“Sono stato sempre accolto a braccia aperte”, afferma Carmelo. E poiché lui stesso era sempre aperto alle persone, si è subito sentito a casa. A inizio 2023 è arrivato anche l’importante riconoscimento in Germania
Carmelo, quand’è che sei arrivato tu in Germania? È stata la tua prima tappa?
Sì, è stata la mia prima tappa, ed è stato nel 1960. Ero un ragazzino all’epoca. La lingua tedesca era difficile, difficilissima. Io mi aiutavo con il francese e riuscivo ad aiutare i miei connazionali in materie basiche. Dopo esserci passato io, sapevo cosa fare e dove andare. La sfida iniziale per tutti era trovare un lavoro: il lavoro non te lo davano se non c’era la residenza, avendo il lavoro dove dovevi avere il permesso di soggiorno. Ho sempre sentito il bisogno di aiutare chi mi stava intorno, e non mi importava della nazionalità.
Come sono cambiati, secondo te, gli italiani nel Saarland?
Gli italiani sono persone intelligenti che lavorano duro e riescono a integrarsi nelle regioni in cui vivono. Sono cambiate le persone, ma l’atteggiamento di base è rimasto lo stesso.
Che lavori hai fatto?
Diversi lavori. Prima in un’azienda che distribuiva birra. Ma lì il lavoro era molto pesante perché dovevo spostare troppi pesi. Vicino a dove lavoravano i miei zii c’era un’azienda di serrande, così ho deciso di andare a chiedere lì e ci ho lavorato per 12 anni e mezzo. Dopo 8 anni l’azienda si è trasferita da Burbach vicino a Saarguemines e dopo 4 anni mi sono reso conto che fare il pendolare non mi conveniva più. Dopo ho lavorato 5 anni alla Hütte e poi nelle Kokerei di Fürstenhausen dove sono rimasto quasi 20 anni.
Come hai migliorato il tedesco?
All’inizio avevo un accordo con un collega tedesco. Io compravo la Bild-Zeitung, leggevo un articolo, il collega mi correggeva ed io, in cambio, gli lasciavo il giornale. Questi sono stati i primi passi.
Il tuo aiutare ti ha anche portato a ricevere due dei più alti riconoscimenti sia dalla Repubblica italiana che Germania: Cavaliere della repubblica e Bundesverdienstkreuz. Cosa comportano questi titoli?
Sono entrambe un onore inaspettato. Quando si fa del bene e ci si impegna per gli altri non ci si aspetta nulla in cambio. Non nego però che questi riconoscimenti mi hanno reso orgoglioso: vuol dire che lo sforzo e l’impegno sono stati notati ed apprezzati.