiamo accertare se diamo un’occhiata alle leggi in Germania. Ma nella vita quotidiana, nella realtà, la parità di genere esiste purtroppo solo in parte. Un tema che dovrebbe riguardarci tutti, indipendentemente se siamo donne o uomini, è la violenza fisica e/o psichica nei confronti delle donne, purtroppo ancora all’ordine del giorno e con tendenza ad aumentare.
Le molestie contro le donne possono assumere forme diverse tra loro, a volte talmente diverse che finiamo addirittura per ignorarne la natura: vanno dalla violenza nuda e cruda, quella palese, fino a quella meno vistosa, magari uno sguardo fisso che intende intimidire la vittima, per non parlare dei commenti osceni o delle molestie telefoniche e/o online, oppure ancora del contatto indesiderato e delle molestie sessuali, che possono sfociare in un‘aggressione fisica.
E poi? E poi c’è la violenza psichica, il terrore giornaliero, le continue urla, i continui sospetti, gli attacchi, le accuse, spesso assurde e per motivi futili, mille forme per intimidirla, renderla insicura, distruggerne l’identità.
Nove donne su dieci si sono sentite molestate sessualmente almeno una volta nella vita. Questi sono i numeri, le statistiche. Dietro ai numeri di uno studio condotto dall’Istituto per le scienze sessuali applicate e dall’Università di scienze applicate di Merseburg, ci sono episodi d’inaudita violenza. Le molestie, raccontano le donne intervistate, hanno avuto luogo principalmente in luoghi pubblici, nelle scuole, a lavoro e ovviamente a casa: molestie verbali, ma anche contatti fisici indesiderati. A seconda della forma, del contesto e dell’entità, le molestie sessuali possono costituire anche reati penali, ad esempio insulti, violenza sessuale o stalking.
Nonostante lo Stato tedesco nel 2016 abbia inasprito le pene per i reati con sfondo sessuale, il numero dei casi accertati dalle forze dell’ordine è notevolmente aumentato. Nel 2021, la polizia tedesca ha registrato 106mila crimini contro l’autodeterminazione sessuale. Un anno dopo erano quasi 118mila. Tuttavia, si presume che il numero di casi non denunciati sia notevolmente più elevato, anche perché molte vittime non denunciano il reato.
Ma le molestie sessuali più gravi e, dunque, le forme di violenze più inaudite si verificano proprio nei presunti „spazi sicuri“, come la propria famiglia o il rapporto di coppia: la violenza nelle relazioni può assumere molte forme e viene spesso utilizzata per manifestare „potere“. Ciò include atti fisici e violenza psicologica. Il numero di donne vittime che hanno subito violenza da parte del partner è aumentato negli ultimi anni in maniera preoccupante. Il reato più comune è la lesione personale intenzionale, seguita da minacce e stalking.
Dopo che anche la Germania nel 2018 ha firmato la Convenzione di Istanbul, ci si aspettava maggiore attenzione da parte del governo nei confronti di questo tema fondamentale anche dal punto di vista della tutela dei diritti umani. Eppure finora è successo ben poco: nel codice penale tedesco, ad esempio, manca ancora una norma che sanzioni specificamente la lesione dolosa nei confronti delle donne. L’anno scorso una commissione della GREVIO, un gruppo di esperti del Consiglio europeo, ha messo sotto esame il sistema tedesco relativo alla prevenzione di atti di violenza nei confronti delle donne. Quello che ne è uscito fuori è stato un quadro triste, anzi tristissimo, se si considera che la Germania è uno dei paesi più ricchi nel mondo, ma allo stesso tempo poco efficace nel costruire, anche a livello legislativo, una vera e propria rete di protezione per le donne.
Di questo ed altro parleremo il 24 novembre, alle ore 18, presso la sede del Com.It.Es. di Berlino, con Katia Squillaci; interverrà anche Elettra Di Salvo.