“Abbiamo esaurito i fondi e siamo fermi. Preoccupante è anche la comunicazione di questi giorni che per il 2023 il Maeci ha assegnato a Friburgo appena 10.351 euro
È vergognoso constatare come il Maeci considera gli italiani. Sono interessanti quando servono a far cassa: vedi Imu e la pagliacciata del turismo delle radici dotato di 20 milioni di euro; mentre sul fronte Comites si tagliano del 50% i fondi, costringendoli alla inoperosità e alla chiusura degli sportelli.” Questo è la situazione di disperazione di un po’ tutti i 118 Comites eletti nel mondo, compreso quello di Stoccarda al quale, su una richiesta di 96.000€ sono stati assegnati soltanto 21.500 euro. Molti di questi organismi di rappresentanza sono sull’orlo della paralisi e stanno seriamente riflettendo se continuare o chiudere. È un grido d’allarme che, se non ascoltato, priverà le collettività di perdere quel minimo di dignità di rappresentanza democratica. Non è una questione ideologica di questo governo o di quelli precedenti. È la politica con la P maiuscola che non presta orecchi al grido d’allarme lanciato dalle comunità.
Se non vi sono servizi consolari capaci di erogare in tempi ragionevoli un sacrosanto documento di riconoscimento, sia esso il passaporto o carta d’identità, va da sé che l’elettore italiano all’estero non reagisce a nessuna chiamata alle urne o manifestazione.
Nel limbo si trova ancora il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Fatte le elezioni nell’aprile 2022, allo stato attuale non si è ancora insediato. Per il governo Draghi ci sarebbe stato il tempo per firmare e nominare i 20 membri. Lo stesso si può dire dopo quasi 6 mesi all’insediamento del governo Meloni. Probabilmente questi organismi sono considerati sempre più un costo e non un investimento nella rappresentanza. È notizia, non ancora ufficiale che Palazzo Chigi ha firmato il decreto che consentirà a l Ministro degli Esteri Antonio Tajani di indire in qualità di Presidente del Cgie l’Assemblea costituente o meglio di insediamento. Si parla della seconda o terza settimana di maggio.
Nonostante le scarse forze finanziarie, il Comites di Friburgo, capitanato da Andrea Gatti, è riuscito su alcuni temi ad iniziare un percorso di sensibilizzazione della comunità della circoscrizione consolare di Friburgo (Sud Baden) in cui risiedono circa 50mila connazionali.
“Abbiamo ricevuto in tutto poco più di 14000€, tra avanzo del 2021 e finanziamento 2022. La somma è stata completamente dedicata alle iniziative per i connazionali, principalmente 3 sportelli, una iniziativa per le famiglie e due manifestazioni culturali, una delle quali a sostegno dell’Italiano nell’Università. Il grosso problema è stato il mancato finanziamento integrativo, per il quale abbiamo ricevuto la somma, assolutamente ridicola, di 1500€. A questo punto abbiamo dovuto chiudere uno degli sportelli e prossimamente sospenderemo le attività anche degli altri due oltre a tutte le altre attività per mancanza di fondi.
Come mai in altre circoscrizioni siano state finanziate iniziative di sportello ai connazionali con somme notevoli non è dato sapere, né il Maeci ha fornito alcuna spiegazione logica e attendibile. Quella ufficiale “Ci sono molte richieste e pochi fondi” è per noi irricevibile alla luce dei fatti.
Attività: Oltre ai tre sportelli che hanno fornito a vecchia e nuova emigrazione assistenza a procedure informatiche fino alla compilazione di modulistica in lingua tedesca, orientamento per il riconoscimento dei titoli di studio e molto altro, abbiamo avviato alcuni cicli di manifestazioni.
Il più importante è “salute in dialogo” , un ciclo di incontri su temi legati alla salute e alla vita. Si è affrontato poi il tema della maternità, dal concepimento, al parto, al post parto con specialisti italofoni. Le conferenze sono disponibili sul nostro canale Youtube. I prossimi eventi sono previsti per il 29 aprile. Sono eventi sostenuti finanziariamente anche dal Comune di Friburgo, che consideriamo essere una iniziativa del tutto innovatrice della quale siamo fieri.
Per quanto riguarda l’accoglienza, gli sportelli forniscono una risposta immediata ad esigenze contingenti. Gli sportelli sono uno dei veicoli principali per ricollegare i Comites alla comunità italiana. In tutta la Germania, come in quasi tutto il mondo, i votanti alle ultime elezioni per il rinnovo dei Comites sono stati pochissimi e la maggioranza dei connazionali non sono neppure a conoscenza della nostra esistenza. Tagliando nel 2023 i finanziamenti e in primis gli sportelli i Comites si riducono a un presidio formale, impossibilitato ad agire”.
La nota più dolente riguarda la carenza dei servizi consolari che si ripercuote inevitabilmente sulla vita quotidiana di ogni cittadino. Quali pressioni politiche sono state fatte presso il governo vecchio e nuovo per sanare o per lo meno lenire questa ferita che crea quotidiani problemi a decine di migliaia di connazionali?
Con il consolato si è provveduto a monitorare la situazione che, al momento, è buona, anche se non ancora ottimale. I tempi di attesa per passaporti e carta d’identità. Sono accettabili, e a volte, meglio di alcune grandi città italiane. Un canale privilegiato di accesso, senza appuntamento, è stato aperto per persone ultrasettantenni, a giorni prefissati.
