Anatomia, noxe e localizzazione, sintomatologia, diagnostica, approcci terapeutici
Qualsiasi essere umano ed anche animale ne è colpito. Quante volte, alzandoci dal letto, ci siamo lamentati di non poter muovere il braccio o il gomito, di poggiare il piede e sentire dolore al tallone o nella pianta dei piedi per poi, muovendosi, notare che il fastidio scompare per ripresentarsi nei momenti meno opportuni anche a livello delle anche o delle ginocchia per non parlare della schiena o della colonna vertebrale cervicale o dell’occipite? Banali sintomi ma cattivi compagni che possono alterare la quotidianità fino a rovinare una programmata e fantastica giornata.
Anatomia:
Immaginiamo un’articolazione, giunzione tra due ossa, tenuta assieme da muscoli, tendini, capsule e legamenti. L’articolazione ci permette il movimento, ma per questo è necessario che il muscolo, per tramite del tendine, si inserisca all’osso. Ecco, questa parte anatomica non muscolo, non tendine e neanche osso o periostio, parte periferica dell’osso, si chiama entesi.
È composta da tessuto fibroso-connettivo simile al tendine e robusta quasi come l’osso. Praticamente l’entesi è il punto d’inserzione del tendine, capsula e legamento sull’osso o meglio nell’osso. Si parla anche, nel caso di malattia, di tendinopatia da inserzione.
Noxe e localizzazione:
Dove c’è una articolazione, lì, potenzialmente, si può sviluppare una entesiopatia.
Non tutti i tendini o strutture para- o peri-articolari sono soggette alla stessa usura. Basta pensare a lavori usuranti monotoni e ripetitivi, ad attività sportive con estremi sfruttamenti delle prestazioni come tra gli atleti. Tennisti, golfisti, calciatori ed anche appassionati di maratona.
Ciò non vuol dire che sono tutti afflitti da questa patologia ma potenziali candidati come coloro i quali non praticano nessuno sport rendendo flaccidi i propri muscoli che necessitano di movimento per non soffrire di altre patologie legate alla inattività muscolare.
Da non dimenticare che altre patologie con interessamento articolare possono provocare le entesiopatie. Ad esempio pensiamo alla anchilosi della colonna vertebrale, all’artrite psoriasica o all’artrite reumatoide la cui terapia allevia notevolmente la sintomatologia dell’entesite intesa come manifestazione infiammatoria dell’entesi.
Tra le articolazioni più colpite si annoverano le seguenti: colonna vertebrale, spalle, gomiti, polsi, anche, ginocchia, caviglie, talloni, pianta dei piedi.
Sintomatologia:
Intesa come patologia indipendente, l’entesite può, per lungo periodo, essere silente o produrre pochi sintomi fino alla cronicizzazione nel caso in cui lo stimolo lesivo sia continuo e persistente.
Il dolore è il sintomo principe che si manifesta quando l’articolazione viene sottoposta a sforzo coinvolgendo tutto l’apparato articolare interessato. In tal caso, capsula articolare, legamenti e borse protettive si infiammano.
Gonfiore locale e dolore alla pressione con, a volte, rossore e calore associato a riduzione del movimento completano la sintomatologia.
Diagnostica:
Determinante è la descrizione, da parte del paziente, della sintomatologia, anamnesi, che si deve associare ad eventuali e concomitanti patologie, in particolare traumi pregressi.
L’esame medico-clinico fa parte dell’orientamento diagnostico. In caso di traumi eseguire esami strumentali come radiografie e sonografie. Da ultimo e in casi non chiariti eseguire una Mrt (risonanza magnetica). Sono consigliati esami di laboratorio per documentare i parametri infiammatori.
Approcci terapeutici:
Come primo presidio terapeutico si consiglia la somministrazione di antinfiammatori – antidolorifici onde frenare l’evoluzione infiammatoria. Il ricorso a locale infiltrazione di corticosteroidi si applica solo nei casi di inefficacia degli abituali antinfiammatori (nsar=tipo diclofenac, ibuprofen, voltaren).
Nel caso di depositi calcarei si può ricorrere all’uso delle onde d’urto (Stosswellentherapie).
Il ricorso alla terapia chirurgica è riservato solamente nei casi di cronicizzazione della patologia o in presenza di lesioni del tendine o presenza di depositi di calcio altrimenti non solubili.