Leo Osslan nella prefazione del libro presenta la nuova collana: gli elogi. E anche il mio modo di scrivere rievoca la giocosità, caratteristica cara ad Ennio Peres, matematico, insegnante ed enigmista italiano, per il quale la giornalista Sandra Onofri di Noi donne ha ideato la definizione di giocologo.
Da bambini, giocando si impara meglio e la caratteristica del gioco è stata anche utilizzata ed apprezzata per risolvere “problemi da grandi”.
E quale numero/non numero si presta meglio per la sua varietà di interpretazione se non lo zero?
Peres parte con l’invenzione dello zero e coi «vantaggi». Lo zero sta all’origine di tutto: basti pensare che dal termine arabo «sifir» (= vuoto/nulla) deriva il termine cifra, base del sistema numerico. Cita anche la poesia Nummeri di Trilussa in cui l’1 sottolinea allo zero la sua inutilità. Ma è davvero tale? Non è forse piuttosto la posizione dello zero a definire l’importanza degli altri numeri?
Lettori e lettrici del testo dovranno avere una mentalità aperta, giocosa a leggere questo libro: non è un puro compendio di apprendimento, scritto aridamente allo scopo di far apprendere qualcosa anche se è permeato di momenti educativi. Ci sono informazioni sul sistema numerico babilonese, su quello dei Maya e sulla numerazione indo-araba ma anche sull’unicità di questo numero.
Chi ama i giochi ne sarà deliziato: rinfrescare le operazioni aritmetiche, scoprire i calcoli antichi e ricevere idee su come intrattenere amici con giochi matematici. Si arriva così alla magia dello zero dimostrata con 4 giochi di matematica.
La mente non ha il tempo di rilassarsi: giochi, riflessioni sull’anno zero, elaborazioni della connessione tra zero e infinito… si scopre che, in effetti, lo zero permea la vita quotidiana in moltissimi modi. Il capitolo 7 lo dimostra: aforismi, alimentazione, arte, economia, editoria, filmografia, geografia, musica, scienza, proverbi e modi di dire.
Peres apre gli occhi, invita a riflettere, a non prendersi sul serio e ad andare a cercare aspetti nascosti della vita quotidiana.
Allo zero non si scampa. Naturale che valga la pena di elogiarlo.