Qualche settimana fa il nostro Ministero degli Esteri ha sottoscritto un “protocollo d’intesa” col Ministero del Turismo e della Cultura volto a favorire il “Turismo delle radici”. La Regione Basilicata per prima dedicherà in maggio un’intera giornata di lavoro a Maratea con i consultori lucani all’estero. È stato coinvolto anche il Comites in questa grande operazione di rilancio del turismo in molti piccoli comuni del Meridione, duramente colpiti dallo spopolamento?
Non è ancora chiaro il ruolo dei Comites in questo progetto, che viene continuamente richiamato, ma che ci ha lasciato tiepidi e critici. Siamo fortemente critici per una iniziativa finanziata con 20 milioni di € e che nessuno ha ancora ben capito come verranno gestiti e da chi. Un recente bando rimasto aperto poche settimane, prevede un fondo di 4 milioni da assegnare a gruppi informali (sic), uno per regione per progetti da 200 mila €. E’ rivolto a piccoli borghi e non prevede nulla per i Comites. Che fine facciano gli altri 16 milioni non è dato sapere, mentre per tutti i 118 Comites del mondo quest’anno sono previsti 1,25 milioni di finanziamento. Qualcosa nel c.d. “Sistema Italia” non funziona. Senza finanziamenti i Comites dovrebbero, nelle dichiarazioni degli onorevoli, eletti all’estero di tutti gli schieramenti compresi, fare da collettore e canale di informazione per promuovere il turismo dei nostri connazionali all’estero verso l’Italia. Se si chiedesse ai nostri connazionali di mettere in una lista le priorità delle loro richieste ed esigenze nei confronti dell’amministrazione forse il turismo delle radici non verrebbe neanche menzionato. Serve ben altro, l’emigrazione è ripresa con forza e ci sono altre urgenze, non ci si può ricordare degli italiani all’estero solo quando diventano un collettore di entrate finanziarie e al contempo tagliare del 50% il capitolo di finanziamento dei Comites. In altri termini: i Comites devono rappresentare la comunità italiana e le sue esigenze nelle diverse circoscrizioni; nel 2023 riceveranno fondi sufficienti solo a pagare sede, segretariato e bollette (noi non abbiamo nulla di questo). Rappresentiamo le esigenze dei connazionali e dovremmo veicolare una esigenza che in Germania non è né sentita né urgente e per di più senza fondi per farlo.
Quali attenzioni riservano i vostri Comites all’integrazione sociale e scolastica della nuova emigrazione?
Alta, grazie agli sportelli e ad altre attività, oltre ad una stretta collaborazione con Consolato ed ente gestore dei corsi.
Che cosa intendete offrire in termini progettuali per favorire un graduale ritorno ad attività socio-culturali che la pandemia ha stroncato nella primavera del 2020?
Abbiamo iniziato le attività nel dicembre 2021 e siamo in piena attività, fino al prossimo esaurimento dei fondi, dopodiché ci fermeremo.
La nostra prima emigrazione sta fortemente invecchiando. Che cosa può fare un Comites per raccogliere le loro esigenze e tradurle in progetti?
Le risposte le abbiamo date con gli sportelli, che funzionano da sedi decentrate e posti di ascolto. Assistiamo chi necessita di aiuto nella compilazione di moduli e formulari, nelle procedure informatiche e altro ancora. Abbiamo rinunciato ad una sede fisica per utilizzare l’intero bilancio per progetti e servizi.
Nei giorni scorsi i Comites hanno ricevuto comunicazione del contributo assegnato per quest’anno. Che cosa potete fare voi nel Sud Baden con 10.351euro.
Contrariamente a quanto accaduto in altre circoscrizioni in Germania e fuori, gli sportelli non hanno ricevuto alcun finanziamento Friburgo ha ricevuto una somma ridicola: 1507€ per progetti integrativi, per una iniziativa sulla salute. Ad oggi due consiglieri hanno anticipato fondi di tasca loro per garantire l’apertura degli sportelli. Abbiamo chiesto al MAECI un anticipo sul bilancio 2023, ma allo stato attuale delle cose a fine Febbraio abbiamo sospeso le attività.
Ad un anno di presidenza, quali sono state le soddisfazioni e le insoddisfazioni?
La soddisfazione di poter contare su un gruppo fortemente innovativo, creativo ed efficace, svincolato da vecchie logiche, non frammentato ma coeso. L’insoddisfazione è di aver ricevuto molti complimenti e nessun sostegno finanziario alle attività, a parte una manifestazione condivisa con il Consolato con il quale abbiamo ottimi rapporti.
Quali sono i progetti che dovranno caratterizzare questo giovane 2023?
Abbiamo una progettualità programmata per linee guida sul quinquennio. Dagli stage per studenti italiani ai progetti sulla salute fisica e mentale, passando per gli sportelli, l’assistenza, l’orientamento, le città italiane della cultura, le proposte culturali locali e molto altro. In realtà il giovane 2023 si caratterizzerà però per la sospensione delle attività. Potremo solo dedicarci a progetti a costo zero. Rischiamo anche che il fatto di non aver impegni di spesa per una sede e una segreteria si trasformi da prassi virtuosa in una occasione per tagliare ulteriormente i fondi, nel qual caso ci riserviamo valutazioni più approfondite.