BERLINO – Alla Gemäldegalerie dal 2 settembre al 8 gennaio 2023 mostra dello scultore fiorentino Donatello
È stato il più grande scultore di quel movimento culturale, artistico e filosofico che denominiamo “Rinascimento”, capace da Firenze di contagiare tutta Europa. È stato l’artista di riferimento del Quattrocento, secolo d’oro dell’arte italiana, prediletto della famiglia Medici. Insieme a Brunelleschi e Masaccio, Donatello ha dato il via ad una nuova e straordinaria stagione artistica proponendo nuove tecniche e idee che hanno segnato per sempre la storia dell’arte occidentale. Con le sue opere Donatello ha rivoluzionato l’idea stessa di scultura, con una potenza di visione figurativa unica in cui unisce le scoperte sulla prospettiva e un concetto totalmente nuovo di plasticità. Tema centrale della sua opera fu essenzialmente l’uomo; e nelle sue opere la dimensione umana, considerata in tutta la sua profondità, abbraccia in modo realistico le più diverse sfaccettature delle emozioni, dalla dolcezza alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante.
Alla Gemäldegalerie di Berlino Donatello viene celebrato con una grande mostra che reca il titolo Donatello Erfinder der Renaissance, inaugurata lo scorso 2 settembre e aperta fino all’8 gennaio. Si tratta di un’occasione unica per conoscere l’opera dello scultore fiorentino, il cui vero nome era Donato di Niccolò di Betto Bardi, vissuto tra il 1386 e il 1466. La mostra raccoglie molte opere sparse per i musei del mondo e finora mai esposte tutte insieme in un’unica antologica. Tra l’altro si tratta della prima mostra allestita in Germania interamente dedicata a Donatello, l’artista che ha saputo offrire «una nuova comprensione del mondo, molto prima di Botticelli, Raffaello e Michelangelo», come ha spiegato Dagmar Hirschfelder, direttrice della Gemäldegalerie, nella conferenza stampa di presentazione della mostra.
Da ammirare ci sono circa 90 opere di Donatello, tra sculture e rilievi in marmo, terracotta e bronzo, provenienti dalle tre più importanti collezioni al mondo (tra gli altri Museo Nazionale del Bargello a Firenze, Fondazione Palazzo Strozzi, Victoria & Albert Museum di Londra), oltre a quelli custoditi nei musei della capitale tedesca. Tra i capolavori spiccano la cosiddetta Madonna Pazzi, conservata al Bode Museum di Berlino, i tre bronzi provenienti dal monumentale altare maggiore della Basilica del Santo a Padova e la scultura in marmo del David del Museo Nazionale del Bargello. Ma la scultura più stupefacente è il cosiddetto “Amore-Attis” (conservato a Firenze al Museo del Bargello): una statua in bronzo, alta poco meno di un metro, pesante 70 chili, che rappresenta il dio Amore col volto sorridente e le braccia alzate. Probabilmente la scultura presenta attributi di varie divinità: un po’ Priapo, un po’ Mercurio, un po’ Ercole e un po’ Fauno.
Un aspetto interessante da considerare è che i rilievi e i bassorilievi di Donatello sono esposti nelle sale della mostra all’altezza degli occhi del visitatore, mentre nei loro luoghi abituali (per lo più chiese), di solito sono collocati molto più in alto. In tal modo è possibile cogliere in maniera precisa ed emozionante le sottigliezze dei tratti del viso di Madonne e santi.
Il percorso che viene proposto accompagna il visitatore dagli anni giovanili fino alla maturità e quindi alla vecchiaia del grande maestro fiorentino. È così possibile seguire gli sviluppi e i cambiamenti stilistici che si determinano nel corso del tempo, così come anche e la sua voglia di sperimentare con i materiali: Donatello lavorò, infatti, non solo con marmo, bronzo e legno, ma anche con vetro, cera e terracotta. Inoltre, nelle sale della Gemäldegalerie, le sculture di Donatello sono accostate ad altre opere d’arte plastica, disegni e calchi di alcuni suoi illustri colleghi quali Masaccio, Filippo Lippi e Andrea Mantegna, così da poter valutare la sua produzione del contesto artistico dell’epoca.
La mostra Donatello. Inventore del Rinascimento è il risultato di anni di ricerche e restauri effettuati nei laboratori dei Musei Nazionali di Berlino, sotto la guida di Neville Rowley, responsabile per l’arte italiana antica presso la Gemäldegalerie, insieme con altri storici dell’arte. Dopo la chiusura a gennaio si sposterà Londra. L’Istituto Italiano di Cultura di Berlino organizza una serie di conferenze per approfondire varie tematiche che si riconnettono alla mostra. Questo il calendario: Andreas Beyer, “L’originalità artistica di Donatello” (21.9.2022); Franco Farinelli, “Per la genealogia dello sguardo moderno: da Brunelleschi a Cristoforo Colombo” (12.10.2022); Tomaso Montanari e Neville Rowley, “Piazza della Signoria: una metafora di pietra, forme e figure” (8.11.2022); Francesco Caglioti, “Donatello e il Rinascimento” (7.12.2022).